Se una ripetizione della Qi serve per dare risalto ad una buona notizia, ben venga, le regole vanno interpretate con spirito ed umanità, servono per creare armonia, non per aumentar tensioni. Altrimenti cancelliamo tutto il forum, tanto si continua a ripetere e parlare dei cinesi in Italia
Sto Sergio prende in pieno la questione etica: i huaqiao (gli emigrati cinesi che hanno avuto successo) chiedono, nel Paese in cui mettono su radici, regole chiare e coerenti. Nei Paesi anglosassoni o con dietro alle spalle un alto valore dell'applicazione delle leggi, le tasse le pagano senza troppe storie, il sistema là funziona.
In Italia la maggior parte han capito che il sistema è clientelare, i controlli della GdF vanno "tu si, quello no". A volte si incazzano giustamente, perché capiscono di essere messi in secondo piano di fronte alle cose pratiche (una multa, un battibecco col commerciante affianco), mentre i ricchi con dietro i propri avvocati possono interpretare a loro modo le leggi ambigue.
Per molti cinesi di prima generazione copiare gli usi e costumi locali è la cosa più comune: non costa fatica, si seguono le regole locali che ti insegnano coi fatti quelli del posto, e non si rischia - tanto lo fanno in molti. Se dichiarano meno o non lo fanno - non lo sentono come reato: gli italiani lo fanno, e quelli più ricchi godono saltuariamente di condoni tipo lo scudo fiscale svizzero.
Nessuno vuole fare la parte del fesso.
Inutile rivendicare "la mia famiglia X paga le tasse da generazione". Non fa storia. La cosa più importante è sapere "che da ora in poi tutti pagano le tasse, nessuno escluso".
In Cina, nonostante il sistema Paese caotico che c'è, la burocrazia è coerente: sei fai quelle procedure, ottieni le cose. In Italia funziona più un'amicizia che seguire le regole.
Smettetela di puntare il dito solo sui cinesi. Prendetevi la briga di denunciare qualsiasi evasore, anche se si chiamano Gattini, Galli, Bini, Pierraccini, Vannucchi etc... (
ho preso i cognomi più diffusi a Prato :-D