la RPC é diventato il PRIMO esportatore mondiale - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: la RPC é diventato il PRIMO esportatore mondiale  (Letto 2701 volte)

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cavallo

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« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

MBC

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« Risposta #1 il: 08 Gennaio, 2010, 21:42:55 pm »
beh,
con un economia che cresce in media del 8% annuo e che ha una popolazione di un miliardo e 300 milioni, non credo che c e da stupisci se prima o poi avviene.Apetto il sorpasso  nel settore tecnologico con la Germania e poi con il GIappone..
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da MBC »
C'è un elemento che ha rovinato questo forum. E' stato lasciato libero di agire usando modalità di dialogo che vengono usate in politica (ex PCI). Negare sempre tutto a favore dell'ideologia, mettere in bocca agli altri cose mai dette. Caos.

Rigira tutte le frittate e prende gli utenti per sfinimento. Che alla fine sbroccano.

Razzista contro gli italiani (è italiano), cerca di mettere indigeni e migranti l'uno contro l'altro. Creando divergenze.

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« Risposta #2 il: 09 Gennaio, 2010, 07:40:36 am »
non é affatto così scontato come dici, MBC, dato che:
1) la popolazione di per sé NON determina né il livello di produzione né quello di esportazione che sono cose diverse (altrimenti l'Indonesia dovrebbe esportare più della Germania che ha una popolazione inferiore):
2) l'incremento spettacolare del PIL cinese degli ultimi 15 anni è IN PERCENTUALE (ora 8%, prima oltre 10% annuo) su una base di partenza che non era affatto alta (era inferiore nel 1985 a quella di TUTTI i Paesi industrializzati):
3) la Germania, più piccola, meno popolata e anche con meno PIL e industrie globalmente, esportava ed esporta PIU' degli USA (contano il mercato interno, l'orientamento della produzione, il balore della valuta, il mercato circostante, ecc.);
4) l'India, altro recente colosso asiatico, che non manca di industrie e popolazione e partiva da un livello superiore alla Cina, non ha avuto lo stesso risultato.

quindi il dato non solo NON era ovvio ma é strabiliante e mostra come una serie complessa di fattori siano frutto di oculate scelte di pianificazione economica CENTRALIZZATA, smentendo l'inferiorità della pianificazione economica sul cosiddetto liberismo
« Ultima modifica: 09 Gennaio, 2010, 10:43:39 am da cavallo »
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libero

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« Risposta #3 il: 09 Gennaio, 2010, 10:32:38 am »
Chanos, cattivi presagi sulla Cina
http://leviedellasia.corriere.it/2010/0 ... lla_c.html

Contrarian Investor Sees Economic Crash in China
http://www.nytimes.com/2010/01/08/busin ... hanos.html
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da libero »

MBC

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« Risposta #4 il: 09 Gennaio, 2010, 12:28:32 pm »
Citazione da: "cavallo"
non é affatto così scontato come dici, MBC, dato che:
1) la popolazione di per sé NON determina né il livello di produzione né quello di esportazione che sono cose diverse (altrimenti l'Indonesia dovrebbe esportare più della Germania che ha una popolazione inferiore):
2) l'incremento spettacolare del PIL cinese degli ultimi 15 anni è IN PERCENTUALE (ora 8%, prima oltre 10% annuo) su una base di partenza che non era affatto alta (era inferiore nel 1985 a quella di TUTTI i Paesi industrializzati):
3) la Germania, più piccola, meno popolata e anche con meno PIL e industrie globalmente, esportava ed esporta PIU' degli USA (contano il mercato interno, l'orientamento della produzione, il balore della valuta, il mercato circostante, ecc.);
4) l'India, altro recente colosso asiatico, che non manca di industrie e popolazione e partiva da un livello superiore alla Cina, non ha avuto lo stesso risultato.

quindi il dato non solo NON era ovvio ma é strabiliante e mostra come una serie complessa di fattori siano frutto di oculate scelte di pianificazione economica CENTRALIZZATA, smentendo l'inferiorità della pianificazione economica sul cosiddetto liberismo

risposta rapida:
non mi meraviglia per niente,avessero le regole che abbiamo noi in italia, crescerebbero?Senya considerare gli investimenti starnieri e dei cinesi della diaspora. E poi una popolayione,manodopera come quella cinese conta e come.Certo politiche giuste, una popolazione motivata e a costi inferiori che in europa,senza tanti sindacati...

L India ha poi  il "fardello" della democrazia,di avere uno stato molto piu centralizato e quindi meno efficente.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da MBC »
C'è un elemento che ha rovinato questo forum. E' stato lasciato libero di agire usando modalità di dialogo che vengono usate in politica (ex PCI). Negare sempre tutto a favore dell'ideologia, mettere in bocca agli altri cose mai dette. Caos.

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« Risposta #5 il: 09 Gennaio, 2010, 12:31:11 pm »
Citazione da: "moktar"
La  Cina , primo esportatore mondiale . Bravi .   Prossima tappa , la democrazia . Temo sarà piu dura . Perchè non basta copiare .Il comunismo ha fallito ovunque , l'ultima prova è la Cina .

la democrazia stile USA o quella itagliota?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da MBC »
C'è un elemento che ha rovinato questo forum. E' stato lasciato libero di agire usando modalità di dialogo che vengono usate in politica (ex PCI). Negare sempre tutto a favore dell'ideologia, mettere in bocca agli altri cose mai dette. Caos.

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« Risposta #6 il: 09 Gennaio, 2010, 12:52:20 pm »
MBC:
1) le regole, i sindacati e gli stipendi in RPC sono secondo te minori che in Indonesia?
2) la "democrazia " in India tiene più alti i salari, combatte il lavoro minorile, aumenta i costi, aumenta la corruzione rispetto alla RPC?

non esalto uil modello cinese, solo sottolineando che NON E' VERO che una economia pianificata sia necessariamente peggiore (a parità di condizioni) come risultati economici di quelle non pianificate, come vorrebbero i drogati corifei del liberismo.

consiglio comunque di leggere almeno:

http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... o-1874765/

e di riflettere anche su quanto sia "espressione democratica dei suoi elettori" un governo (come quello tedesco) con i seguenti dati:

"Nelle stesse ore, un sondaggio a Berlino indicava un crollo di popolarità del governo Merkel appena tre mesi dopo il suo insediamento. 67 tedeschi su cento sono insoddisfatti"

......
« Ultima modifica: 09 Gennaio, 2010, 13:18:02 pm da cavallo »
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« Risposta #7 il: 09 Gennaio, 2010, 13:17:09 pm »
Citazione da: "cavallo"
MBC:
1) le regole, i sindacati e gli stipendi in RPC sono secondo te minori che in Indonesia?
2) la "democrazia " in India tiene più alti i salari, combatte il lavoro minorile, aumenta i costi, aumenta la corruzione rispetto alla RPC?

non esalto uil modello cinese, solo sottolineando che NON E' VERO che una economia pianificata sia necessariamente peggiore (a parità di condizioni) come risultati economici di quelle non pianificate, come vorrebbero i drogati corifei del liberismo.

1)No non sono migliori che in Indonesia, anzi probabilmente formalmente anche grazie alla legge promulgata l anno scorso per "proteggere" i lavoratori e la proposta di un assicurazione, i lavoratori in Cina stanno teoreticamente meglio che quelli autoctoni indonesiani. Poi in Indonesia cosi come in Malesia, Thailandia le persone piu ricche, quelli che detengono il potere economico e l influenza politica sono i cinesi han e questo mostra chiaramente che il mircaolo della cina dipende sia dalle politiche intraprese dalla RPC che dalla mentalita dei cinesi stessi, uomini d affari nati. senza dimenticare che l enorme massa fa il resto.
2) no, non lo fa.

esattamente. Anzi. Il modello cinese viene ammirato dai paesi cosidetti del terzo mondo e potrebbe diventare la speranza in Nord Korea.Oltre che rimettere in gioco il caro Fukuyama e altri filosofi del liberismo...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da MBC »
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« Risposta #8 il: 11 Gennaio, 2010, 00:17:49 am »
e cmq non devi dimenticare cavallo che la maggior parte delle multinazionali straniere ormai producono in cina, quindi se il dato e?riferito all esport totale,cosa che penso considerato anche ocme la crisi ha colpito moltissimi eziende cinesi orientate all export....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da MBC »
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Gia_76

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« Risposta #9 il: 12 Gennaio, 2010, 17:00:04 pm »
E' un risultato buono ma va considerato che mentre la Germania ha moneta, l'euro, sopravvalutata del 20% sul dollaro, la Cina ha la moneta più sottovalutata del pianeta, del 50-60% contro dollaro stando alla parità di potere d'acquisto e ai fondamentali economici.

Sotto l'attuale sistema mondiale, chiamato Bretton Woods 2 (BW2), la Cina e l'Asia in generale (Giappone, Corea, Taiwan, etc.) concentrano le loro economie sugli investimenti in pochi grandi conglomerati, che godono così di un livello tecnologico pari a quello Occidentale, e che però hanno di conseguenza una capacità produttiva in eccesso rispetto alla compressa domanda interna. Da qui la necessità di fare i furbi coi tassi di cambio per colmare con l'export la domanda interna mancante e non andare in perdita. Più che surplus commerciali veri e propri, quelli che hanno i paesi asiatici sono utili dei mega conglomerati di cui sopra, senza i quali non avrebbero sufficienti margini di profitto e renderebbero vani i massicci investimenti finanziari che ricevono dalle banche, con conseguente aumento delle sofferenze bancarie e economie bloccate. E' quello che è accaduto al Giappone post rivalutazione degli anni 80.
L'America e l'Europa sono nella posizione speculare dell'Asia: ricevono in cambio merci a basso costo per sfamare una domanda interna che è troppo alta per la capacità produttiva locale, e finanziata dai crediti asiatici che gonfiano i debiti di Wall Street.

In breve sotto l'attuale sistema di BW2: l'Asia ottiene capacità produttiva e l'America crediti per continuare la sua economia bolla speculativa. Non a caso la Cina, per evitare di finire come il Giappone, cerca di non rivalutare la sua moneta e si illude di poter continuare a vivere in eterno di domanda estera anziché sviluppare piccole imprese del settore dei servizi e autosostentarsi, e le banche di Wall Street fanno pressione sull'amministrazione USA perché si eviti il protezionismo a ogni costo in modo da poter continuare allegramente a finanziarsi in dollari gratis così da poter continuare il loro bravo schema Ponzi.

Sfortunatamente per Cina e Wall Street, alla prossima recessione (cioè tra un paio d'anni massimo) gli USA romperanno BW2 per evitare di finire in bancarotta e perpetuare l'attuale follia di scambiare capacità produttiva interna con debito estero (la cosa divertente è che i geni della finanza USA pensano invece che tale follia sia nell'interesse americano, questo vi fa capire quanto capiscano di economia e quanto faranno affondare gli Stati Uniti), anche se ci? significherà una gelata per l'economia mondiale e un collasso del commercio mondiale. Ma sarà un collasso salutare, perché riequilibrerà il mondo e farà finire gli squilibri. Anche perché il discorsi che il protezionismo fa male sono falsi non perché non sia vera la cosa in sé, ma proprio perché quello che attuano Cina & Co è protezionismo valutario che vale come una tariffa del 50-60%, e quello che si vuol fare è far finire -con la rivalutazione delle monete asiatiche o con pari tariffe in Occidente- tale tariffa. Per quanto riguarda la Cina, dovrà riorganizzarsi, anche perché cmq nessun grande impero della storia, nemmeno quelli coloniali, hanno mai avuto la loro economia retta dalla domanda estera.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Gia_76 »

vitmar

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discussione molto puntuale
« Risposta #10 il: 14 Gennaio, 2010, 13:19:50 pm »
mi ha interessato molto leggere le vostre considerazioni, mai banali, sull'argomento.
In particolare condivido le ultime osservazioni di Gia_76:

...lla prossima recessione (cioè tra un paio d'anni massimo) ... significherà una gelata per l'economia mondiale e un collasso del commercio mondiale. Ma sarà un collasso salutare .... Anche perché il discorsi che il protezionismo fa male sono falsi non perché non sia vera la cosa in sé, ma proprio perché quello che attuano Cina & Co è protezionismo valutario che vale come una tariffa del 50-60%, e quello che si vuol fare è far finire -con la rivalutazione delle monete asiatiche o con pari tariffe in Occidente- tale tariffa. Per quanto riguarda la Cina, dovrà riorganizzarsi, anche perché cmq nessun grande impero della storia, nemmeno quelli coloniali, hanno mai avuto la loro economia retta dalla domanda estera.

E' proprio quello che penso, la Cina ha intrapreso un percorso, ora deve modificare la direzione con una riorganizzazione complessiva della macchina amministrativo-burocratica.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vitmar »
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