a Prato ci stanno creando un sacco di problemi per la residenza, per farvi capire meglio, uno per aver una residenza sicura, non solo che deve avere la casa, ma doverebbe chiedere + di un mese di permesso da lavoro per stare in casa ad aspetare i vigili, perchè non si sai mai quando e a che ora passano, e una volta sono passati e non trovati nessuno non lascia nessun avviso, quindi uno per essere sicuro deve stare a casa 24ore su 24, ma non ci rendiamo conto che per codice civile, la residenza è un diritto nostro
Secondo il codice civile italiano, la residenza è il luogo in cui la persona ha la dimora abituale (articolo 43 II comma c.c.). Non essendo specificato che cosa sia la dimora, il significato del termine è quello comune: il luogo in cui una persona si trova ad abitare.
Il diritto alla residenza
Nell'ordinamento italiano la disciplina della residenza é contenuta, nella Carta Costituzionale (artt. 2, 3, 14), nel codice civile (artt. 43 ss.), nella legge n. 1128 del 24 dicembre 1954, nel D. Lgs. n. 286 del 25 luglio 1998 (art. 29), nel D.P.R. 30/05/1989 n. 223.
Secondo la posizione su cui si è attestata la giurisprudenza, esistono due elementi costitutivi della residenza:
un elemento oggettivo, dato dalla permanenza abituale della persona in un determinato luogo;
un elemento soggettivo, dato dalla volontarietà di tale permanenza stabile, e tale volontarietà è desumibile anche dalla condotta della persona.
In presenza dei suddetti elementi, come stabilito dalla Cassazione (Cass. 1081/68), sorge in capo all'interessato un diritto soggettivo alla residenza, rispetto al quale la legge attribuisce all'autorità amministrativa compiti di mero accertamento, senza alcun margine di discrezionalità.
ò stato riconosciuto quindi al giudice ordinario il potere di obbligare la pubblica amministrazione al riconoscimento del diritto in capo all'interessato, qualora ne ricorrano i presupposti, e di condannare la stessa al risarcimento dei danni.
Non è richiesta la proprietà di un immobile, un regolare contratto di locazione, ovvero una dichiarazione che certifichi l'ospitalità in modo permanente da parte di una persona che possiede uno dei due precedenti requisiti.
A questo riguardo, un'ordinanza del Tribunale di Bologna[3] ha stabilito che è possibile per queste persone ottenere la residenza anagrafica presso dormitori o centri di accoglienza
a questo punto lascio spazio agli esperti di legge,
perchè non organizziamo un comitato per la questione di residenza?