le dogane italiane discriminano aziende di cinesi e africani - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: le dogane italiane discriminano aziende di cinesi e africani  (Letto 4600 volte)

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marcowong

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le dogane italiane discriminano aziende di cinesi e africani
« il: 21 Aprile, 2006, 23:43:38 pm »
ho dato oggi un'occhiata ad una nota agli operatori da parte della dogana di Genova nella quale si dà disposizione discriminatoria nei confronti di aziende di proprietà di cinesi ed africani.
Citando "tutti i contenitori ... riguardanti merci di origine/provenienza asiatica/africana e destinate ad importatore CINESE/AFRICANO, saranno verificati ... a magazzino."
Già definire un importatore cinese o africano è discriminatorio, una azienda registrata in Italia non dovrebbe essere classificata secondo criteri di nazionalità dei suoi proprietari.
Ma definire pure una procedura diversa senz'altro criterio che la nazionalità dei suoi proprietari è ancora peggio, sarei quasi dell'idea che è illegale.
Qualcuno sa darmi un suo parere a proposito?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

just_fra

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« Risposta #1 il: 21 Aprile, 2006, 23:57:26 pm »
cioe cosa intendi dire di preciso? intendi dire che tutti i container provenienti dalla cina e dall'africa necessitano di un'ispezione?
cmq a quanto ne so io, la guardia di finanza ha in mano la lista di tutti i container di una nave, prima che essa arrivi al porto, ed estrae a caso un tot di container da ispezionare.
E' chiaro che se ti hanno gia beccato una volta ad importare qualcosa di illegale, poi ogni tuo container rischia di essere ispezionato.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da just_fra »

marcowong

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« Risposta #2 il: 22 Aprile, 2006, 00:23:49 am »
no la circolare dice che i container di merci dall'Asia e dall'Africa che devono passare a VM (verifica della merce) nel caso che siano destinate ad importatore cinese/africano devono essere verificate con una certa procedura.
Specificando come criterio importatori cinesi ed africani.
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ken

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« Risposta #3 il: 22 Aprile, 2006, 00:40:39 am »
dal punto di vista legale penso che si possa farlo visto che si tratti di una nota dispositiva e non dei regolamenti ufficiali... sotto punto di vista etico un po' meno..
sai forse non e' del tutto infondato la loro discriminazione.. diciamo la verita' tanti dei nostri se ne fregano un po' delle regole e quindi una volta fatto abitudine si prendono delle misure per tenerci d'occhio.. e cosi viene anche danneggiato chi e' sta alle regole..
ma cosa vuoi.. anche questo fa parte della esuberanza imprenditoriale cinese...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ken »
life is short, do more

ziner

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« Risposta #4 il: 22 Aprile, 2006, 04:16:25 am »
Non capisco molto di legislazione ma dal punto di vista personale penso che potrebbe trattarsi di una sorta di warning, forse le merci provenienti da quei 2 continenti avevano già presentato problemi in passato, una sorta di "rubi una volta 100 volte sospettano di te"...
Controlli scrupolosi ok, tutto vantaggio a dei consumatori noi compresi, ma che siano equi per tutti...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ziner »

just_fra

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« Risposta #5 il: 22 Aprile, 2006, 21:28:51 pm »
Citazione da: "marcowong"
no la circolare dice che i container di merci dall'Asia e dall'Africa che devono passare a VM (verifica della merce) nel caso che siano destinate ad importatore cinese/africano devono essere verificate con una certa procedura.
Specificando come criterio importatori cinesi ed africani.


ma come...a me non mi controllano mica tutti i container che mi arrivano. forse me ne controllano 1 ogni 5, ma trovano mai nulla di irregolare.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da just_fra »

stafilo

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« Risposta #6 il: 22 Aprile, 2006, 21:48:31 pm »
Credo marco che dovresti controllare perchè è stata data questa disposizione. Faccio un esempio per quanto riguarda il settore dove lavoro che è quello del controllo agro-alimentare : se i servizi veterinari italiani sono stati allertati che vi è un focolaio di infezione in uno o più determinati paesi , subito scatterà un allarme mirato e verranno effettuati i controlli necessari. Un esempio per tutti è stata l'emergenza della BSE (mucca pazza) . In quel caso la nazione "appestata" era l'Inghilterra e tutte le carni provenienti da lì e da alcuni altri paesi collegati alla UK erano rifiutate.
 Naturalmente la mia è solo una ipotesi. Come ti dico bisognerebbe verificare.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da stafilo »

marcowong

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chiarisco e riporto il testo integrale
« Risposta #7 il: 23 Aprile, 2006, 04:28:41 am »
Per meglio chiarire riporto il testo senza le esemplificazioni:
"A partire dalle bollette accettate in data 18 aprile 2006, tutti i contenitori relativi a dichiarazioni doganali d’importazione/transito selezionate come VM, riguardanti merci di origine provenienza asiatica/africana e destinate ad importatore cinese/africano, saranno verificati, indipendentemente dal numero dei singoli del DAU, a magazzino."
VM: Verifica del Materiale
DAU: Documento Amministrativo Unico
Si intende magazzino rispetto al piazzale (di transito) nei casi normali.

Questo vuol dire che le verifiche dei container vengono decise come sempre, ma quando è stabilito che deve essere verificato, nel caso che questi sia di l'importatore cinese/africano, allora sarà sottoposto ad un controllo diverso rispetto ad un importatore "normale".

Quindi per rispondere a Stafilo, la diffferenza non è da dove vengono importate le merci, ma dalla categoria di aziende che importano.

In altre parole, se le merci devono essere verificate e l'importatore è un "italiano", vengono ispezionate in un modo, se invece ti chiami "wang chen trading" o abdullah import export" le stesse merci ti verranno controllate in modo diverso, facendole spostare dall'iter normale.

A parte il principio che secondo me una azienda costituita in Italia con capitali italiani (generati in Italia) dovrebbe essere considerata italiana e non discriminata se il suo proprietario è cinese o africano, se proprio vogliamo dimenticare i principi ed essere solo pragmatici in ogni caso è un danno perchè ti fanno perdere più tempo ed il tuo importatore affronterà la stessa importazione con maggior tempo e lavoro, e quindi maggiori costi.
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stafilo

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« Risposta #8 il: 23 Aprile, 2006, 11:41:05 am »
Una cosa Marco non ho capito : quando si dice "importatore cinese/africano" si intende che la merce deve ripartire per Africa e/o Cina passando per l'Italia o che l'importatore è residente in Italia e di nazionalità cinese od africana ?
Voglio dire che in quest'ultimo caso effettivamente c'è un sopruso : anche fosse una operazione di controllo nell'ambito di indagini della finanza quantomeno ci vorrebbe più discrezione e, come giustamente fai notare tu,  si crea un danno all'importatore. Quantomeno dovrebberlo rifonderlo con tante scuse.
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stafilo

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« Risposta #9 il: 23 Aprile, 2006, 11:51:15 am »
E poi mi è venuta in mante un'altra cosa : sarebbe come se ci fosse un controllo sulle merci provenienti dalla Sicilia ad importatore siciliano residente nel Veneto. Quindi vengo controllato se anzichè chiamarmi che ne so, Zanon sono un Calogero.
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aron

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« Risposta #10 il: 23 Aprile, 2006, 13:48:30 pm »
Questa è concorrenza sleale da parte delle autorità italiane, i cinesi sono sempre più discriminati
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ziner

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« Risposta #11 il: 23 Aprile, 2006, 16:59:39 pm »
Citazione da: "aron"
Questa è concorrenza sleale da parte delle autorità italiane, i cinesi sono sempre più discriminati


Ma che stai dicendo? :!:  :?
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marcowong

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« Risposta #12 il: 23 Aprile, 2006, 17:42:15 pm »
credo proprio si definisca "importatore cinese/africano" l'importatore residente in Italia di nazionalità cinese od africana.
Ho diffuso la cosa anche a rappresentanti della comunità africana per avere una loro opinione.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

stafilo

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« Risposta #13 il: 23 Aprile, 2006, 21:44:03 pm »
Consiglio, una volta sentito il parere della comunità africana, di chiedere nei modi previsti e come associazioni, spiegazioni alle autorità doganali
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