Allarme mafia: chi parla di chi? e come? - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: Allarme mafia: chi parla di chi? e come?  (Letto 4024 volte)

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paula

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Allarme mafia: chi parla di chi? e come?
« il: 20 Maggio, 2005, 10:25:46 am »
Questo me lo ha mandato una mia amica come provocazione. Confrontate i due articoli e poi ditemi che ne pensate.

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le preoccupazioni di Nicolò Pollari (Sismi)

Allarme mafia italiana ? una realtà in crescita


(L’articolo originale di seguito )
 
ROMA û Fanno di tutto per passare inosservati, e ci riescono. Sempre silenziosi, spesso sorridenti, apparentemente inoffensivi, i criminali italiani sono di una ferocia disumana e costituiscono una minaccia invisibile che ha messo radici in molte regioni Cinesi: (..). Attenzione, però: la mafia italiana non è né Cosa Nostra, né la 'ndrangheta, né la camorra. ½Bisogna partire da una premessa fondamentale: le organizzazioni criminali italiane in Cina non sono come la mafia, la 'ndrangheta o la camorra. Sono tumori e non metastasi. E possono essere affrontate, combattute e vinte laddove sono sorte, ovvero nel loro contesto territoriale? ha detto il generale Nicolò Pollari, direttore del Sismi, al convegno ½La sfida italiana nel mondo e in Cina? che si è tenuto ieri all'Accademia della Guardia di finanza a Pechino. Quella della mafia italiana è una realtà in crescita, con ½interessi economici diversificati?, alimentata da un continuo flusso di clandestini che sfugge ad ogni controllo statistico, rafforzata pure da una scelta politica di tenere un basso profilo e di non arrivare mai al muro contro muro con le autorità locali. Invisibilità, insomma, grazie anche al modello organizzativo delle Triadi che tende a valorizzare al massimo il concetto di decentramento dei suoi affiliati nella gestione delle attività illegali. Reinvestimento di capitali illeciti, contrabbando, contraffazione, immigrazione clandestina, illecite rimesse di valuta, connessioni con la criminalità Cinana: queste le principali minacce della criminalità con gli occhi a mandorla( sostituire con stereotipo caratteristico fisico su italiani), che ha una scarsissima considerazione per un sistema giudiziario come il nostro che viene definito ½testa di tigre e coda di serpente?, a significare un sistema che contempla pene e sanzioni non adeguate ai reati commessi. In altre parole: i mafiosi italiani non sono minimamente intimoriti dalle nostre leggi. ½L'opinione pubblica û ha detto il generale Pollari û non dimostra una grande sensibilità al problema, decisamente meno visibile degli altri. Gli ultimi dati della Caritas, riferiti al 2004, parlano di una presenza di centomila immigrati italiani, ma è verosimile che siano molti di più?. E di frequente sono le stesse Triadi a gestire il flusso dei clandestini. ½La via più battuta è quella balcanica, dalla Serbia-Montenegro, via Albania, fino alle coste della Puglia, oppure attraverso i confini del Nord-Est, nella zona di Trieste: i italiani arrivano via Croazia e Slovenia dopo essere passati attraverso la Serbia, l'Ungheria, la Bosnia Erzegovina? ha spiegato il direttore del servizio di sicurezza militare. Per quanto concerne le rotte marittime, la più sfruttata è quella che passa attraverso Malta. ½Ma è difficile e fuorviante cercare di standardizzarle: ce ne sono di inimmaginabili, meno economiche ma anche meno rischiose? ha aggiunto Pollari. Che ha citato un esempio: ½Tre anni fa, al largo della Nigeria, una nave europea intercettò una grande unità con 700-800 clandestini asiatici a bordo e la segnalò alle autorità. Successivamente, la stessa nave fu avvistata anche da una nave militare e da Gibilterra, ma quando qualche giorno dopo quell'unità arriv? nel porto francese di destinazione, del suo carico umano non c'era più traccia. Che fine abbiano fatto quelle 700.800 persone è ancora oggi un mistero?. Oltre a quelle già elencate sopra, tra le attività preferite dalle organizzazioni criminali italiani ci sono la gestione della manodopera clandestina e del lavoro nero (basti pensare ai laboratori illegali che vengono scoperti di continuo e dove lavorano decine di veri e propri schiavi), il gioco d'azzardo, le estorsioni (molti i commercianti europei obbligati a pagare il pizzo), i sequestri di persona (rapimenti rapidissimi, stile ½usa e getta?).

(mercoledì 18 maggio 2005)
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le preoccupazioni di Nicolò Pollari (Sismi)

Allarme mafia cinese ? una realtà in crescita

 
ROMA û Fanno di tutto per passare inosservati, e ci riescono. Sempre silenziosi, spesso sorridenti, apparentemente inoffensivi, i criminali cinesi sono di una ferocia disumana e costituiscono una minaccia invisibile che ha messo radici in molte regioni italiane: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia in particolare. Attenzione, però: la mafia cinese non è né Cosa Nostra, né la 'ndrangheta, né la camorra. ½Bisogna partire da una premessa fondamentale: le organizzazioni criminali cinesi in Italia non sono come la mafia, la 'ndrangheta o la camorra. Sono tumori e non metastasi. E possono essere affrontate, combattute e vinte laddove sono sorte, ovvero nel loro contesto territoriale? ha detto il generale Nicolò Pollari, direttore del Sismi, al convegno ½La sfida cinese nel mondo e in Italia? che si è tenuto ieri all'Accademia della Guardia di finanza a Roma. Quella della mafia cinese è una realtà in crescita, con ½interessi economici diversificati?, alimentata da un continuo flusso di clandestini che sfugge ad ogni controllo statistico, rafforzata pure da una scelta politica di tenere un basso profilo e di non arrivare mai al muro contro muro con le autorità locali. Invisibilità, insomma, grazie anche al modello organizzativo delle Triadi che tende a valorizzare al massimo il concetto di decentramento dei suoi affiliati nella gestione delle attività illegali. Reinvestimento di capitali illeciti, contrabbando, contraffazione, immigrazione clandestina, illecite rimesse di valuta, connessioni con la criminalità italiana: queste le principali minacce della criminalità con gli occhi a mandorla, che ha una scarsissima considerazione per un sistema giudiziario come il nostro che viene definito ½testa di tigre e coda di serpente?, a significare un sistema che contempla pene e sanzioni non adeguate ai reati commessi. In altre parole: i mafiosi cinesi non sono minimamente intimoriti dalle nostre leggi. ½L'opinione pubblica û ha detto il generale Pollari û non dimostra una grande sensibilità al problema, decisamente meno visibile degli altri. Gli ultimi dati della Caritas, riferiti al 2004, parlano di una presenza di centomila immigrati cinesi, ma è verosimile che siano molti di più?. E di frequente sono le stesse Triadi a gestire il flusso dei clandestini. ½La via più battuta è quella balcanica, dalla Serbia-Montenegro, via Albania, fino alle coste della Puglia, oppure attraverso i confini del Nord-Est, nella zona di Trieste: i cinesi arrivano via Croazia e Slovenia dopo essere passati attraverso la Serbia, l'Ungheria, la Bosnia Erzegovina? ha spiegato il direttore del servizio di sicurezza militare. Per quanto concerne le rotte marittime, la più sfruttata è quella che passa attraverso Malta. ½Ma è difficile e fuorviante cercare di standardizzarle: ce ne sono di inimmaginabili, meno economiche ma anche meno rischiose? ha aggiunto Pollari. Che ha citato un esempio: ½Tre anni fa, al largo della Nigeria, una nave europea intercettò una grande unità con 700-800 clandestini asiatici a bordo e la segnalò alle autorità. Successivamente, la stessa nave fu avvistata anche da una nave militare e da Gibilterra, ma quando qualche giorno dopo quell'unità arriv? nel porto francese di destinazione, del suo carico umano non c'era più traccia. Che fine abbiano fatto quelle 700.800 persone è ancora oggi un mistero?. Oltre a quelle già elencate sopra, tra le attività preferite dalle organizzazioni criminali cinesi ci sono la gestione della manodopera clandestina e del lavoro nero (basti pensare ai laboratori illegali che vengono scoperti di continuo e dove lavorano decine di veri e propri schiavi), il gioco d'azzardo, le estorsioni (molti i commercianti asiatici obbligati a pagare il pizzo), i sequestri di persona (rapimenti rapidissimi, stile ½usa e getta?).
(mercoledì 18 maggio 2005)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da paula »

alfa

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re.
« Risposta #1 il: 31 Maggio, 2005, 20:47:35 pm »
Come mai non commenta nessuno questo articolo? Quando si parla di mafia perche' dobbiamo fare la figura di tre scimmette? Io non sono aggiornato su argomento mafia,cammora,andragheta(non so' nemmeno come si scrivono)o la triade...Spetta a voi intelletuali.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da alfa »

VampireMiyu

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« Risposta #2 il: 08 Giugno, 2005, 10:53:04 am »
ehm... veramente nn ho capito niente... uhm... ma lqueste cose le4 hais critte tu o chi? la mafia italiana in cina? -_-" nn hoc apito neinte  :cry:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da VampireMiyu »

Guest

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« Risposta #3 il: 08 Giugno, 2005, 12:54:06 pm »
Se non ho capito male, l'originale e' quello che parla della mafia cinese che si sta diffondendo in ogni parte ecc., mentre un'amica della Paula ha cambiato alcune parti del testo che stranamente coincide pienamente con il fenomeno della mafia italiana :lol:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Guest »

paula

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« Risposta #4 il: 09 Giugno, 2005, 08:53:00 am »
credo che la mia amica voleva suggerire che oggi si parla di mafia cinese come un tempo si parlava di mafia italiana. Nel senso che si usano spesso gli stessi stereotipi soprattutto quando nell'articolo si parla di:
"ferocia disumana e minaccia invisibile"
erano gli stessi temini che si usavano per parlare dell'immigrazione italiana negli stati uniti. ma mica erano tutti mafiosi. e poi quel rappresentare gli stranieri come dotati di ferocia disumana è un tentativo di renderli quasi non-umani, cos' diversi e minacciosi da non essere ritenuti umani come "i nativi" del posto.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da paula »

Idra

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« Risposta #5 il: 12 Giugno, 2005, 16:12:26 pm »
per quanto alcune cose siano un po' ridicole, forse è un bene anche parlarne, e forse esagerarne. Oggi, probabilmente non c'è una organizzazione di delinquenti cinesi organizzati da creare un territorio antistatale come richiede la definizione della parola mafia, ma se si continua così, probabilmente, in futuro, sarà così.
E' quindi utile parlarne, ma anche agire sulla microcriminalità in ocntinua espanzione, e che caxxo!!!! Fermando le piccole cose, in la percezione delle cose giuste da fare salità, e potremo vivere in modo più tranquillo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

Feichow

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« Risposta #6 il: 14 Giugno, 2005, 10:56:26 am »
E' vero, in Italia non è organizzata come si pensa.
Sono piccole bande di criminali che vivono soprattutto a spese degli altri connazionali che invece lavorano onestamente(se si eccettuano le tasse...)
Anche quella dei laboratori con schiavi è una stronzata, non so chi abbia messo in giro stà voce cazzarola!
I dipendenti dei laboratori se ne vanno dove vogliono e quando vogliono!
Non so, forse son proprio loro a dire di essere in schiavitù per avere l'asilo politico o un permesso di soggiorno, e come biasimarli, dire una frase per avere il tanto agognato permesso.
Oppure le forze dell'ordine li costringono a dire così per poter dare una pena maggiore ai padroni di laboratori e far risaltare la scena sui giornali, sempre alla ricerca di spunti per criminalizzare le comunità di stranieri.
Sinceramente...avete mai visto laboratori o avete conoscenti che usano schiavi??? Io mai, ed ho visto laboratori in tutta italia.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Feichow »

Guest

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« Risposta #7 il: 15 Giugno, 2005, 00:19:23 am »
Questi dipendenti sembrano i padroni dei datori di lavoro a dir la verita', spesso costringono questi poveracci a fare un sacco di sacrifici se vuole che questi continuini a restare. Questa e' la verita'!!!!! :cry:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Guest »

Feichow

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« Risposta #8 il: 15 Giugno, 2005, 04:09:45 am »
Brava Susanna!

Citazione da: "Susanna"
Questi dipendenti sembrano i padroni dei datori di lavoro a dir la verita', spesso costringono questi poveracci a fare un sacco di sacrifici se vuole che questi continuini a restare. Questa e' la verita'!!!!! :cry:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Feichow »

Guest

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« Risposta #9 il: 15 Giugno, 2005, 11:57:50 am »
Citazione da: "Feichow"
Brava Susanna!

Citazione da: "Susanna"
Questi dipendenti sembrano i padroni dei datori di lavoro a dir la verita', spesso costringono questi poveracci a fare un sacco di sacrifici se vuole che questi continuini a restare. Questa e' la verita'!!!!! :cry:


E' la pura verita', se sono bravi a lavorare non fanno altro che lamentarsi dalla mattina alla sera e forse anche nel sonno... si danno un sacco di arie poi. I padroni sono gli operai.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Guest »