c'è un libro che mi ha appassionata tanto:
"i frutti puri impazziscono" di James Clifford (questo il titolo in italiano).
Non ci sarebbero frutti totalmente puri. E questo sarebbe un fattore positivo. Non bisogna avere il terrore di perdere la storia, la cultura, perché questa ci accompagnerà se noi lo vorremo. Se la scorderemo, rispunterà nei secoli a venire quando ne avremo interesse, tra i nostri discendenti.
Poi si sostiene che contaminarsi non è un pericolo ma una strategia che alcuni gruppi applicano anche per vivere serenamente. Chi è più forte? (chi prevarica o chi continua a crescere forte accogliendo l'altro?).
Non si ha una sola possibilità ma molte, basta non demonizzare quello che si è e quello che si diventa. Sempre che tutto questo avvenga non costretti a forza ma consapevolmente.
Questo non vuol dire che dobbiamo accettare come nostra ogni cosa, positiva e negativa. Ma che si pu? diventare anche migliori capendo che non ci si deve difendere da ogni cosa. Che si pu? diventare anche più ricchi di cultura e non solo più poveri.
Magari è un discorso che a me risulta più familiare, essendo discendente di gruppi diversi (nazionali e non) e vivendo in un altro Paese ancora dove probabilmente nasceranno i miei figli e figlie.
Prima, per me, tutto questo era un problema spinoso. Ora lo vivo come una inquietudine forte ma non drammatica...