Svolta nella politica dell'informazione in Cina - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: Svolta nella politica dell'informazione in Cina  (Letto 1106 volte)

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Alessandro

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Svolta nella politica dell'informazione in Cina
« il: 02 Dicembre, 2006, 13:40:40 pm »
Citazione
PECHINO - Articolo 6: "Per intervistare organizzazioni o individui in Cina i giornalisti stranieri hanno bisogno solo del consenso degli interessati". In due righe scarne questo è l'annuncio di una ritirata strategica della censura cinese, un'apertura senza precedenti in vista delle Olimpiadi di Pechino nel 2008. Per la prima volta il regime cinese rinuncia a controllare l'attività dei giornalisti stranieri sul suo territorio, e questo non riguarda solo la copertura degli avvenimenti sportivi ma ogni genere di inchiesta e reportage su temi politici, sociali, ambientali, religiosi. Si conferma così che la Cina vuole usare la vetrina dei Giochi olimpici per affermarsi come una superpotenza "rispettabile" e rassicurare l'Occidente.

La significativa liberalizzazione per la stampa è stata resa nota ieri. Il ministero dell'Informazione ha pubblicato la normativa che regolerà l'attività di tutti i giornalisti stranieri nel periodo olimpico e pre-olimpico, una finestra ampia che va dal primo gennaio 2007 a metà ottobre 2008. L'articolo 6 afferma un principio fondamentale: il diritto per i reporter di girare il paese senza dover chiedere permessi preventivi alle autorità, di parlare con chiunque senza autorizzazioni speciali.

Incalzato sull'interpretazione di quell'articolo, il portavoce del ministero Liu Jianchao ha garantito che la norma va intesa nel senso più ampio, cioè non solo per i resoconti delle gare olimpiche ma per ogni genere di indagine "politica, economica, culturale e su altri temi".

Fino a oggi la nostra attività di corrispondenti in Cina è stata sottoposta invece a vincoli e limitazioni, almeno in teoria. La normativa attuale ci consente di lavorare liberamente solo nelle maggiori città. E anche qui con qualche divieto: per esempio il perimetro della Piazza Tienanmen di Pechino è off-limits per interviste e riprese televisive, una precauzione ereditata dal 1989, quando il regime non riuscì a impedire che le telecamere del mondo intero filmassero l'intervento dei carriarmati contro il movimento studentesco. Al di fuori delle metropoli, in base alla legge noi corrispondenti esteri dovremmo muoverci solo dopo avere avvisato le autorità sui nostri spostamenti, indicando gli itinerari e le persone che intendiamo incontrare. Accade spesso che questa norma non venga rispettata. Tuttavia quando la ignoriamo lo facciamo a nostro rischio, mettendoci nell'illegalità.

Pu? succedere di essere fermati dalla polizia, interrogati e rispediti a Pechino con un'ammonizione e una multa. La svolta del regolamento per le Olimpiadi è netta: dal primo gennaio 2007 muoverci in giro per la Cina e parlare con la gente a nostro piacimento non sarà solo una consuetudine di fatto, diventerà un nostro diritto.

C'era molta attesa per il varo di questo regolamento, un test cruciale per capire l'atteggiamento con cui il regime affronterà la grande manifestazione del 2008. Da anni è evidente l'importanza politica che la Cina assegna a queste Olimpiadi: non solo una consacrazione dell'immagine della nuova Pechino, capitale cosmopolita di una superpotenza globale, ma anche un'occasione per cancellare il ricordo di Piazza Tienanmen, dell'isolamento e delle sanzioni che seguirono quel massacro. La questione della libertà di stampa è una prova essenziale. Si sa che per il 2008 l'afflusso di giornalisti stranieri aumenterà a dismisura. Il Comitato olimpico internazionale aveva ottenuto garanzie sulla libertà di movimento e d'azione per i giornalisti accreditati. Ma restava da verificare se il governo cinese avrebbe cercato di interpretare quelle promesse in modo riduttivo e l'annuncio di ieri ha soddisfatto le aspettative più ottimistiche.

Per quasi due anni il regime cinese sperimenta una politica permissiva verso i reporter stranieri. Il Foreign Correspondent Club of China, l'associazione della stampa estera a Pechino, ha definito questo regolamento "un passo decisivo per consentire ai corrispondenti di lavorare in condizioni molto più simili agli standard internazionali". Restano ombre e dubbi sull'effettiva volontà del regime di liberalizzare l'informazione. Non è tanto preoccupante la durata limitata di questo esperimento, perché risulta difficile immaginare che dopo averci dato carta bianca per due anni nel viaggiare e intervistare a piacimento, possano ritirarcela di colpo dal novembre 2008. Il vero e grave limite è che questa libertà è un privilegio riservato a noi giornalisti stranieri, non esteso alla stampa cinese.

Questo conferma un'evoluzione già in atto da alcuni anni: il regime di Pechino ha consentito spazi di libertà maggiori ai mass media internazionali, ma ha continuato a mantenere un controllo severo e una censura pervasiva su tutta l'informazione nazionale, dai giornali a Internet. Secondo Reporters Senza Frontiere la Cina è il paese del mondo con il maggior numero di giornalisti in carcere (almeno una cinquantina). Ancora di recente è stato respinto l'appello per un collaboratore cinese del New York Times, detenuto da due anni. Questo non scoraggia tuttavia alcuni giornalisti cinesi dal pubblicare inchieste coraggiose sulla corruzione, gli abusi di potere, i disastri ambientali.

La svolta per le Olimpiadi conferma che l'apertura crescente della Cina alle relazioni con il resto del mondo, la sua integrazione nell'economia globale, è un fenomeno troppo importante per non avere nel lungo termine delle conseguenze politiche. Il boom dei viaggi all'estero, l'accesso a Internet che comunque moltiplica la circolazione delle informazioni e delle idee, si accompagnano a una crescente richiesta di diritti che il regime deve tenere in considerazione. Come la globalizzazione, anche i Giochi del 2008 semineranno qualche germe di cambiamento in questa Cina.

(2 dicembre 2006)  




http://www.repubblica.it/2006/12/sezion ... piadi.html
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alessandro »