chi vive in Italia da pochi anni (e anche chi non vive a Roma) non conosce l'origine di questa leggenda metropolitana che é un interessante esempio dei pregiudizi razzisti contro gli immigrati asiatici in genere.
Infatti, all'inizio degli anni '70 a Roma una famiglia ricca libanese aprì i primi negozi "etnici", prima vicino il Pantheon, poi su Via del Corso, vicino Piazza Colonna. Si chiamavano Molayem e quello fu il nome del negozio, che poi divenne invece (quello di ia del Corso)"Babilonia": veneva oggettistica, bigiotteria e abbigliamento (fra cui camicie batik).
Ebbene, é proprio in riferimento a quel negozio che nacque la leggenda della botola, collegata allora al mercato delle schiave bianche per i bordelli mediorientali! La cosa venne poi estesa ad altri negozi simili, cioé di Arabi, in altre parti d'Italia, ma con meno scalpore.
Quando i proprietari avviarono una politica di vetrine molto aggressive, con scene (veri e propri diorama) che mimavano fatti di cronaca, film dell'orrore, ecc. che rese famosissimo il negozio di Via del Corso (l'altro aveva intanto cambiato nome e tipo di merce, vendendo americanate e usato: esiste tuttora), inserirono questa leggenda metropolitana nelle loro stesse vetrine, facendone un elemento di marketing orrorifico che ne annullò gli effetti negativi.
La leggenda così scomparve (non serviva più ed era diventata controproducente) e venne poi riusata contro i Cinesi.
In un Paese come l'Italia, che fino ai primi decenni del XX secolo (ben prima delle leggi razziali fasciste!) ha visto gente pubblicare libri in cui si sosteneva falsamente che gli Ebrei rapiscono bambini cristiani per sacrificarli ritualmente e che ha l'Università Cattolica di Roma ed il Policlinico in cui hanno curato (e infettato) papa Woytila intitolati a Padre Agostino Gemelli, che era un antisemita razzista dichiarato cosa ci aspettiamo?