la questione della responsabilita' o meno di massa (ossia estesa dai capi militari e politici anche ai soldati ed a larghe fette dei cittadini comuni) degli orrendi crimini giapponesi contro i Cinesi (ed altri) e' molto complessa e al tempo stesso molto importante anche per capire quel che accade in varie situazioni odierne.
Da un lato, nel caso del militarismo giapponese come in quello del nazismo (che resta diverso in parte), e' evidente e provato da molti studi che e' esistita una componente di coercizione dei gruppi dirigenti sulla popolazione (Baumann fa notare che e' stata "selettiva" perfino nel caso nazista, ossia ha riguardato piu' i gruppi di potenziali oppositori attivi, ad esempio fra gli operai, che l'insieme indistinto dela popolazione, ad esempio toccando assai poco i contadini), basata sul controllo degi organi di informazione, la repressione, la militarizzazione della societa',ecc.
In questo senso la responsabilita' dei cittadini comuni resta diversa da quella dei gruppi dirigenti e dei loro seguaci convinti.
D'altro canto, gli stessi studi mostrano come vi fosse un consenso di massa non solo figlio della coercizione verso le politiche anche piu' abominevoli di quei gruppi dirigenti; ad esempio, lo sradicamento della "razza" ebraica e la conquista per la germania di territori all'Est erano nei programmi pubblici di Hitler dal 1925 e chi lo votava o lo finanziava prima del 1933 sapeva bene cosa stava facendo ed inoltre milioni di burocrati, funzionari, ufficiali, tecnici, medici, antropologi, giuristi hanno collaborato attivamente (e spesso entusiasticamente) alla realizzazionbe dei programmi di aggressione e genocidio tedeschi e giappoesi. Cio' estende ampiamente le responsabilita', ed infatti perfino nei (pochi, perche' gli Alleati volevano salvare la classe dominante economica e intellettuale e molti sgherri del regime in funzione anticomunista: pensate solo al criminale di guerra nazista Von Braun) processi ai criminali di guerra nazisti e giapponesi venne rifiutata la linea difensiva del "non sono colpevole perche' ho solo obbedito agli ordini".
Sul piano storico, pero', va detto che LA SPONTANEITA' (come la "RAZZA" o la "TIPICITA'" di certi comportamenti per certi popoli) NON ESISTE e che se i Tedeschi ed i Giapponesi (in larga maggioranza) hanno espresso anche spontaneamente e perfino entusiasticamente consenso e spesso attiva partecipazione agli abomini commessi contro i popoli definiti "inferiori" (e milioni di loro, centinaia di loro aziende ancor oggi "gloriose", hanno tratto vantaggi pratici da saccheggi, espropri, schiavizzazioni, rapine, esperimenti scientifici orrendi, ecc.) cio' e' avvenuto sulla base dell'instaurarsi di una EGEMONIA (un concetto che io trovo fondamentale e che Gramsci ha analizzato meglio di tutti) di gruppi portatori di ideologie suprematiste (razziste ma non solo), ipernazionaliste e militariste, che e' avvenuto attraverso gli strumenti della mistificazione storica (e scientifica), della militarizzazione, dell'asservimento del sistema di formazione della mentalita' (scuola, spettacoli, radio, cerimonie, toponomastica, ecc.), fino all'introiettamento di certi falsi "valori" da parte di intellettuali, famiglie, individui e gruppi.
In questo senso, una prova relativa all'aver superato o no quella orrenda situazione sta proprio nel voler o meno fare chiarezza sul proprio passato ed i propri crimini (non fra pochi esperti o in qualche "scsa" ufficiale, ma nelle scuole, nei media, nei films, nella toponomastica, nelle riparazioni monetarie, ella definitiva messa al bando della falsificazione revisionista, ecc.): vale per i Giapponesi, per i Tedeschi, ma anche per gli Italiani che quanto a censura sui propri crimini non sono secondi a nessuno.
Babo ed io, inoltre, abbiamo lungamente discusso su questo Forum sul ruolo avuto dalle ideologie tedesche nell'influenzare le elites dominanti giapponesi post-Meji, avendo lui ed io molte convergenze ma anche punti di legittima diversificazione e quindi non ripeto qui quanto gia' detto (chi e' interessato puo' leggersi i nostri post sul tema), ma in ogni caso una influenza tedesca (concettuale e metodologica) ben pre-nazista piu' o meno rilevante sulle strategie giapponesi post-Meji la riconosciamo entrambi.