piccolo particolare che non considerate: chi richiede l'assunzione di uno straniero attraverso il decreto flusri si autodenuncia, nel senso che l'assunzione deve essere fatta regolarmente, non in nero (e infatti in moltissimi casi serve a regolarizzare lavoratori già in nero). Quindi NON E' VERO che l'immenso numero di domande (circa 4 volte i posti preventivati) dipenda dalla volontà di far lavorare in nero la gente!
Quell'orrore del lavoro nero esiste (non solo per i migranti, ci sono moltissimi Italiani che lavorano in nero) ACCANTO a quell'enorme numero di domande che, ripeto, sono per CONTRATTI REGOLARI, alle stesse identiche condizioni (certo, anche di sfruttamento e diritti negati, vedi Thyssen Krupp) dei lavoratori italiani, che sono del tutto assenti o minoritari in interi settori produttivi: la pesca a Mazara del vallo, la produzione della fontina in Val d'Aosta, le ceramiche a Scandiano, le ferriere a Brescia, l'allevamento delle bufale in Campania, le cave di ardesia (dove lavorano proprio Cinesi) in Piemonte, le badanti in tutta Italia, buona parte della ristorazione, ecc. .
Quindi non facciamo confusione: un conto é l'efettivo sfruttamento del lavoro nero, un conto é che un Italia ci sono circa 400-500.000 posti di lavoro a contratto regolare scoperti e per i quali servono altrettanti migranti; lo stesso avviene in Germania (ervono 350.000 immigrati in più all'anno), dove il lavoro nero quasi non esiste!
Infine faccio notare che alcuni di quei lavori sono assai "usuranti" come si suol dire (duri per orario e mansioni) ma i migranti non in nero sono pagati esattamente come gli altri colleghi italiani e talora fanno lavori durissimi ma superpagati: i metalmecanici senegalesi a Brescia guadagnano 1.200-1.300 Euro, é vero, ma é esattamente quel che prendevano i morti della Tyssen Krupp id Torino (il problema vero sono i bassi salari operai, PER TUTTI); gli Indiani (Sikh) che si occupano delle mucche in Val Padana si alzano la notte o alle 4 per la mungitura (come i loro colleghi italiani) ma guadagnano 2.500 Euro al mese più la casa gratis (e infatti vivono con le loro famiglie), a contratto regolare; i pizzaioli egiziani a Roma se sono esperti prendono oltre 2.000 Euro al mese, tanto che in pochi anni spesso aprono una rosticceria.