Ecco una vicenda in cui riesce difficile stabilire se siano peggio i politici che vogliono impedire ai figli degli immigrati irregolari di iscriversi alla scuola materna, o i cittadini che hanno commentato favorevolmente questa iniziativa.
In realtà sono due facce della stessa medaglia.
La Moratti ha preso il provvedimento sapendo benissimo che era illegittimo, ma il suo scopo politico era quello di farlo criticare ed attaccare dal governo, come in effetti è avvenuto, per poi usare la leva xenofobica sull'elettorato profittando della grave carenza di scuole materne a Milano, conseguenza di quindici anni di politica amministrativa della destra cattolica, ed accusando quindi il governo di lasciare le amministrazioni sole di fronte ai problemi dell'immigrazione.
Che la Moratti fosse ben consapevole dell'illegalità del provvedimento è il minimo che si possa pensare, considerando che era ministro della pubblica istruzione.
La cosa è del resto confermata dagli argomenti con i quali Forza Italia e il Vice Sindaco De Corato hanno criticato l'intervento del ministro Fioroni che ha chiesto l'immediata revoca della circolare in questione.
Forza Italia (ma anche molti che hanno scritto ai giornali) ha osservato che è vero che il DPR 394/1999 prevede che "i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno" (art. 45), ma ci? varrebbe solo per la scuola dell'obbligo, non per le scuole materne.
Senonché lo stesso articolo 45 prevede che "l'iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani", e il decreto legislativo n. 297/1994 prevede che la scuola materna costituisca il primo livello dell'ordinamento scolastico.
Quindi non è legittimo negare l'iscrizione alla scuola materna al minore figlio di clandestini.
De Corato invece ha detto che i dirigenti scolastici sono pubblici ufficiali che non possono violare la legge e quindi sarebbero obbligati a denunciare i clandestini, per cui anche se si consentisse l'iscrizione dei loro figli alle scuole materne, questi dovrebbero immediatamente essere allontanati a seguito dell'espulsione dei genitori e ha aggiunto che il fatto che le espulsioni non avvengano dimostra che chi viola la legge è il governo, non il Comune di Milano (ho riportato la sostanza del discorso).
Qui il vice sindaco di Milano ha semplicemente confuso i dirigenti scolastici con i poliziotti, volutamente ignorando che gli obblighi dei pubblici ufficiali sono diversi a seconda dei loro ruoli (anche i notai sono pubblici ufficiali, ma De Corato non si sognerebbe mai di dire che se un notaio autentica la firma di un clandestino senza denunciarlo commette reato).
E poiché la legge impone ai dirigenti scolastici di trattare i figli dei clandestini come quelli dei cittadini italiani, le cose stanno esattamente al contrario di quanto afferma De Corato.
Ma il Comune di Milano andrà avanti ancora in questo braccio di ferro col governo, perché vuole che si dica e si scriva che il governo vuole garantire ai clandestini le scuole materne coi soldi degli italiani che pagano le tasse.
E la scelta delle scuole materne come terreno di scontro non è casuale, perché è uno dei settori nei quali le amministrazioni di centro destra hanno investito di meno, creando una pesante carenza di posti rispetto alla domanda, sulla base del pregiudizio culturale cattolico che vuole che nell'ordine naturale delle cose la scuola materna non sia un servizio sociale, poiché le donne preferibilmente dovrebbero stare a case a curare i figli fino all'età scolare.
E' una pagina nera nella storia dell'amministrazione della città, e purtroppo dubito che l'amministrazione guidata dalla Moratti sia in grado di scrivere pagine migliori.