1) un'acciaieria, se moderna e ben costruita, inquina assai meno si unallevamento di suini (e ce la vedi l'Italia rinunciare al prosciutto?);
2) la chiusura in Italia di numerosi impianti siderurgici non é stata affatto determinata da amore per l'ambiente, né da un "superamento in avanti" delle produzioni industriali. L'Italia ha semplicemente sbagliato politica industriale (ed era un Paese leader, con la Germania, che é meno inquinata di noi ed ha conservato più acciaierie, del settore "acciai speciali") e non ha immaginato che la domanda di acciaio crescesse nel Mondo...grazie a Cina e India.
Il risultato é stata la perdita di posti di lavoro (e dell'indotto: vedi come é ridotto il commercio nell'area dell'ex-Italsider di Bagnoli, Napoli)), l'incremento dell'assistenzialismo (ammortizzatori sociali) e la perdita di potere contrattuale (anche nel campo della sicirezza, vedi la ThyssenKrupp torinese che era in smantellamento) degli operai (che in Italua restano oltre 7 milioni, di cui 1 circa metalmeccanici).
Se ci sono segnali anche picoli in controtendenza lo considero positivo, oltre al fatto che il ruolodi un'azienda siderurgica cinese in questa notizia dimostra:
- l'errore strategico fatto dagli imprenditori italiani (e dalla stessa ThyssenKrupp);
- il fatto che la imprese cinesi non basano più le loro scelte solo sulla ricerca di bassi salari ma intendono investire anche in aree di salari "europei" (anxhe se i salari perai italiani sono molo più bassi di quelli tedeschi e francesi, ma questo in Italia non si dice).