Le Olimpiadi sono sempre una occasione di focalizzazione di tutte le attenzioni, in positivo ed in negativo, sul Paese che le organizza e le ospita, non fosse altro per il risalto mediatico durante e prima delle gare. La cIna lo sa bene e ha certo messo in conto i rischi e mi pare che tutte le decisioni prese (dal tipo di impianti futuristici alle nuove infrastrutture, all'addestramento dei volontari, ai piani di sicurezza, ecc.) lo dimostrino.
I tentativi di infangare la Cina aumenteranno avvicinandosi all'8 agosto e si svilupperanno anche durante i Giochi e sicuramente quei media (come in Italia) che gia' inzuppano sistematicamente il pane sempre negli stereotipi anticinesi troveranno cento modi per farlo anche nei prosimi mesi.
Loro fanno il loro (vero) mestiere di provocatori e seminatori di confusione e stereotipi: inutile lamentarsi, piuttosto sarebbe il caso di aiutare le prime generazioni cinesi (che spesso sono genitori o parenti di Associni) a riflettere ed a reagire nel modo piu' adeguato, che e' quello, invece, di utilizzare l'occasione Olimpiadi (da subito, non da agosto) per valorizzare nei propri negozi e ristoranti l'immagine dell'intreccio fra tradizione culturale ed innovazione che la Cina cerca di dare con queste Olimpiadi e farlo in primo luogo verso quegli "Italiani medi" che sono i piu' contaminati da una informazione mediatica sulla Cina sostanzialmente basata sul consolidamento degli stereotipi.
Ad ognuno il suo mestiere: ai provocatori il loro, a chi crede nell'interculturalita' (o, in questo caso, a chi ama la Cina) il suo; i primi vincono nell'immaginario collettivo solo se i secondi non fanno bene il loro dovere e quel che potrebbero fare.
