Spie cinesi
Dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, non potendo più girare film sul Check point Charlie o sulle spie che venivano dal freddo, cominciano a fare tendenza le notizie, vere o presunte, sulle spie con gli occhi a mandorla, per conto del Paese del dragone o che, viceversa, ne vogliono carpire i segreti.
Gira la voce, dopo le rivelazioni di due responsabili cinesi che ultimamente hanno chiesto asilo politico in Australia, di circa mille (1.000!) spie cinesi attive in Canada che si dedicherebbero soprattutto allo spionaggio industriale. Guarda caso, proprio nel mese di giugno è stata introdotta dal Governo di quel paese una disposizione che restringe notevolmente la possibilità di acquisto di imprese canadesi, grandi e piccole, da parte di società estere, ovviamente per motivi di sicurezza nazionale. Il deputato conservatore Peter Mackay, aveva dichiarato che "la Cina ha un interesse enorme a prendere possesso delle nostre risorse naturali e a dominare la nostra economia. Le spie cinesi registrano conversazioni telefoniche e mettono in piede campagne di minacce", ed aveva aggiunto che "il Canada perde miliardi (di dollari canadesi - NdR) per via dello spionaggio economico". Dunque, detto e fatto, sia pure con molte cautele, anche perché la Cina è il secondo partner economico del Canada dopo gli Usa.
La triste realtà, è che gli agenti del Governo cinesi sembrano dedicare le loro attenzioni, anche in Canada, soprattutto alla repressione dei membri del movimento religioso d’ispirazione buddista Falun gong, proibito in Cina e perseguitato anche all’estero.
Spia high tech in gonnella
Una ragazza cinese di 22 anni è stata rimessa in libertà dalla giustizia francese dopo circa due mesi di detenzione perché accusata di spionaggio industriale ai danni della società Valeo. La giovane donna, laureata in matematica, in meccanica dei fluidi cosi come in fisica applicata, effettuava uno stage presso questa ditta che l’accusa di intromissione in un sistema automatico di gestione dati e di abuso di fiducia. L’accusa nei suoi confronti rimane comunque in piede, anche perché nel suo appartamento i poliziotti hanno ritrovato sei computer e due hard disk di "enorme potenza" dove erano immagazzinati dati considerati "riservati" dai dirigenti della società Valeo che opera nel settore automobilistico. Una tecnologia un po’ eccessiva per una semplice stagista.
I servizi segreti francesi stimano che i servizi cinesi conducano una intensa attività di spionaggio in ambito economico con particolare riguardo alle tecnologie di alta gamma.
L’imbarazzo di Canberra
Nell’ultimo mese, un anziano diplomatico cinese, Chen Yonglin, primo segretario del consolato generale a Sydney, un ex-poliziotto, Hao Fengjun, nonché due professori dell’università di Pechino, Yuan Hongbing e Zhao Jing, hanno chiesto asilo politico a Canberra, mettendo in difficoltà il governo australiano che sta cercando in tutti i modi di migliorare le proprie relazioni economiche e politiche con la Repubblica popolare, ed, in particolare, sta attualmente trattando un accordo bilaterale di libero scambio.
Hao, un ex-membro dei servizi di sicurezza, avrebbe rivelato che dei responsabili pechinesi erano stati autorizzati dalle autorità australiane ad interrogare una cinquantina di cinesi detenuti nei centri per immigrati clandestini. Tra di loro diversi membri della setta Falun gong.
La persecuzione della Falun gong dura oramai da diversi anni anche all’estero. La setta stessa ha presentato denunce per assassinio, tortura e rapimenti in ben dieci paesi. La Falun gong, che rivendica milioni di aderenti, è stata proibita in Cina nel 1999 e sottoposta a una dura repressione. Il gruppo denuncia casi di tortura e di assassinio a spese di almeno 1.600 dei suoi membri, mentre sarebbero migliaia gli arrestati.
La "spia" che viene da Hong Kong
In compenso, anche le autorità di Pechino denunciano casi di spionaggio a loro danno. Il 22 aprile scorso è stato arrestato in Cina e accusato di spionaggio, il giornalista di Hong Kong, Ching Cheong, che lavora per il quotidiano ôStraits Timesö di Singapore. Sua moglie, Mary Lau, presume che l’arresto del marito sia da mettere in relazione con il tentativo di quest’ultimo di recuperare un manoscritto contenente interviste segrete del dirigente riformista Zhao Ziyang morto nel gennaio scorso. Zhao, ex-segretario generale del Partito comunista, era caduto in disgrazia e tenuto agli arresti domiciliari fino al suo decesso, in seguito al suo tentativo di dialogo con i giovani che nel 1989 avevano occupato Piazza Tienanmen.
Secondo un comunicato del ministero degli affari esteri, Ching, avrebbe ammesso di seguire le istruzioni di diversi servizi stranieri in cambio di denaro. Le interviste a Zhao erano state realizzate da Zong Fengming, ex-giornalista dell’Agenzia Nuova Cina e maestro di ôqigongö (una tecnica cinese di meditazione tramite il controllo della respirazione), che come tale era uno dei pochi a potere avvicinare Zhao. Il giornalista di Hong Kong è evidentemente caduto in una trappola nel tentativo di ottenere il testo inedito di queste interviste.
fonte:
www.aprileonline.info