innanzi tutto concordo con cilex sull'importanza della cucina italiana non in sé, ma in termini di:
- immagine del Paese;
- testimonial dei prodotti agroalimentari;
- elemento dell'attrazione turistica
e quindi socioeconomici, culturali, occupazionali.
Sottovalutarla, come hanno fatto per decenni (salvo a chiacchiere) le istutuzioni e i media italiani, banalizzarla (come in trasmissioni RV inguardabili o al servizio dell'"esperto" di turno), non valorizzarla (oggi a Galleria Colonna ho preso un opuscolo gratuito che riproduce TUTTE le iniziative gastronomiche della Catalogna del 2008, con data, luogo ed orari, mentre in Italia si sono sprecati 14 MILIONI di Euro per creare un sito, che ne valeva comunque poche decine di migliaia, di valorizzazione degli elementi culturali, gastronomici, architettonici, folklorici del Paese che era tanto pieno di fesserie da doverlo chiudere!!!) é stato ed é di per sé un errore catastrofico (in piccolo lo stanno facendo anche i ristoratori cinesi in Italia con le loro cucine regionali: si vede che si sono adattati all'andazzo generale del Paese in cui operano...!) che si coniuga a scandali come quelli delle mozzarelle, del Brunello, ora dell'olio.
In secondo luogo, se la gastronomia (con l'undotto che ho citato) é uno dei pochi pilastri poteniali dell'"eccellenza" italiana e i risultati sono quelli che quella clasifica dimostra, allora si tratta di un sintomo fra i tanti di problemi ed incapacità assai più generali dell'talia stessa.
Spero che altri (Cinesi inclusi) imparino ad evitare i nostri errori invece che adeguarvisi.