Ti immagini una giornata come tante, e all'improvviso ti crolla letteralemente il mondo addosso? E non fai neppure in tempo a finire di pensare e ti ritrovi calpestato dalla forza della natura, forse non sai neppure che questo è un terremoto perchè ormai vedi solo buio e soffri così tanto nel corpo che non c'è spazio per altro dolore. E resti lì, ore dopo ore, o giorni dopo giorni, inerme a tutto, senza altra forza che quella effimera della speranza...Puoi soltanto sperare e intanto marcisci con gli morti, e sopraggiunge veloce anche il timore per i tuoi cari, o forse sarebbe meglio dire la disperata incertezza che si tenta ogni secondo di fugare per non morire sotto un'angoscia tanto grande. E la tragedia sconfinata è che si muore sempre in attesa, in attesa di essere salvato, e sogni questo sotto strati e strati di peso, dove nessuno pu? sentire il tuo pianto e la morte non giunge prima che la speranza si spenga, la speranza che la vita non sia finita ancora e che non pu? finire così. Nel nostro intimo, ognuno crede di essere immortale, anche se la ragione mostra l'imminenza della fine... ma la speranza è così forte...come solo la vita sa essere. E la morte ci rapisce, prima che smettiamo di sognare...Natura umana, come sai essere nobile nella tua essenza più pura...
E se sei così fortunato di venire salvato? Forse ti devono amputare qualche arto, anche se sei così giovane e pieno di promesse...Perchè non basta sopravvivere alla catastrofe, bisogna sopravvivere anche al dolore. Forse vieni a sapere che non hanno trovato nessuno della tua famiglia, dei tuoi amici, e allora ti viene inevitabilmente in mente l'ultima visione di tuo figlio che ti saluta prima di andare a scuola, o di tua moglie o marito che esce di casa per lavoro, o dei genitori che non hai guardato abbastanza l'ultima volta, per poterne fermare l'immagine ... Sei solo, senza nulla che possa chiamarsi tuo...Non ti rimane nient'altro che un fugace ricordo della vita che fu...e la speranza in quella che sarà...speranza nell'uomo, speranza nella solidarietà capace di soffrire per il soffrire altrui, di commuoversi per le lacrime dell'uomo.