L'Australia e la sua politica sull'immigrazione - Generale - Associna Forum

Autore Topic: L'Australia e la sua politica sull'immigrazione  (Letto 2962 volte)

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yang

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L'Australia e la sua politica sull'immigrazione
« il: 30 Maggio, 2008, 09:41:26 am »
DICHIARAZIONI DEL MINISTRO AUSTRALIANO PETER COSTELLO

       Non sono contrario allòimmigrazione
       e non ho niente contro coloro
       che cercano una vita migliore venendo in Australia.
       Tuttavia ci sono questioni che coloro che recentemente
       sono arrivati nel nostro paese e, a quanto sembra,
       anche qualcuno dei nostri concittadini nati qui,
       devono capire.
       L?idea che lòAustralia deve essere una comunità multiculturale è
       servita
       soltanto a dissolvere la nostra sovranità ed il sentimento di
        identità
       nazionale.
       Come australiani, abbiamo la nostra cultura, la nostra società, la
       nostra lingua ed il nostro modo di vivere.
       Questa cul tura è nata e cresciuta durante più di due secoli di
       lotte,
       processi e vittorie da parte dei milioni di uomini e donne
       che hanno cercato la libertà di questo paese.
       Noi parliamo lòinglese,
       non il libanese, lòarabo, il cinese, il giapponese, il russo o
       qualsiasi
       altra lingua.
       Perci?, se desiderate far parte della nostra società, imparate la
       lingua!
       La maggioranza degli australiani crede in Dio. Non si tratta
       soltanto di
       un affare privato di qualche cristiano fondamentalista di destra, ma
       vi è un dato di fatto certo ed incontrovertibile: uomini e donne
       cristiani
       hanno fondato questa nazione su principi cristiani, ed è chiaramente
       documentato nella nostra storia e dovrebbe essere scritto sui muri
       delle
       nostre scuole.

       Se il nostro Dio vi offende, allora vi consiglio
       di prendere in considerazione la decisione di scegliere un'altra
       parte
       del mondo per mettere su casa, perché Dio è parte della nostra
       cultura.
       Accetteremo le vostre opinioni religiose, e non vi faremo domande,
       però daremo per scontato che anche voi accettiate le nostre e
       cercherete di vivere in pace ed armonia con noi.
       Se la Croce vi offende, o vi molesta, o non vi piace, allora dovrete
       pensare seriamente di andarvene da qualche altra parte.
       Siamo orgogliosi della nostra cultura e non pensiamo minimamente di
       cambiarla, ed i problemi del vostro paese di origine non devono
       essere
       trasferiti sul nostro.
       Cercate di capire che potete praticare la vostra cultura, ma non
       dovete
       assolutamente obbligare gli altri a farlo.
       Questo è il nostro paese, la nostra terra, il nostro modo di vivere
       vi offriamo la possibilità di viverci al meglio.
       Ma se voi cominciate a lamentarvi, a piagnucolare, e non accettate
       la
       nostra bandiera, il nostro giuramento, i nostri impegni , le nostre
       credenze cristiane, o il nostro modo di vivere, vi dico con la
       massima
       franchezza che potete far uso di questa nostra grande libertà di cui
       godiamo in Australia: il diritto di andarvene.
       Se non siete felici qui, allora andatevene.
       Nessuno vi ha obbligato a venire nel nostro paese.
       Voi avete chiesto di vivere qui: ed allora accettate
       il paese che avete scelto. Se non lo fate, andatevene!
       Vi abbiamo accolto aprendo le porte del nostro paese; se
       non volete essere cittadini come tutti in questo paese, allora
       tornate
       al paese da cui siete partiti!

       Questo è il dovere di ogni nazione.

       Questo è il dovere di ogni immigrante
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da yang »

ultracina

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« Risposta #1 il: 30 Maggio, 2008, 11:01:48 am »
:twisted:  :twisted:  :twisted: parole dure ma vere :twisted:  :twisted:  :twisted:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ultracina »
chittussei? vo\'ncheuei? icchè tu face? (feis) che va allo space? (speis) icchèttudici? la\'vo\'na bici? indottuvvai? alle hawaai?

jiani

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« Risposta #2 il: 30 Maggio, 2008, 12:36:25 pm »
io sono italiana (di origine italiana), non sono mai stata un'immigrata, e non so cos'altro abbia detto o fatto sto costello; però non penso sia tutto sbagliato quello che dice, posto che vai abitudini che trovi, non si pu? pretendere di cambiare un paese a propria immagine; è come quando gli italiani vanno all'estero e si lamentano che non c'è la pasta cucinata bene: per quello si deve stare a casa!
Sono intollerante? Spero di non offendere nessuno,  a me piacciono le influenze culturali!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da jiani »
incuriosita dalla cina!

marcowong

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« Risposta #3 il: 30 Maggio, 2008, 13:40:46 pm »
mah è l'immagine che si vuole dare del proprio paese. Se il padrone di una casa ti dice: sei il benvenuto a casa mia purchè ti ricordi che qui comando io e si fa quello che dico io e come lo dico io, concludi immediatamente che non sei il benvenuto.
E magari noti la leggera incongruenza di chi, per insediarsi in tale casa, ha sloggiato quelli che c'erano ancora prima di lui senza rispettarne il loro dio e le loro credenze, senza parlarne la lingua, senza voler comunicare con loro ma confinandoli in riserve e così via.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

cavallo

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« Risposta #4 il: 30 Maggio, 2008, 13:59:01 pm »
se leggete il libro "L'Orda" di Stella scoprite che l'Australia tradizionalmente é stata nel XIX ed inizio X secolo uno dei Paesi in cui si sono avute maggiori discriminazioni e violenze contro fli immigrati non-anflosassoni, in particolare...CINESI ED ITALIANI (gli Italiani erano definiti "Cinesi d'Europa"), con leggi con quote etniche, norme razziste, linciaggi, ecc.


Il bello é che, come dice marcowong, gli "Australiani" veri sono solo gli Aborigeni a cui i coloni anglosassoni hanno inflitto un genocidio (di cui oggi i discendenti si scusano ipocritamente), la conversione forzata e (fino agli anni '60 del XX secolo!!!) il ratto dei figli per obbligarli ad "assimilarsi".

E va infine ricordata l'origine dei coloni anglosassoni per tutto il CXIX secolo:  a parte qualche famiglia di latifondisti ed i funzionari colonali, i maschi erano galeotti deportati (l'Australia era una COLONIA PENALE!!!!) e le donne prostitute scacciate dall'Inghilterra!!!!


Se le tengano le loro "radici culturali"!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #5 il: 30 Maggio, 2008, 14:01:51 pm »
Citazione da: "ultracina"
parole dure ma vere

Ho i miei dubbi che siano parole vere.

Lo sono apparentemente, ma in realtà celano una buona dose di aggressività nei confronti di chi non è australiano e va a vivere in australia.

A parte l'arbitrio di dare per scontati diritti nazionali acquisiti in epoca storicamente recente espropriandone proprio quella che, fino ad allora, era l'unica vera popolazione australiana, vale a dire gli indigeni (perché questo hanno fatto gli inglesi, come ha accennato marcowong), sono sempre diffidente di chi invoca i principi cristiani per dividere e distanziare le persone piuttosto che per unirle.

Perché mi pare un tradimento di quegli stessi principi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

QQWO

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« Risposta #6 il: 30 Maggio, 2008, 19:40:49 pm »
si e' vero che dobbiamo rispettare le leggi e la cultura del paese che ci ospita ma questo non fa di noi dei schiavi nei loro confronti.
Dobbiamo ricordarci che ci vuole reciproco rispetto e tolleranza anche se qualche volta ci puo' scappare la pazienza.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da QQWO »

stafilo

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« Risposta #7 il: 30 Maggio, 2008, 22:22:38 pm »
Ma chi c***o è 'sto Costello ? Ma chi si crede di essere questo c******e  :evil:  :evil:  :evil:  :evil:

Io come italiano di religione cattolica mi vergogno profondamente di questo lugubre individuo con cognome , ahimè , italiano .
 
Tra l'altro che non parlasse tanto di indipendenza o di identità nazionale :
ma lo sapete voi chi è il capo di Stato dell'Australia ?
No ? Beh ve lo dico io :

E' la Regina di Inghilterra !!

No, non sono impazzito , è vero.

In realtà l'Impero (coloniale) britannico è diventato Commonwealth.

Per quanto mi riguarda considero ancora l'Australia ancora una colonia di Sua Maestà la Regina .

Dice che "hanno fondato questa nazione su principi cristiani" ? Sì certo , come no ! Che chiedesse agli aborigeni o che si informi su come l'Inghilterra mandasse al confino in Australia tutte le persone sgradite a Sua Maestà ! E ringrazi Dio che sono arrivati immigrati , così almeno la mentalità coloniale si deve confrontare con il diverso !

La mia esperienza di cattolico mi ha insegnato apertura ed accoglienza e questo tizio dovrebbe rifarsi il catechismo. Per me rappresenta solo se stesso e la sua superbia e grettezza mentale !  :evil:  :evil:  :evil:

Mi scuso con il moderatore se mi sono lasciato andare :?  , ma non sopporto l'arroganza di cui questo tizio è testimonianza.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da stafilo »

wen

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« Risposta #8 il: 30 Maggio, 2008, 23:37:03 pm »
Vado in Australia seminudo,mi vesto come gli aborigeni.
Spero che mi diano benvenuto.......
Qualcosa in piu:non mi lavero per 2 settimane...(piu originale)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da wen »
ô蒙古人除了马粪什么也没有留下ö

Alex80

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« Risposta #9 il: 31 Maggio, 2008, 01:18:11 am »
Mi sembra che il discorso di questo ministro abbia dei toni troppo nazionalistici e superbi...
Io credo che ad un immigrato vada richiesto esattamente quello che si richiede ad un autoctono, vale a dire il rispetto delle leggi, così come sarebbe tenuto a rispettarle nella sua terra d'origine. Per il resto, egli dovrebbe godere ovviamente degli stessi diritti in materia di libertà personale che sono garantiti ai cittadini del Paese in cui si è trasferito, e quindi essere tutelato anche nell'espressione dei propri valori culturali. A volte però, si verificano delle situazioni un po' complesse, in cui la persona vede limitata la possibilità di esprimere la propria cultura d'origine in quanto ci? implicherebbe dei comportamenti che nel suo Paese di provenienza sono tollerati, ma che in quello ospitante vengono considerati illeciti. Per esempio, la pratica dell'infibulazione in Italia è reato, e credo che una persona che proviene da un Paese in cui viene praticata in maniera legittima, qui dovrebbe rinunciarvi.
Una persona che decide di emigrare deve essere conscia del fatto che potrebbe andare incontro anche a determinate rinunce, in termini culturali, qualora sussistano importanti conflitti di valori tra quelli della sua cultura d'origine e quella del Paese in cui immigra, come nell'esempio che ho citato...Nei restanti casi, egli dovrebbe avere la massima libertà nell'esprimere la sua identità culturale. Se da una parte deve tutelare le sue origini, è nel suo stesso interesse però, anche cercare di accogliere, almeno in parte, la cultura del Paese che ha deciso essere la sua nuova patria: impararne la lingua e conoscerne le leggi è un qualcosa che non deve essere visto solo come un pressante onere, ma soprattutto come l'opportunità di poter acquisire quegli strumenti conoscitivi in grado di agevolare la propria integrazione, e di rendere il soggetto consapevole non solo dei propri doveri, ma anche dei propri diritti, e quindi in grado di difenderli.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »