per dubbio:
non avevo e non ho alcuna intenzione di offenderti: a volte fingere di non sapere é una forma di tutela (discutibile ma non tale da essere tema di insulio) della propria posizione, delle propie fonti di informazioni, del proprio ruolo pubblico (esigenze che io non ho ma che altri, in diversa posizione e con differenti scelte talora hanno).
Resta il fatto che ad esempio tu hai affrmato ora "Non c'è Ricucci o Tronchetti Provera che tenga, nessuno è mai riuscito a comprare un intero quartiere condominializzato" ma ammetti su Genova che "Così ogni tanto qualche speculatore riesce a "conquistare" un singolo edificio" mentre prima affermavi: "Acquistare in blocco un condominio è pertanto impossibile". Vedo che c'é, diciamo, una evoluzione ed ora dici che non s riesce ad acquistare UN INTERO QUARTIERE CONDOMINIALIZZATO ma ammetti che si pu? acquistare speculativamente UN INTERO CONDOMINIO.
Bene, é un buon punto di partenza.
Aggiungi poi: "il che non trasforma urbanisticamente alcunché". A Genova la trasformazione urbanistica non é (ancora) avvenuta perché non si é (ancora) innescato un progetto (a parte quello sulla fronte a mare di Renzo Piano, iniziato nel 1992 che non ha riguardato il tessuto urbano interno) della potata di quello milanese, senza il qquale la speculazione resta "puntiforme" (nel senso di singoli edifici). Ma nulla impedisce che se serve (cioé quando un simile progetto nascesse) si compri un palazzo dopo l'altro con lo stesso metodo.
Concordo con te che i quartieri presso il porto di Genova avrebbero bisogno di un ntervento complessivo, ma NON del tipo milanese (distruzione e riedificazione con mutamento totale di volumetrie, destinazione, ecc. reso possibile a Milano anche dalla presenza di fabbriche e pertinenze ferroviarie dismese), bensì del tipo del Piano Cervellati (purtroppo applicato solo in parte) a Bologna, ossia di restauro e adeguamento con la partecipazione degli abitanti (a Bologna si sperimentò anche l'autorestauro).
La linea scelta dalla speculazione edilizia (e dai suoi complici politici) a genova, invece, é quela di favorire il degrado di quella zona (anche il degrado fisico degli edifici), facendone provvisoriamente anche un gheto i appartamenti con affiti in nero a migranti, per CREARE le condizoni di un mutamento di Piano regolatore (quando ce ne saranno le condizioni politiche) che permetta infine la loro distruzione e riedificazione, che resta l'operazione più vantaggiosa per la speculazione.
Ma questo fa parte di un discorso, come dici tu, sulle "mani sulle città" che non esula da questo topic e ne richiede un altro, bensì diventa estraneo a questo Forum, che riguarda la situazione dei Cinesi e se ho affrontato la questione urbanistica (e delle "scatole cinesi" immobiliari, di cui "Ano Zero" ieri sera ha dato interessanti esempi) é solo in rapporto alla questione Paolo Sarpi perché resto sempre più convinto che un Comune come Milano non si muove come ha fatto solo er rispondere ai fastidi del'ingrosso, dei carrelli, dei furgoni.
Resta il fatto che:
1) i Cinesi di Paolo Sarpi hanno visto per anni (come dicono marcowong e Idra) ignorate le loro proposte di collaborazione all'Amministrazione per modificare consensualmente la situazione;
2) il valore degli alloggi nell'area é AUMENTATO e continua ad aumenta, mentre nelle aree di degrado (incluse parti dei quartieri contermini a porto di Genova o San Salvario a Torino) cala e quindi oggettivamente non pare che il degrado a Paolo Sarpi sia così forte...;
3) nessun gruppo di commercianti italiani delle dimensioni della comunità cinese di Paolo Sarpi é mai stato oggetto di provedimenti punitivi, ricatatori e tali da creare danni economici catastrofici a pate del Comune di Milano come quelli previsti per i Cinesi;
4) nessuna situazione consimile (e l'Esquilino lo é) in termini di insediamento e di problemi (ingrosso, furgoni, ecc.) in altre città italiane e in altre aree milanesi con presenza rilevante cinese (di cui non si parla...) ha visto decisioni simili a quelle relative a Paolo Sarpi ma nessuna di tali situazioni ha rapporto con un progetto di ristrutturazione urbanistica come quello che riguarda la zona Garibaldi a Milano: é un caso questa coincidenza?
5) come detto al punto 2, il valore degli appartamenti di Paolo Sarpi CRESCE, mentre come detto al punto 3, i provvedimenti municipali provocano un CROLLO del valore dei negozi cinesi: ci? rende PIU' FACILMENTE ACQUISIBILI i negozi (e gli appartamenti dei Cinesi commercianti che pure vivono in zona e traslocherebbero in molti casi coi loro negozi, vista la distanza con Arese) in presenza della isrutturazone "Garibaldi" di cui al punto 4: é un caso anche questa
coincidenza?
6) infine, continuo a non sapere CHIe CON QUALI CAPITALI pu? acquistare 500 negozi (il dato che tu citi) che i Cinesi dovrebbero liberare e PER FARNE COSA? Mi risulta che a Milano (come a Roma e altrove) c'é una grande crisi del commercio al minuto, di cui sai bene le cause e quindi vorrei sapere come sia immaginable he 500 commercianti VRI e ONESTI milanesi si insedino in brevissimo tempo a Paolo Sarpi al osto dei Cinesi, per fare che e vendere cosa: se colleghi questo roblema con queli dei punti 2, 3, 4, 5 ti rendi conto che le mie ipotesi sul ruolo della speculazione e di capitali non-trasparenti non sono bizzarre; solo capitali riciclati, infatti, (camuffati) permettono di occupare spazi lavorando IN PERDITA e solo investimenti speculativi (opachi) in attesa del completamento della ristrutturazione urbanistica "Garibaldi" (e delle sue conseguenze al contorno) permettono di realizzare una simile operazione: hai idee alternative? conosci centinaia di neo-commercianti e ristoratori milanesi che attendono di rivitalizzare Paolo Sarpi dopo la cacciata dei Cinesi?
Comunque, poiché io a Paolo Sarpi non ci vivo e tu sembra di sì, ti formulo ancora i miei migliori auguri che tu ed altri residenti non dobbiate presto rimpiangere Cinesi, furgoni e carrellini messi di fronte a "disagi" ben peggiori dai nuovi padroni dell'urbanistica nell'area.
Naturalmente a quel punto Paolo Sarpi, senza Cinesi, non farà più notizia , neppure su questo Forum.
Certo, come dicono Idra e Marco Wong ci sarebbe ancora tempo e possibilità, invece, per cooperare e rivitalizzare ASSIEME, Cinesi e non, Paolo Sarpi, dialogando, valorizzando le diversità, delocalizzando gradualmente e parzialmente (co agevolazioni e aiuti e non con "grida" degne dei governatori descritti dal Manzoni) l'ingrosso, diversificando, facendo di Paolo Sarpi anche un'attrazione commerciale e perfino turistica, collegandosi alle vocazioni "fashion" proclamate di Milano, riprendendo ad usare le strade per iniziative culurali ANCHE CINESI nvece che per multe e scarico meci soltanto, ecc. Ma questo non é possibile finché i residenti continuano a farsi ogettivamente (lo vogliano o no) strumento di ricatti (ZTL, delocalizzazione onerosa, ecc.) che alla fine non li vedranno vittoriosi sui Cinesi, ma sconfitti dopo di loro da chi le "mani sulla città" le mette da anni e fa danni ben peggiori e ben più duraturi (un furgone si sposta, un grattacielo no) dell'ingrosso cinese.
Con ci? da parte mia ho detto tuto e non intendo ripetermi. Non cerco di convertirti, ma di evidenziare che ci sono legami di cui non si tiene conto, il che da parte tua (che dimostri intelligenza, cultura e conoscenza specifica di dati) stupisce. Buon futuro, tenendo presente che il futuro non é scritto nelle stelle o nei cervelli dei politici ma é quel che colletivamente produciamo coi nostri atti oggetivi e anhe con le nostre inazioni!