i nuovi arrivi di migranti in Italia, visti...da Oujda - Diritti dell'immigrato & Osservatorio - Associna Forum

Autore Topic: i nuovi arrivi di migranti in Italia, visti...da Oujda  (Letto 1191 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

cavallo

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 14.723
  • Sesso: Maschio
  • silvio marconi, antropologo e ingegnere
    • Mostra profilo
i nuovi arrivi di migranti in Italia, visti...da Oujda
« il: 27 Dicembre, 2008, 16:02:24 pm »
http://www.repubblica.it/2008/11/sezion ... atale.html

trovo molto interessanti i commenti nel blog di "Repubblica", tanto più da qui dove mi trovo a lavorare nella Cooperazione allo Sviluppo  dal 10 al 30 dicembre, ossia ad Oujda (ho postato stamane un articolo per ASSOCINA sulla situazione dei prodotti cinesi in questo luogo), capoluogo della Regione Orientale del Marocco, a meno di 15 km dalla frontiera algerina, e una delle "capitali" dell'emigrazione marocchina in Europa, soprattutto in Francia e Belgio e in misura assai minore in Spagna, Germania ed Italia.

Un luogo in cui le rimesse dei migranti sono la fonte essenziale di reddito per interi quartieri (Oujda ha 450.000 abitanti nella parte "ufficiale" della città e altrettanti stimati in quella delle case abusive, degli habitats insalubri, delle grandi baraccopoli periferiche) e per buona parte dei villaggi attorno e dove, in gran parte in baracche e sotto tende, sopravvivono in condizioni indicibili anche circa (il numero vero é ignoto) 150.000 persone dell'Africa subsahariana arenatesi qui dopo aver attraversato il deserto del Sahara, mentre speravano di raggiungere in qualche modo l'Europa.

Un luogo da cui quello che (impropriamente come notano alcuni lettori di "Repubblica") viene definito "assedio a Lampedusa" (che contraddice tutte le chiacchiere governative italiche sulla lotta ai "clandestini" e sugli accordi con Gheddafi) appare nel suo vero senso: la punta di un iceberg di un fenomeno che nessun muro, nessuna crisi economica europea, nessuna motovedetta potrà arrestare perché affonda le sue radici in contraddizioni create dal colonialismo e dal postcolonialismo e che l'Occidente si guarda bene dal voler davvero affrontare.

Buona Fine d'Anno da questa finestra sulla realtà di un Mondo che a Roma, Parigi, New York, Londra si vorrebbe far finta non esistesse e non fosse figlio delle scelte occidentali...!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

vasco reds

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 12.160
  • Sesso: Maschio
  • vasco rossi andrologo, psicoterapeuta
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #1 il: 27 Dicembre, 2008, 23:13:48 pm »
una cosa è certa, in spagna non c'è la lega nord  al governo, e nemmeno nessun rappresentante di "destra":

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... i-sei.html

http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... o-all.html
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

cavallo

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 14.723
  • Sesso: Maschio
  • silvio marconi, antropologo e ingegnere
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #2 il: 28 Dicembre, 2008, 09:44:29 am »
1) la Spagna ha una realtà socioeconomica ben diversa dall'Italia e non sono paragonabili le situazioni migratorie dei/nei due Paesi (basti pensare al diverso ruolo dell'agricoltura nell'economia nazionale);
2) é assurdo stupirsi della durezza delle misure spagnole dato che la politica migratoria del governo Zapatero non é figlia dell'Oriente, dell'Islam, della RPC o dell'Unione Africana ma di quello stesso Occidente di cui parlo nel commento e che é la caua prima storica (ed attuale) dei drammi migratori africani; del resto:
- la Spagna occupa ancora illegalmente Ceuta e Melilla in Marocco, come retaggio del suo ex-dominio coloniale su larghe aree di quel paese (e quindi della sua corresponsabilità, assieme alla Francia, della sua condizione), il che prova l'essenza della sua politica verso l'Africa;
- la Spagna é stata storicamente un protagonista di primo piano del genocidio degli amerindi in particolare e più in generale della prima fase del colonialismo  europeo (quella "vecchia", XV-XVII secolo) nelle Americhe, in Africa del Nord ed in Asia (Filippine) e quindi la sua politica attuale risente di tale eredità (senza la quale sarebbe un Paese più povero del Mali e non avrebbe i tesori d'arte e di architettura che le danno una rendita turistica rilevantissima);
- la Spagna é stata in Marocco protagonista di repressioni coloniali feroci nella seconda fase coloniale (XIX-XX secolo) che nessuno, neppure le forze di sinistra spagnole ha mai rinnegato o analizzato a fondo; basti pnsare che mentre Franco (che era stato uno dei generali che avevano guidato quelle repressioni coloniali in Marocco, prima, e quella contro i minatori delle Asturie spagnole poi) ha usato nella guerra civile le truppe coloniali marocchine, i comunisti usavano argomenti razzisti ("arrivano i Mori a insozzare le nostre città e campagne!") contro tali truppe invece di chiamarle a ribellarsi (come proponevano gli antifascisti italiani delle Brigate Internazionali): su questo aspetto c'é stato un interessante convegno a Malaga nel 1996.

Essere di estrema destra (sottolineo estrema) vuole quasi sempre dire anche (ma non sempre) essere difensori del razzismo e del peggio dell'Occidente; essere di sinistra (specie in Occidente, dove TUTTI viviamo dei privilegi frutto della rapina plurisecolare verso il resto del Mondo), purtroppo, non vuole altrettanto quasi sempre dire essere antirazzisti e capaci di analizzare le colpe storiche dell'Occidente; basti pensare alle analisi di Karl Marx in "La questione indiana" e "La questione irlandese" dove difende l'imperialismo britannico in India (schematicamente perché distruggendo con le leggi, la fame e la violenza la piccola proprietà agricola e l'artigianato indiano crea quel proletariato che farà la rivoluzione...) e lo condanna per l'azione in Irlanda (bianca, cattolica, europea...).

Basti pensare al fallimento della linea  asservita al pensiero occidentale marxista  delle rivolte operaie in Cina negli anni '20, perseguita dalla prima direzione del PCC, linea che verrà ribaltata vittoriosamente da Mao che punterà invece sui contadini come forza principale della rivoluzione.

Basti pensare che dal 1949 in poi, solo in Vietnam una lotta di liberazione nazionale é stata guidata da un Partito comunista, dato che a Cuba, in Angola, in Algeria, in Mozambico, in Marocco, in Tunisia, in Senegal, in Guinea Bissau, in Congo, ecc. i partiti comunisti filo-sovietici o hanno avversato la lotta o sono stati inglobati da movimenti nazionalisti resisi egemoni malgrado loro, che semmai si sono autodichiarati marxisti solo una volta preeso il potere per godere dell'appoggio sovietico contro gli USA (vedi Cuba, Angola, Mozambico, ecc.).

Basti pensare che il PC francese per i primi anni della guerra d'Algeria espelleva i suoi militanti che disertavano l'esercito coloniale francese impegnato a reprimere la lotta di liberazione algerina, perché il PCF sosteneva che l'Algeria "é Francia" e che i ribelli erano "deviazionisti nazionalisti" e cambio' posizione solo su "consiglio" dell'URSS.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)