cilex, tu non hai fatto degenerare alcunché e spero che i seminatori di Ot consentano a te, me e chi vuole continuare a dialogare seriamente sul topic da te iniziatio di farlo.
dunque, riprendendo da dove avevamo lasciato e considerando le povere provocazioni e gli OT come una nera parentesi (per parafrasare la prima lezione all'Università di Napoli di Benedetto croce dopo il buio del fascismo), credo che tu ponga un problema importante, del resto posto spesso da altri nel Forum "Seconde Generazioni", e che ha a che fare, invece che con paragoni insulsi con "anni di piombo" o simili, con una questione che é guarda caso al centro della recente antropologia: il significato stesso del concetto di "identità".
ossia "chi sono?", "che <appartenenza> sento e cos'é l'<appartenenza>?", "chi definisce chi e cosa sono?" "come muta il mio rispondere alla domanda - chi sono io?- dinanzi agli atteggiamenti degli altri (curiosità/chiusure, amicizia/discriminazione, ecc.) ed al mutare delle condizioni socioculturali al contorno (boom/crisi, solidarietà/egoismo, ecc.)?"
é logico che tali questioni le senta più di ogni altro una seconda generazione e che le senta in modo più acuto quando ci si trova (come ora, in Italia) in una fase di crisi economica, di valori, di riferimenti, di modello e contemporaneamente di crescita della xenofobia, del razzismo, delle criminalizzazioni ingiuste, dell'individualismo spacciato via TV, della difusione di menzogne e stereotipi.
forse, Cilex, proprio queste tue domande potrebbero aiutare te, ma anche chi in condizione diversa dalla tua (cioé non é seconda generazione) a compiere il passo in avanti di trasformare la riflessione dal caso individuale, che resta importante, al fenomeno collettivo ed al SENSO/SIGNIFICATO di concetti strumentalizzati, abusati, mistificati, violentati come "identità" ed "appartenenza".
Infatti, in realtà, non sono solo le "seconde generazioni" ad avere questo problema che appare "irrisolto", ma lo siamo tutti, perchè le "identità" pure, uniche e fisse NON ESISTONO esono mistificazioni, dato che:
* tutti siamo eredi di intrecci culturali diversi (linguistici, gastronomici, artistici, storici, di oriine degli antenati, ecc.);
* nessuna cultura é pura ma sempre figlia di tali intrecci;
* ciascuno di noi ha contemporaneamente varie identità che lo differenziano/lo collegano in modo diverso ad altri (ad esempio si pu? esere romani juventini/romani laziali oppure milanesi juventini: il romano juventino si differenzia dal milanese juventino per dialetto e città di origine ma é accomunato al milanese dalla tifoseria calcistica)
* le appartenenze non coincidono con le identità e non sono fisse: ad esempio si pu? cambiare appartenenza religiosa, politica, sportiva, sindacale, ecc. senza cambiare altri aspetti della propria identità e tantomeno della propria origine.
ci? significa che:
- quel che spesso si percepisce come limite e difficoltà (perché così ce lo fanno percepire le campagne infami razziste occidentali da 2 secoli), ossia l'essere "né carne, né pesce", "meticcio culturalmente" (e talora non solo), "in bilico fra più identità" é invece una IMMENSA RICCHEZZA E FORZA da cui partire per valorizzarsi e valorizare gli "atlri";
- il vero problema non é schierarsi con i "Cinesi" o gli "Italiani", i "Cattolici" o i "Musulmani" come se queste fossero categorie fisse, immutabili ed incompatibili (pensa solo a come sono diversi e mischiati dalla/nella Storia non solo fli "Utaliani" stessi ma i cosiddetti "padani", o anche solo i "veneti", ecc.), ma schierarsi e lottare (anche sul Forum...) contro coloro che creano gerarchie etniche, "razziali", identitarie, ossia razzisti e xenofobi.
e se oggi la situazione, come tu dici, in Italia é tale da creare angoscia, ci? non deve valere in modo diverso per chi ha nonni cinesi o umbri, rumeni o bolognesi, perché già accettare queta differenza é darla vinta a chi crede falsamente che gli eseri umani si classificano in base al colore, alla forma degli occhi, ai passaporti, alla "padanicità", ecc., mentre, come dice un'azzeccata campagna antirazzista della CGIL: "il sorriso, il sudore, le lacrime, il sangue, il pianto di tutti gli esseri umani hanno lo stesso colore!".