non é stato dimenticato nessuno, posto che anche i governi cosiddetti di centrosinistra post-tangentopoli avevano componenti essenziali democristiane con nome e rinnovato e posto che invece comunisti ed ex-comunisti non hanno mai avuto omogeneità progettuale (semmai purtroppo qualche subalternità per eccesso di filoliberismo alla Fassino) con la FIAT, al di là del feudo locale torinese dove (con l'eccezione della parentesi di Gramsci nel 1919-21 e di Novelli negli anni '70, oltre che della FIOM, naturalmente) in tutto il panorama politico, urbanistico, istituzionale "non si muove foglia che la FIAT non voglia".
naturalmente con la FIAT hanno fatto i conti tutti, ma diverso é avere atteggiamenti forti o discutibilmente deboli (anche pressati da infami ricatti occupazionali) verso tale gruppo industriale e il suo padrone, diverso é invece essere la stampella, il paravento, la fleboclisi, la bombola di ossigeno, il corifeo, il guardaspalle della pseudo-dinastia Agnelli (priva di alcun merito proprio) per un secolo, come invece hanno fatto i soggetti politici che ho esattamente elencato, da posizioni di potere governativo, adattando agli interessi di questa dinastia di assistiti dalla mano pubblica, evasori, vampiri di risorse statali, ricatatori sociali, e collaborazionisti i piani della ricostruzione postbellica, gli investimenti nelle autostrade, la non-politica del trasporto su rotaia e del trasporto pubblico in genere, le regalìe in terreni e sgravi fiscali, le tariffe (privilegiate) INAIL ed elettriche, la cecità sul monopolio nel settore auto, schegge di politica estera, gli approvvigionamenti per la Difesa e molto altro.