ottimo,
spero si cercherà anche di favorire (secondo le più avanzate tendenze circa il marketing immateriale) la valorizzazione in termini commerciali (ma anche di correlazione interculturale) degli elementi di cultura immateriale insiti in alcune categorie di prodotti cinesi (alimentari, oggettistica, fiori artificiali, prodotti erboristici, ecc.) e in forme di offerta di tali prodotti (es. sale da te' e affini), esperienza già lungamente in atto in altri Paesi relativamente alla realtà cinese (ad esempio in Francia) e peraltro pratica comune di operatori di cooperazione allo sviluppo e di commercio equosolidale italiani da decenni, ma del tutto estranea finora al mondo del commercio cinese in Italia.
mi auguro infatti che accanto alle questioni importantissime relative alla normativa, alle diversificazioni, all' analisi di mercato, ecc. si tenga conto anche di questa dimensione che ha risvolti economici enormi, risvolti relativi alle relazioni fra persone e comunità rilevanti e implicazioni anche normative e amministrative (basti pensare alle discriminazioni subite dalle erboristerie cinesi rispetto a quelle italiane, ad esempio a Roma...)