04/12/2009
http://it.peacereporter.net/articolo/19 ... imo+LeaderCarissimo Leader
La Corea del Nord rivaluta la sua valuta all'improvviso. Facendo schizzare in alto l'inflazione e diffondendo il panico nel Paese
I risparmi accumulati faticosamente, volatilizzati da un giorno all'altro. Resse all'entrata delle banche e gara a chi cambia per primo il denaro al mercato nero. Negozi chiusi per ordine delle autorità e coprifuoco nelle regioni al confine. Voci, subito smentite, di un attacco al "caro Leader" Kim Jong-il. La Corea del Nord è in subbuglio. Tutto merito della rivalutazione della sua moneta, il won, imposta dal regime probabilmente per tornare in completo controllo dell'economia.
All'improvviso, Pyongyang ha dato alla popolazione sette giorni di tempo - fino a domenica 6 dicembre - per portare agli sportelli delle banche statali tutte le banconote in suo possesso. Per uscirne però con molte di meno, a un cambio di 100-1: le banconote da 1.000 won diventano da 10, e questo fino ai primi 100.000 won. Oltre, la conversione passa a 1.000-1, come buttare i soldi nel cestino. Considerato che al mercato nero un dollaro vale 3.800 won (il tasso ufficiale è 140), in sostanza un individuo pu? cambiare un massimo di 40 dollari (27 euro). Il resto del denaro deve essere depositato nelle banche del regime, da cui non è chiaro se mai potrà uscire.
La decisione, secondo le testimonianze raccolte dalle agenzie di stampa sudcoreane, ha provocato un diffuso panico nel Paese. Almeno una persona si è suicidata per la disperazione di aver perso tutto, il malumore della gente è sempre più evidente, e l'inflazione per i generi più comuni è alle stelle: i prezzi del riso e del tofu, viene riportato, sono aumentati di 15-20 volte in pochi giorni. L'esercito nordcoreano è in stato di allerta. Le autorità hanno promesso "punizioni spietate" contro chi trasgredisce all'ordine di portare le banconote in banca. Per prevenire possibili tentativi di fuga, nelle zone al confine con la Cina è stato imposto un coprifuoco.
I motivi della decisione, ovviamente, non sono stati spiegati. Ma, cercando di entrare nella testa di Kim, alcuni analisti fanno notare anche il dispetto che il "caro Leader" probabilmente prova nel vedere il valore del won scendere inesorabilmente, negli scambi con la Cina; così, quasi per questione di prestigio, il dittatore potrebbe aver deciso di rivalutarlo. Così come potrebbe aver avuto un peso la volontà di introdurre riforme economiche in previsione di lasciare un Paese più stabile al figlio Kim Jong-un, che si considera sia "il prescelto" per raccogliere le redini della Corea del Nord dalle mani del padre, 67 anni e apparso nettamente più debole dopo il probabile ictus che l'ha colpito l'anno scorso.
Qualunque sia il motivo, la mossa di Kim è un rischio politico non da poco per il regime. Grazie alle timide riforme degli ultimi anni, un'iniziale rete di scambi commerciali - che ha aperto il Paese a più generi alimentari, ma anche musica e serie tv sudcoreane - ha consentito a piccoli mercanti di accumulare un po' di denaro in won. Sono proprio loro i più danneggiati dalla rivalutazione forzata della moneta: i grandi imprenditori collegati al regime fanno affari in dollari o yuan, i più poveri a malapena dispongono di qualche banconota. Se il "caro Leader" pensa di riportare questo embrione di classe media sotto il suo controllo, magari temendo che si allei con elementi del regime in disaccordo con le sue decisioni, toglierle i denari accumulati potrebbe far aumentare ancora di più il risentimento popolare.
Alessandro Ursic