La sfida tra città e campagna nella Cina al tempo della crisi
Passata la bufera economica, sulla stampa locale torna in discussione tutta la politica di salvataggio dell’economia nazionale basata sull’intervento pubblico. Una novità per un Paese abituato a severe censure di pensiero.
http://www.terranews.it/news/2010/01/la ... ella-crisi
in cina esiste da mo?due correnti di pensiero: una destra e piu incline al capitalismo e una di sinistra, e piu incline allo stato. Tanto che quasi meta delle grandi aziede cinesi fresche di privatizzazione hanno ai vertici dei loro direttivi intelletuali con un background di economia politica ( 131 su 274) e ovviamente piu inclinii ad una crescente privatizzazione.
Ora sembra che il modello capitalistico tutto roientato alle riforme, all occidentalizzazione sia subendo un ripensamento. Se lòosannato (da cttv che nel 2002 gli conferi il titolo di economista dellòanno.i) professore Zhang Weiying affermo che la "l economia pianificata e?il fondamento del despotismo politico", sembra che recentemente non abbia piu riscontrato la popolarita di cui godeva: probabilmente cio ha influeit anche la cirsi finanziaria.
Comunque gli intelletuali in cina hanno un ruolo di primo piano, che in italia si sognano: vengono "realmente" ascoltati dai politici e leader.
Personalita come Wang Hui e Zhang Weiying, Yu Keping e Pan Wei, Zheng Bijian e Yan Xuetong conosciuti solo in Cina(ma i cui "effetti" si fanno sentire anche al di fuori dei confini cinesi!) , trovano sempre un orecchio nel governo attento ai loro piani di riforma e anche loro si ritrovano nel atavica lotta tra destra e sinistra,che coinvolge il grado di intervento dello stato nell economia,che forma devono avere le riforme e quale il potere.