alex, ripeto che concordo su larghissima parte di quel che scrivi, ma non sul rapporto fra interesse verso le culture orientali e verso i maschietti cinesi che si aggirano per Paolo Sarpi (non credi ci siano modi alternativi e più "culturali" di intrecciare la conoscenza di maschietti cinesi con quella della cultura cinese, a Milano?
?), fermo restando che un singolo caso non fa un fenomeno e che la mia é solo una ipotesi sul caso singolo (richiestami da kinzika nel post) tratta da analisi su fenomenologie diverse.
e resto in disaccordo circa la non esistenza di barriere artificialmente costruite fra le realtà cinese e giapponese per chi in diverso modo (anche a partyire dal pop) si accosta all'Estremo Oriente.
Se vogliamo fare un riassunto di fenomeni significativi (e non di nicchia striminzita, qui sta la differemza), l'attenzione in Italia all'Oriente Estremo é andata più o meno così:
fase I) XIX secolo-inizo del XX - interesse per le "cineserie" e l'arte giapponese sulla scia del romanticismo tedesco e franco-britannico, nell'ambito di ristrettissime élites di aristocratici, letterati ed accademici (e di qualche ufficiale saccheggiatore....), segnato dall'"esotismo" di stampo colonial-razzista; diffusione di stereotipi letterari verso la piccola borgehsia, mancanza assoluta di conoscenza nelle classi popolari;
fase2) anni '20-'40 - sintonia ideologica di vertice fascismo-Giappone, diffusione di stereotipi positivi sulla "cultura giapponese" su nasde prettamente ideologica (es.: mitizzazione del samurai), assenza completa
di informazione sulla Cina;
fase 3) anni '50-'70 - interesse ideologico di ristrette minoranze politicizzate (in genere borghesi) verso la Cina maoista, diffusione di stereotipi negativi anticomunisti (la "cortina di bambù", la "Chiesa del silenzio") sulla Cina verso gli strati semi-colti delle masse popolari, mentre si assiste ad una nuova mitizzazione pluridimensionale del Giappone (filmografia, Hiroshima come vittimizzazione che lava dai peccati ignorati del bellicismo, simbologie gentili di peschi in giore, alta prodittività, sviluppo economico, tecnologia, ecc..) che viene CONTRAPPOSTO alla Cina; nel frattempo si verificano la Guerra di Corea e quella del Vietnam, la cui lettura viene inserita nel quadro della contrapposizione fra comunismo ed anticomunismo )con la Cina dalla parte del "cattivo" per gli anticomunisti e non del tutto da quella del "buono" per i filosovietici..... ;
fase 4) anni '80-90 - mentre inizia la modernizzazione postmaoista della Cina e si fa significativo l'arrivo di migranti dalla RPC, di quel Paese si parla soprattutto per i fatti di Piazza Tien An Men o per i gilms di kunh gu di Bruce Lee (HK) e poco altro: si sa della Cina ancor meno che nella fase maoista....! Il Giappone intanto é simboleggiato dal "toyotismo", ossia assurge a modello di relazioni sociali ed industriali (la Corea del Sud ne fa da appendice); l'unica realtà cinese che si comincia a conoscere in Italia sono i ristoranti (che oggronoo cibi adattati all'occidentale o inventati....);
fase 5) XXI secolo - crisi dell'egemonia occidentale, crisi occupaZionale e precarizzazione in Italia, arrivo fi numerosi migranti cinesi e apertura di migliaia di attiviyà economiche cinesi in Italia, crescita economica della Cina, crisi parziale del modello giapponese, crollo della contrapposizione comunismo/anticomunismo su scala planetaria: la Cina é presentata come il "nuovo polo economico mondiale", i Cinesi in Iyalia sono criminalizzati ma invidiati, derisi ma simbolo di successo, considerati "invasori" ma corteggiati per vendere loro i negozi (migliaia di damiglie italiane, ragazzine incluse, hanno trattato con acquirenti cinesi, condomini cinesi, concorrenti cinesi....), cresce la sinofobia mediatica ma crescono pure le mode sinocentriche (iscritti a Cinese a Studi Orientali a Roma in 4 anni da 200 a 1000 nonostante gli sbocchi professionali restino quasi nulli....) cavalcate da finti maestri shaolin italiani, finte sale da te italiane, pubblicità stereotipate (caffé, sottaceti, ecc.), ecc.; la differenziazione CINA vs GIAPPONE /COREA DEL SUD( basata sulla rimozione delle radici CINESI delle civiltà giapponese e coreana!!!) cresce invece di ridursi, sui seguenti terreni di produzione di stereotipi:
- contraffazione;
- mafie;
- rapporto con l'Occidente;
- mitizzazione della Storia;
- arti marziali;
- qualità dei prodotti industriali e gastronomici.
si stabiliscono dualità fittizie in cui la Cina fa sempre la parte del cattivo:
* Cinesi mafiosi, Giapponesi no;
* cucina cinese povera e sporca, cucina giapponese no (e i Cinesi convertono i ristoranti in...giapponesi!);
* Cinesi invasori, Giapponesi no;
* Cinesi totalitari, Giapponesi no;
* Cinesi incolti (usando come esempio i migranti che non sono di alta cultura), Giapponesi no (perché i Giapponesi in Italia sono solo diplomatici, artisti, operatori economici di alto livello);
* Cina bellicosa, Giappone vittima della guerra (Hiroshima come icona), rimuovendo i crimini giapponesi;
* arti marziali cinesi ignote (shaolin a parte), arti marziali giapponesi diffusissime (pure quando in realtà sono di matrice cinese malamente nascosta....);
* i fumetti cinesi sono sconosciuti, i manga giapponesi di moda;
* le bands cinesi sono conosciute solo da infime minoranze di giovani italiani, quelle giapponesi e coreane impazzano sui blogs e su youtube;
* té ed alimenti cinesi di bassa gamma e prezzo, té ed alimenti giapponesi di alta gamma, cool e di alto prezzo;
* merci cinesi a basso prezzo come risposta alla crisi della maggioranza degli Italiani, ma vilipese dai media, merci giapponesi solo nell'alta gamma (elettronica, auto) ma superlodate dai media;
l'unica eccezione a questo panorama dove la Cina é il polo negativo e il Giappone quello positivo (artificiosamente) sta nel fatto che, specie i giovani italiani (che sanno ormai di essere destinati al precariato....) NON VEDONO ragazzi/e giapponesi di successo in Italia, mentre VEDONO ragazzi/e cinesi che già gestiscono negozi, che guidano auto talora di lusso, che usano borse ed abiti griffati (veri, non contraffatti....).
dopo di che ci sono giovani che NONOSTANTE QUESTO si interessano alla Cina, alla cultura cinese, ai Cinesi in modo serio, cercando occasioni di conoscenza, iniziativa, interazione, apprendimento (se non si capisce una cultura difficilmente si possono capire le persone di quella cultura...), anche grazie ad ASSOCINA, all'ARCI, ai Centri Confucio, alla rinata Italia-Cina, ecc. e molti (non tutti/e) fra loro capiscono pure che approcciare le seconde generazioni cinesi in Italia é cosa ulteriormente diversa dall'approcciare i loro genitori migranti e i Cinesi in Cina (le seconde generazioni in nessun caso storico sono "rappresentative al 100% della cultura di origine") e ci sono invece giovani che A CAUSA DI QUESTO (e non facendosi scrupoli circa gli stereotipi negativi sui Cinesi in Italia solo perché non se li fanno neppure circa gli arricchiti italici....) cercano il rapporto con il portafoglio gonfio mitizzato dei Cinesi in Italia (e credono che anche le seconde generazioni cinesi lo abbiano tutti gonfio...), naturalmente ignorando volutamente sacrifici, lacrime, fatica, debiti che ci sono dietro quegli "arricchimenti" e gli investimenti imprenditoriali.
non ho alcun elemento statistico per dire se una singola ragazza milanese appartiene al primo o al secondo tipo di giovani da me riassunti, ma ripeto che se la persona in questione non ha (e questo non lo posso sapere) altre forme di avvicinamento alla realtà "cinese" che quella di aggirarsi per Paolo Sarpi in cerca di maschietti di seconda generazione mi pare che l'ipotesi (certo non statistica....: si tratta di UNA persona) più probabile sia che l'approccio é del secondo tipo. Auguro a lei e a chi la incontri che invece sia del primo tipo.....
quel che é più rilevante é che a parte ASSOCINA, SECONDE GENERAZIONI, ARCI e pochi altri, in Italia si sta continuando a produrre quegli stereotipi anche contrappositivi tra Cina e Giappone (anche perché migranti giapponesi a "dare fastidio" alla xenofobia italica non ce ne sono...) che ho elencato e che contribuiscono a non far capire nulla né sulla Cina né sul Giappone (né sull'Italia stessa).... il che nel Mondo attuale non é solo eticamente sbagliato ma é collettivamente suicida