Cerco una ragazza italiana che bazzica in Sarpi con cinesi - page 7 - Generale - Associna Forum

Autore Topic: Cerco una ragazza italiana che bazzica in Sarpi con cinesi  (Letto 18960 volte)

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destiny

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« Risposta #90 il: 12 Maggio, 2010, 10:17:50 am »
Citazione da: "Alex80"
Citazione da: "destiny"
Si infatti la Fallaci che vaneggiava

sull'Eurabia lo diceva così per dire....

Appena morirò le chiederò

"Ma cara la mia cojona perché invece di Eurabia non parlavi di Popasia?".

 :-D  :-D

Eh Eh Eh Eh

Che i giovani si interessino alla Cina.. Alex va benissimo... sopratutto considerando che oggi ci sono già dimplomati nelle scuole secondarie di alcuni licei in Europa che hanno già un ottima base di cinese...

e dopo 1 anni CA di corso in Cina possono anche iscriversi alle Uni già direttamente in Cina...

Appunto, ci sono molti giovani che oggigiorno si interessano alla Cina genuinamente, grazie anche al contributo della cultura pop asiatica nel suo insieme, e mi sembrava bello metterlo in evidenza. Tutto qui.
Specie se si parla di ragazzine, ritengo più probabile che una che ricerca un contatto con un suo coetaneo cinese lo faccia perchè spinta da una sincera curiosità verso la sua cultura, piuttosto che per gli stessi motivi per cui un vecchiaccio bavoso italico si sceglie su internet una giovane mogliettina orientale. Dimmi cosa c'è di risibile nel mio discorso, che non l'ho capito...<_<;


Citazione
forse non sono tutte in fila per un principe arabo perchè non c'è stata ancora un'invasione culturale araba paragonabile a quella della cultura pop asiatica?



Hai presente la Fallaci?.... se sai di chi sto parlando!

Mai sentito il termine Eurabia?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da destiny »

vasco reds

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« Risposta #91 il: 12 Maggio, 2010, 12:59:44 pm »
Citazione da: "destiny"
Le persone corrette Cavallo

non mettono in bocca ad altri frasi che non hanno detto...

Leggi con attenzione!  

E non trarre conclusioni affrettate.

 :-D  :-D


 :-D  :-D  :-D  :-D  :-D  :-D
 :wink:  ;-)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

Alex80

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« Risposta #92 il: 12 Maggio, 2010, 14:09:04 pm »
Citazione da: "cavallo"
alex, ripeto che concordo su larghissima parte di quel che scrivi, ma non sul rapporto fra interesse verso le culture orientali e verso i maschietti cinesi che si aggirano per Paolo Sarpi (non credi ci siano modi alternativi e più "culturali" di intrecciare la conoscenza di maschietti cinesi con quella della cultura cinese, a Milano?????), fermo restando  che un singolo caso non fa un fenomeno e che la mia é solo una ipotesi sul caso singolo (richiestami da kinzika nel post) tratta da analisi su fenomenologie diverse.

Be', chiaramente è inutile che ci fossilizziamo sul comportamento specifico di quella ragazza che gira per Paolo Sarpi, dato che un singolo caso non è rappresentativo di nulla...ma in generale, secondo me non è da escludere che se qualche ragazza ha il desiderio di farsi degli amici cinesi, perchè affascinata dalla loro cultura, possa adottare anche questo tipo di approccio. Ergo, ritenevo giusto annoverare anche la questione "fascino per l'Oriente", consolidato in questi anni tramite un mezzo potente come internet, tra le possibili cause che spingono una giovane a ricercare un contatto coi cinesi.

Citazione
e resto in disaccordo circa la non esistenza di barriere artificialmente costruite fra le realtà cinese e giapponese per chi in diverso modo (anche a partyire dal pop) si accosta all'Estremo Oriente.

Se vogliamo fare un riassunto di fenomeni significativi (e non di nicchia striminzita, qui sta la differemza), l'attenzione in Italia all'Oriente Estremo é andata più o meno così:

fase I) XIX secolo-inizo del XX  - interesse per le "cineserie" e l'arte giapponese sulla scia del romanticismo tedesco e franco-britannico, nell'ambito di ristrettissime élites di aristocratici, letterati ed accademici (e di qualche ufficiale saccheggiatore....), segnato dall'"esotismo" di stampo colonial-razzista; diffusione di stereotipi letterari verso la piccola borgehsia, mancanza assoluta di conoscenza nelle classi popolari;

fase2) anni '20-'40 - sintonia ideologica di vertice fascismo-Giappone, diffusione di stereotipi positivi sulla "cultura giapponese"  su nasde prettamente ideologica (es.: mitizzazione del samurai), assenza completa
di informazione sulla Cina;

fase 3) anni '50-'70 - interesse ideologico di ristrette minoranze politicizzate (in genere borghesi) verso la Cina maoista, diffusione di stereotipi negativi anticomunisti (la "cortina di bambù", la "Chiesa del silenzio") sulla Cina verso gli strati semi-colti delle masse popolari, mentre si assiste ad una nuova mitizzazione pluridimensionale del Giappone (filmografia, Hiroshima come vittimizzazione che lava dai peccati ignorati del bellicismo, simbologie gentili di peschi in giore, alta prodittività, sviluppo economico, tecnologia, ecc..) che viene CONTRAPPOSTO alla Cina; nel frattempo si verificano la Guerra di Corea e quella del Vietnam, la cui lettura viene inserita nel quadro della contrapposizione fra comunismo ed anticomunismo )con la Cina dalla parte del "cattivo" per gli anticomunisti e non del tutto da quella del "buono" per i filosovietici..... ;

fase 4) anni '80-90 - mentre inizia la modernizzazione postmaoista della Cina e si fa significativo l'arrivo di migranti dalla RPC, di quel Paese si parla soprattutto per i fatti di Piazza Tien An Men o per i gilms di kunh gu di Bruce Lee (HK) e poco altro: si sa della Cina ancor meno che nella fase maoista....! Il Giappone intanto é simboleggiato dal "toyotismo", ossia assurge a modello di relazioni sociali ed industriali (la Corea del Sud  ne fa  da appendice); l'unica realtà cinese che si comincia a conoscere in Italia sono i ristoranti (che oggronoo cibi  adattati all'occidentale o inventati....);

fase 5) XXI secolo - crisi dell'egemonia occidentale, crisi occupaZionale e precarizzazione in Italia, arrivo fi numerosi migranti cinesi e apertura di migliaia di attiviyà economiche cinesi in Italia, crescita economica della Cina, crisi parziale del modello giapponese, crollo della contrapposizione comunismo/anticomunismo su scala planetaria: la Cina é presentata come  il "nuovo  polo economico mondiale", i Cinesi in Iyalia sono criminalizzati ma invidiati, derisi ma simbolo di successo, considerati "invasori" ma corteggiati per vendere loro i negozi (migliaia di damiglie italiane, ragazzine incluse, hanno trattato con acquirenti cinesi, condomini cinesi, concorrenti cinesi....), cresce la sinofobia mediatica ma crescono pure le mode sinocentriche (iscritti a Cinese a Studi Orientali a Roma in 4 anni da 200 a 1000 nonostante gli sbocchi professionali restino quasi nulli....) cavalcate da finti maestri shaolin italiani, finte sale da te italiane, pubblicità stereotipate  (caffé, sottaceti, ecc.), ecc.; la differenziazione CINA vs GIAPPONE /COREA DEL SUD( basata sulla rimozione delle radici CINESI delle civiltà giapponese e coreana!!!) cresce invece di ridursi, sui seguenti terreni di produzione di stereotipi:
- contraffazione;
- mafie;
- rapporto con l'Occidente;
- mitizzazione della Storia;
- arti marziali;
- qualità dei prodotti industriali e gastronomici.

si stabiliscono dualità fittizie in cui la Cina fa sempre la parte del cattivo:
* Cinesi mafiosi, Giapponesi no;
* cucina cinese povera e sporca, cucina giapponese no (e i Cinesi convertono i ristoranti in...giapponesi!);
* Cinesi invasori, Giapponesi no;
* Cinesi totalitari, Giapponesi no;
* Cinesi incolti (usando come esempio i migranti che non sono di alta cultura), Giapponesi no (perché i Giapponesi in Italia sono solo diplomatici, artisti, operatori economici di alto livello);
* Cina bellicosa, Giappone vittima della guerra (Hiroshima come icona), rimuovendo i crimini giapponesi;
* arti marziali cinesi ignote (shaolin a parte), arti marziali giapponesi diffusissime (pure quando in realtà sono di matrice cinese malamente nascosta....);
* i fumetti cinesi sono sconosciuti, i manga giapponesi di moda;
* le bands cinesi sono conosciute solo da infime minoranze di giovani italiani, quelle giapponesi e coreane impazzano sui blogs e su youtube;
* té ed alimenti cinesi di bassa gamma e prezzo, té ed alimenti giapponesi di alta gamma, cool e di alto prezzo;
* merci cinesi a basso prezzo come risposta alla crisi della maggioranza degli Italiani, ma vilipese dai media, merci giapponesi solo nell'alta gamma (elettronica, auto) ma superlodate dai media;

l'unica eccezione a questo panorama dove la Cina é il polo negativo e il Giappone quello positivo (artificiosamente) sta nel fatto che, specie i giovani italiani (che sanno ormai di essere destinati al precariato....) NON VEDONO ragazzi/e giapponesi di successo in Italia, mentre VEDONO ragazzi/e cinesi che già gestiscono negozi, che guidano auto talora di lusso, che usano borse ed abiti griffati (veri, non contraffatti....).

dopo di che ci sono giovani che NONOSTANTE QUESTO si interessano alla Cina, alla cultura cinese, ai Cinesi in modo serio, cercando occasioni di conoscenza, iniziativa, interazione, apprendimento (se non si capisce una cultura difficilmente si possono capire le persone di quella cultura...), anche grazie ad ASSOCINA, all'ARCI, ai Centri Confucio, alla rinata Italia-Cina, ecc. e molti (non tutti/e) fra loro capiscono pure che approcciare le seconde generazioni cinesi in Italia é cosa ulteriormente diversa dall'approcciare i loro genitori migranti  e i Cinesi in Cina (le seconde generazioni in nessun caso storico sono "rappresentative al 100% della cultura di origine") e ci sono invece giovani che A CAUSA DI QUESTO (e non facendosi scrupoli circa gli stereotipi negativi sui Cinesi in Italia solo perché non se li fanno neppure circa gli arricchiti italici....) cercano il rapporto con il portafoglio gonfio mitizzato dei Cinesi in Italia (e credono che anche le seconde generazioni cinesi lo abbiano tutti gonfio...), naturalmente ignorando volutamente sacrifici, lacrime, fatica, debiti che ci sono dietro quegli "arricchimenti" e gli investimenti imprenditoriali.

non ho alcun elemento statistico per dire se una singola ragazza milanese appartiene al primo o al secondo tipo di giovani da me riassunti, ma ripeto che se la persona in questione non ha (e questo non lo posso sapere) altre forme di avvicinamento alla realtà "cinese" che quella di aggirarsi per Paolo Sarpi in cerca di maschietti di seconda generazione mi pare che l'ipotesi (certo non statistica....: si tratta di UNA persona) più probabile sia che l'approccio é del secondo tipo. Auguro a lei e a chi la incontri che invece sia del primo tipo.....

quel che é più rilevante é che a parte ASSOCINA, SECONDE GENERAZIONI, ARCI e pochi altri, in Italia si sta continuando a produrre quegli stereotipi anche contrappositivi tra Cina e Giappone (anche perché migranti giapponesi a "dare fastidio" alla xenofobia italica non ce ne sono...) che ho elencato e che contribuiscono a non far capire nulla né sulla Cina né sul Giappone (né sull'Italia stessa).... il che nel Mondo attuale non é solo eticamente sbagliato ma é collettivamente suicida


Ritengo che questa tua analisi sia parziale.
Parli come se l'Occidente avesse assistito gioioso all'avanzata economica giapponese, ma così non fu affatto.
Quando i giapponesi immisero le prime automobili sul mercato, americani ed europei li derisero, e proprio come i cinesi oggi, anche i nipponici si guadagnarono lo stereotipo di copioni. Negli anni 80 poi, quando l'America inizi? a temere seriamente un possibile sorpasso giapponese, ci furono contrasti stridenti a livello commericale tra Usa e Giappone, e  l'ostilità americana contro il Giappone fu ribattezzata "Japan Bashing".
http://www.nipponico.com/dizionario/j/j ... .phpòpag=1
http://en.wikipedia.org/wiki/Japan_bashing
http://www1.sis.american.edu/students/s ... /JAPAN.PDF
Anche in Europa c'era preoccupazione per l'invasione delle merci giapponesi.
Questi timori andarono edulcorandosi col tempo, una volta che fu chiaro che il Giappone non rappresentava più una reale minaccia per l'egemonia economica statunitense; impantanato in una stagnazione pluriennale, il Paese del Sol Levante aveva infatti passato quella candidatura alla Cina.  A differenza del Giappone, però, che si era temuto potesse spodestare gli Usa solo sul versante dell'egemonia economica, la Cina oggigiorno rappresenta per gli Usa addirittura una nuova URSS, perchè la sua minaccia al primato americano si estende anche sul piano militare e politico.
Venendo ora all'Italia, parli come se i giapponesi, solo perchè furono nostri alleati, siano stati percepiti nel tempo come degli "eroi di guerra" o delle vittime, ma non è assolutamente vero secondo me, al massimo qualche nostalgico fascistoide pu? condividere questa idea...Il punto di vista prevalente nelle masse riguardo alla seconda guerra mondiale è quello che ci fu imposto dalla cinematografia americana, in cui i giapponesi sono i nemici da sconfiggere; di conseguenza, in generale gli italiani vedono tedeschi e giapponesi come i cattivoni della seconda guerra mondiale, mentre riguardo all'opinione che hanno di se stessi, probabilmente preferiscono dimenticarsi di essere stati parte dell'Asse e  ricordarsi come eroici partigiani.
La cultura nipponica è stata sempre percepita con grande diffidenza, così come tutta la cultura orientale in generale, prova ne sia il trattamento che fu riservato all'animazione giapponese: i cartoni animati giapponesi che invasero la tv italiana a partire dagli anni 70 suscitarono l'indignazione in massa dei genitori, al punto che furono bannati dalla Rai. Erano visti come essere tutti "brutti, diseducativi e violenti", dimenticandosi che pure Heidi era giapponese; in molti casi sarebbe bastato fare lo sforzo di comprendere che quei prodotti ritenuti inadatti per i bambini italiani erano tali non in quanto giapponesi, ma perchè pensati per un pubblico più grandicello, ma era più facile etichettarli in toto come spazzatura solo in base alla loro nazionalità, mentre i cartoni belli ed educativi erano quelli europei e americani, anche quando si trattava delle Tartarughe ninja, che a dispetto del nome, sono americanissime.
Le emittenti private (Mediaset in primis) continuarono nonostante tutto ad acquistare e trasmettere cartoni giapponesi per il loro basso costo, ma per farlo provvidero spessissimo ad operare su di essi una pesante censura, anche di tipo culturale, sostituendo i nomi originali dei personaggi con nomi inglesi ed italiani, e censurando tutti i riferimenti al Giappone, ideogrammi compresi.
Ci sono voluti anni perchè in Italia si iniziasse a sdoganare l'animazione giapponese, ovvero il tempo che i bambini degli anni 80 cresciuti con pane e Mazinga, diventassero trentenni.
Ma si sa che i pregiudizi sono duri a morire, per cui è facilissimo incappare ancora in articoli come questo http://www.ilgiornale.it/interni/la_tri ... comments=1
in cui il giornalista definisce tutta l'animazione giapponese "ciarpame deforme" (come se si dicesse che tutto il cinema italiano è scadente), ignorando paradossalmente il fatto che alla Pixar sono grandi estimatori di Hayao Miyazaki, e difatti proprio in Up hanno omaggiato il Castello Errante di Howl.
Per l'italiano medio poi, confermo quanto già detto in precedenza: l'Oriente è tutto la stessa cosa, per cui gli stereotipi che investono la Cina, ricadono anche sul Giappone, e viceversa...celebre è la scena in un film di Fantozzi al ristorante giapponese, in cui gli cucinano il cane della Silvani.
In ogni caso gli stereotipi e i pregiudizi chiaramente possono anche evolvere; per dire, oggi per molti italiani la tecnologia giapponese e coreana sono sinonimo di qualità, ma le prime volte in cui marche orientali ormai note si affacciarono sul mercato non godevano della stessa reputazione che hanno ora...la Cina farà sicuramente lo stesso percorso che hanno fatto gli altri due Paesi, anche se è vero che il suo regime è una variante specifica che potrebbe ostacolare l'abbattimento di certi pregiudizi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

cavallo

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« Risposta #93 il: 12 Maggio, 2010, 15:13:06 pm »
alex, come sempre sono d'accordo con alcune parti di quel che dici e con altre no:


a) "Quando i giapponesi immisero le prime automobili sul mercato, americani ed europei li derisero, e proprio come i cinesi oggi, anche i nipponici si guadagnarono lo stereotipo di copioni. Negli anni 80 poi, quando l'America inizi? a temere seriamente un possibile sorpasso giapponese, ci furono contrasti stridenti a livello commericale tra Usa e Giappone, e l'ostilità americana contro il Giappone fu ribattezzata "Japan Bashing".

io non mescolerei il contrasto USA-Japan (che certamente sfruttò anche il ricordo di Pearl Harbour e successive vicende....) o le posizioni in altri Paesi europei con la situazione in Italia, dove neppure la FIAY fece mai campagna contro la tecnologia giapponese ai livelli di martellamento mediatico dell'attuale demonizzazione della Cina (e di uso del tibetanismo negli spots!); il copia-copia giapponese veniva deriso amabilmente, quello cinese viene criminalizzato e per i Giapponesi MAI si parlò di mafia (che pure esiste in giappone come in Cina....) in Italia;
é invece verissimo quanto affermi: "A differenza del Giappone, però, che si era temuto potesse spodestare gli Usa solo sul versante dell'egemonia economica, la Cina oggigiorno rappresenta per gli Usa una nuova URSS, perchè la minaccia al proprio primato si estende anche sul piano militare e politico. ú e infatti la differenza é sul piano politico-ideologico (la Cina ha il peccato di essere considerata comynqye ROSSA....):

b) "parli come se i giapponesi, solo perchè furono nostri alleati, siano stati percepiti nel tempo come degli "eroi di guerra" o delle vittime, ma non è assolutamente vero secondo me, al massimo qualche nostalgico fascistoide pu? condividere questa idea...Il punto di vista prevalente sulle masse riguardo alla seconda guerra mondiale è quello che ci fu imposto dalla cinematografia americana, in cui i giapponesi sono i nemici da sconfiggere; di conseguenza, in generale gli italiani vedono tedeschi e giapponesi come i cattivoni della seconda guerra mondiale, mentre riguardo all'opinione che hanno di se stessi, probabilmente preferiscono dimenticarsi di essere stati parte dell'Asse e ricordarsi come eroici partigiani."  la filmografia USA antigiapponese é arrivata in Italia on MINIMA parte perché:
- realizzata DURANTE la Seconda Guerra mondiale (già con la Huerra Fredda si edulcorò molto la cosa...) non ebbe diffusione di massa immediata nel 1945;
- venne rapidamente sostituita da quella anticinese/anticomunista  dalla Guerra di Corea all'epoca de "Berretti Verdi" del Vietnam:
- in Italia giunsero abbastanza presto e vebbero apprezzati e premiati films giapponesi (specie di Kurosawa, a partire da L'ARPA BIRMANA e RASHOMON), mentre non giunsero per 50 anni film cinesi (esclusi i kung-gu-gilmf di HK....);
- il mito del Giappone-vittima fu abilmente gestito dai Giapponesi imperniandolo su Giroshima (e cancellando fli orrori delle aggressioni giapponesi) fin dal tempo della Guerra di Corea; TUTTORA la quasi totalità degli Italiani conosce vagamente le vicende della guerra del Pacifico  fra Alleati e Giapponesi e il massimo di "cattiveria" giapponese che conosce é risultato del film IL PONTE SUL FIUME KWAI (invece i film sui kamikaze li presentavano come eroi o al più pazzi e niente più, senza mai evidenziare il sistema che li produsse), mentre NON SA NULLA degli orrori compiuti dai Giapponesi in Corea e soprattutto Cina )anche perché tanto li hanno commessi verso Asiatici....!);
- intanto giardini giapponesi, ikebana, bonsai, origami, aquiloni, esaltazione del buskido, judo, ecc. hanno diffuso una immagine POSITIVA e DI ALTA CULTURA del Giappone, al contrario di quel che é avvenuto con la Cina di cui si sono conosciuti più i libretti e i ritratti di Mao che la raffinatezza culturale...., il tutto, certamente dentro una cornice di ignoranza generalizzata per l'Oriente che tu giustamente sottolinei esistere in Italia... che favorisce proprio queste mistificanti differenziazioni....

c) voglio poi ricordare 2 filoni importantissimi di films anticinesi assai noti in Italia e che non hanno paragone sul Giappone:
- quelli sui "poveri" Cristiani ed Europei maltrattati durante la rivolta dei Boxers (nessuno conosce i massacri di Cristiani realizzati in Giappone...);
- quelli della serie di Fu Manchu;
in un Paese con il Vaticano e la mafia, presentare la Cina come la culla della mafiosità più feroce e dell'anti-cristianesimo ha avuto risultati DUREVOLISSIMI e DI MASSA;

a questi si aggiungono recentemente i films stile "7 anni in Tibet" e tutte le campagne anticinesi sul Tibet che non trovano alcun riscontro un campagne simili sul trattamento delle minoranze etniche in Vietnam, Indonesia, Sri lanka e men che mai Giappone (Ainu), il che rende ancor più "mostruosa" l'immagine della Cina nel contesto asiatico....; a questo proposito vorrei ricordarti che quegli ambienti fascisti e nazisti che tu citi non sono estranei affatto all'orientalismo in Italia, basti pensare che era convintamente fascista e razzista Tucci, il più grande orientalista e Tibetologo italiano, a cui é stato intitolato il Museo di Arte Orientale.... e che larga parte della diffusione delle arti marziali giapponesi in Italia é stata realizzata dalle polisportive FIAMMA (ossia MSI) e che terroristi neonazisti italiani condannati per strage all'ergastolo hanno acquisito la cittadinanza giapponese e gestiscono reti di export giapponese verso l'Italia.... a riprova della forte connotazione ideologica (meno di nicchia di quel che si crede) di certe scelte "orientaliste"....

del resto nessun film cinese fra quelli di alto valore o di grande spettacolarità degli ultimi 10 anni ha mai fatto registrare successi di pubblico in Italia paragonabili ai films di Kurosawa o a film di Hollywood sui samurai ed a quelli anticinesi degli anni '50..... (ripresi nel caso della serie di Fu Manchu in decine di sketches televisivi italici per decenni...., fino a "Colorado")

d) " i cartoni animati giapponesi che invasero la tv italiana a partire dagli anni 70 suscitarono l'indignazione in massa dei genitori, al punto che furono bannati dalla Rai. Erano visti come essere tutti "brutti, diseducativi e violenti", dimenticandosi che pure Heidi era giapponese; in molti casi sarebbe bastato fare lo sforzo di comprendere che quei prodotti ritenuti inadatti per i bambini italiani erano tali non in quanto giapponesi, ma perchè pensati per un pubblico più grandicello, ma era più facile etichettarli in toto come spazzatura solo in base alla loro nazionalità, mentre i cartoni belli ed educativi erano quelli europei e americani, anche quando si trattava delle Tartarughe ninja, che a dispetto del nome, sono americanissime.
Le emittenti private (Mediaset in primis) continuarono nonostante tutto ad acquistare e trasmettere cartoni giapponesi per il loro basso costo, ma per farlo provvidero spessissimo ad operare su di essi una pesante censura, anche di tipo culturale, sostituendo i nomi originali dei personaggi con nomi inglesi ed italiani, e censurando tutti i riferimenti al Giappone, ideogrammi compresi.
Ci sono voluti anni perchè in Italia si iniziasse a sdoganare l'animazione giapponese, ovvero il tempo che i bambini degli anni 80 cresciuti con pane e Mazinga, diventassero trentenni."

mi permetto di notare che l'intero immaginario collettivo dei bambini italiani  degli anni '80 si basa proprio sui cartoons nippo, non solo quelli del tipo Mazinga ma quelli ambientati in un contesto pseudoeuropeo visto alla Giapponese come Heidy, Remi, Lady Oscar  e vorrei ricordarti il gigantesco fenomeno di massa successivo dei PoKemon (e non voglio parlare del Tamagochi...).... da cui l'Italia ha elaborato i Gormiti attuali; anche se le censure e le denigrazioni che tu citi sono avvenute non credo si possa neppure lontanamente  paragonare la massa di cartoons e gadgets giapponesi consumati dai giovanissimi in Italia con i cartoons cinesi, del tutto assenti o quasi (e paradossalmente più assenti ancora nel post-maoismo!!!), o con gadgets cinesi corrispondenti: in Italia nonn sono arrivati NEPPURE quelli delle Olimpiadi di Beijing 2008, mentre al tempo delle Olimpiadi di Tokio vi fu una vera invasione di gadgets ed é significativo che per Beijing al contrario che per Tokio non si sia registrata neppure la diffusione di gadgets contraffatti a Napoli (...o in Cina...)!

Dunque, certamente la maggioranza degli Italiani é ignorante ed imbottita di stereotipi sull'Asia (e non solo), ma non c'é paragone tra il livello di influenza nella cultura di massa italiana moderna (al contrario che nel periodo dalla Roma Anyica al XVII secolo....)  del Giappone (e dei suoi miti sapientemente costruiti ideologicamente ed alimentati) e della Cina finora; in più, ripeto, sono tanti degli stessi orientalisti occidentali e gli intellettuali giapponesi a favorire (attraverso censure storiche, mistificazioni, barriere artificiose contro cui ad esempio molto cercano di fare a VERSORIENTE a Roma....) l'idea errata di una differenza e di una totale autonomia della realtà storico-culturale giapponese (presentata come più "alta", "civile", "eroica", "raffinata", "onorevole") e quella cinese (presentata come più "feroce", "rozza", "di bassa qualità", "barbarica", "infida"); questo colpisce anche i settori MENO ignoranti della popolazione e perfino chi studia discipline orientali, anche grazie all'adesione a questo falso mito di tanti Italiani insegnanti di arti marziali, gestori di case da te, esperti di gastronomia, organizzatori di mostre floreali, organizzatori di corsi di calligrafia, esperti di moda,  ecc. (che contribuiscono con le loro scelte a rafforzare questo stereotipo anche fra chi é interessato all'Oriente).

e la contrapposizione é crescente e non calante (e quindi la percezione dei giovani italiani verso Cinesi e Giapponesi é divaricatissima....) e lo sarà finché i Cinesi e le seconde generazioni cinesi in Italia  non prenderanno loro in mano l'opera di seria valorizzazione degli elementi materiali ed immateriali della loro cultura in TUTTI i campi (dal té alla calligrafia, dal gioco all'arte marziale, dalla decorazione alla gastronomia, ecc.) e riusciranno  a far capire quanto la cultura cinese ha influito non solo su quella giapponese e di tutto l'Estremo Oriente  ma perfino su quelle occidentali, italiana compresa....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

vasco reds

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« Risposta #94 il: 12 Maggio, 2010, 15:13:15 pm »
Citazione da: "Alex80"
Citazione da: "cavallo"
alex, ripeto che concordo su larghissima parte di quel che scrivi, ma non sul rapporto fra interesse verso le culture orientali e verso i maschietti cinesi che si aggirano per Paolo Sarpi (non credi ci siano modi alternativi e più "culturali" di intrecciare la conoscenza di maschietti cinesi con quella della cultura cinese, a Milano?????), fermo restando  che un singolo caso non fa un fenomeno e che la mia é solo una ipotesi sul caso singolo (richiestami da kinzika nel post) tratta da analisi su fenomenologie diverse.

Be', chiaramente è inutile che ci fossilizziamo sul comportamento specifico di quella ragazza che gira per Paolo Sarpi, dato che un singolo caso non è rappresentativo di nulla...ma in generale, secondo me non è da escludere che se qualche ragazza ha il desiderio di farsi degli amici cinesi, perchè affascinata dalla loro cultura, possa adottare anche questo tipo di approccio. Ergo, ritenevo giusto annoverare anche la questione "fascino per l'Oriente", consolidato in questi anni tramite un mezzo potente come internet, tra le possibili cause che spingono una giovane a ricercare un contatto coi cinesi.

Citazione
e resto in disaccordo circa la non esistenza di barriere artificialmente costruite fra le realtà cinese e giapponese per chi in diverso modo (anche a partyire dal pop) si accosta all'Estremo Oriente.

Se vogliamo fare un riassunto di fenomeni significativi (e non di nicchia striminzita, qui sta la differemza), l'attenzione in Italia all'Oriente Estremo é andata più o meno così:

fase I) XIX secolo-inizo del XX  - interesse per le "cineserie" e l'arte giapponese sulla scia del romanticismo tedesco e franco-britannico, nell'ambito di ristrettissime élites di aristocratici, letterati ed accademici (e di qualche ufficiale saccheggiatore....), segnato dall'"esotismo" di stampo colonial-razzista; diffusione di stereotipi letterari verso la piccola borgehsia, mancanza assoluta di conoscenza nelle classi popolari;

fase2) anni '20-'40 - sintonia ideologica di vertice fascismo-Giappone, diffusione di stereotipi positivi sulla "cultura giapponese"  su nasde prettamente ideologica (es.: mitizzazione del samurai), assenza completa
di informazione sulla Cina;

fase 3) anni '50-'70 - interesse ideologico di ristrette minoranze politicizzate (in genere borghesi) verso la Cina maoista, diffusione di stereotipi negativi anticomunisti (la "cortina di bambù", la "Chiesa del silenzio") sulla Cina verso gli strati semi-colti delle masse popolari, mentre si assiste ad una nuova mitizzazione pluridimensionale del Giappone (filmografia, Hiroshima come vittimizzazione che lava dai peccati ignorati del bellicismo, simbologie gentili di peschi in giore, alta prodittività, sviluppo economico, tecnologia, ecc..) che viene CONTRAPPOSTO alla Cina; nel frattempo si verificano la Guerra di Corea e quella del Vietnam, la cui lettura viene inserita nel quadro della contrapposizione fra comunismo ed anticomunismo )con la Cina dalla parte del "cattivo" per gli anticomunisti e non del tutto da quella del "buono" per i filosovietici..... ;

fase 4) anni '80-90 - mentre inizia la modernizzazione postmaoista della Cina e si fa significativo l'arrivo di migranti dalla RPC, di quel Paese si parla soprattutto per i fatti di Piazza Tien An Men o per i gilms di kunh gu di Bruce Lee (HK) e poco altro: si sa della Cina ancor meno che nella fase maoista....! Il Giappone intanto é simboleggiato dal "toyotismo", ossia assurge a modello di relazioni sociali ed industriali (la Corea del Sud  ne fa  da appendice); l'unica realtà cinese che si comincia a conoscere in Italia sono i ristoranti (che oggronoo cibi  adattati all'occidentale o inventati....);

fase 5) XXI secolo - crisi dell'egemonia occidentale, crisi occupaZionale e precarizzazione in Italia, arrivo fi numerosi migranti cinesi e apertura di migliaia di attiviyà economiche cinesi in Italia, crescita economica della Cina, crisi parziale del modello giapponese, crollo della contrapposizione comunismo/anticomunismo su scala planetaria: la Cina é presentata come  il "nuovo  polo economico mondiale", i Cinesi in Iyalia sono criminalizzati ma invidiati, derisi ma simbolo di successo, considerati "invasori" ma corteggiati per vendere loro i negozi (migliaia di damiglie italiane, ragazzine incluse, hanno trattato con acquirenti cinesi, condomini cinesi, concorrenti cinesi....), cresce la sinofobia mediatica ma crescono pure le mode sinocentriche (iscritti a Cinese a Studi Orientali a Roma in 4 anni da 200 a 1000 nonostante gli sbocchi professionali restino quasi nulli....) cavalcate da finti maestri shaolin italiani, finte sale da te italiane, pubblicità stereotipate  (caffé, sottaceti, ecc.), ecc.; la differenziazione CINA vs GIAPPONE /COREA DEL SUD( basata sulla rimozione delle radici CINESI delle civiltà giapponese e coreana!!!) cresce invece di ridursi, sui seguenti terreni di produzione di stereotipi:
- contraffazione;
- mafie;
- rapporto con l'Occidente;
- mitizzazione della Storia;
- arti marziali;
- qualità dei prodotti industriali e gastronomici.

si stabiliscono dualità fittizie in cui la Cina fa sempre la parte del cattivo:
* Cinesi mafiosi, Giapponesi no;
* cucina cinese povera e sporca, cucina giapponese no (e i Cinesi convertono i ristoranti in...giapponesi!);
* Cinesi invasori, Giapponesi no;
* Cinesi totalitari, Giapponesi no;
* Cinesi incolti (usando come esempio i migranti che non sono di alta cultura), Giapponesi no (perché i Giapponesi in Italia sono solo diplomatici, artisti, operatori economici di alto livello);
* Cina bellicosa, Giappone vittima della guerra (Hiroshima come icona), rimuovendo i crimini giapponesi;
* arti marziali cinesi ignote (shaolin a parte), arti marziali giapponesi diffusissime (pure quando in realtà sono di matrice cinese malamente nascosta....);
* i fumetti cinesi sono sconosciuti, i manga giapponesi di moda;
* le bands cinesi sono conosciute solo da infime minoranze di giovani italiani, quelle giapponesi e coreane impazzano sui blogs e su youtube;
* té ed alimenti cinesi di bassa gamma e prezzo, té ed alimenti giapponesi di alta gamma, cool e di alto prezzo;
* merci cinesi a basso prezzo come risposta alla crisi della maggioranza degli Italiani, ma vilipese dai media, merci giapponesi solo nell'alta gamma (elettronica, auto) ma superlodate dai media;

l'unica eccezione a questo panorama dove la Cina é il polo negativo e il Giappone quello positivo (artificiosamente) sta nel fatto che, specie i giovani italiani (che sanno ormai di essere destinati al precariato....) NON VEDONO ragazzi/e giapponesi di successo in Italia, mentre VEDONO ragazzi/e cinesi che già gestiscono negozi, che guidano auto talora di lusso, che usano borse ed abiti griffati (veri, non contraffatti....).

dopo di che ci sono giovani che NONOSTANTE QUESTO si interessano alla Cina, alla cultura cinese, ai Cinesi in modo serio, cercando occasioni di conoscenza, iniziativa, interazione, apprendimento (se non si capisce una cultura difficilmente si possono capire le persone di quella cultura...), anche grazie ad ASSOCINA, all'ARCI, ai Centri Confucio, alla rinata Italia-Cina, ecc. e molti (non tutti/e) fra loro capiscono pure che approcciare le seconde generazioni cinesi in Italia é cosa ulteriormente diversa dall'approcciare i loro genitori migranti  e i Cinesi in Cina (le seconde generazioni in nessun caso storico sono "rappresentative al 100% della cultura di origine") e ci sono invece giovani che A CAUSA DI QUESTO (e non facendosi scrupoli circa gli stereotipi negativi sui Cinesi in Italia solo perché non se li fanno neppure circa gli arricchiti italici....) cercano il rapporto con il portafoglio gonfio mitizzato dei Cinesi in Italia (e credono che anche le seconde generazioni cinesi lo abbiano tutti gonfio...), naturalmente ignorando volutamente sacrifici, lacrime, fatica, debiti che ci sono dietro quegli "arricchimenti" e gli investimenti imprenditoriali.

non ho alcun elemento statistico per dire se una singola ragazza milanese appartiene al primo o al secondo tipo di giovani da me riassunti, ma ripeto che se la persona in questione non ha (e questo non lo posso sapere) altre forme di avvicinamento alla realtà "cinese" che quella di aggirarsi per Paolo Sarpi in cerca di maschietti di seconda generazione mi pare che l'ipotesi (certo non statistica....: si tratta di UNA persona) più probabile sia che l'approccio é del secondo tipo. Auguro a lei e a chi la incontri che invece sia del primo tipo.....

quel che é più rilevante é che a parte ASSOCINA, SECONDE GENERAZIONI, ARCI e pochi altri, in Italia si sta continuando a produrre quegli stereotipi anche contrappositivi tra Cina e Giappone (anche perché migranti giapponesi a "dare fastidio" alla xenofobia italica non ce ne sono...) che ho elencato e che contribuiscono a non far capire nulla né sulla Cina né sul Giappone (né sull'Italia stessa).... il che nel Mondo attuale non é solo eticamente sbagliato ma é collettivamente suicida

Ritengo che questa tua analisi sia parziale.
Parli come se l'Occidente avesse assistito gioioso all'avanzata economica giapponese, ma così non fu affatto.
Quando i giapponesi immisero le prime automobili sul mercato, americani ed europei li derisero, e proprio come i cinesi oggi, anche i nipponici si guadagnarono lo stereotipo di copioni. Negli anni 80 poi, quando l'America inizi? a temere seriamente un possibile sorpasso giapponese, ci furono contrasti stridenti a livello commericale tra Usa e Giappone, e  l'ostilità americana contro il Giappone fu ribattezzata "Japan Bashing".
http://www.nipponico.com/dizionario/j/j ... .phpòpag=1
http://en.wikipedia.org/wiki/Japan_bashing
http://www1.sis.american.edu/students/s ... /JAPAN.PDF
Anche in Europa c'era preoccupazione per l'invasione delle merci giapponesi.
Questi timori andarono edulcorandosi col tempo, una volta che fu chiaro che il Giappone non rappresentava più una reale minaccia per l'egemonia economica statunitense; impantanato in una stagnazione pluriennale, il Paese del Sol Levante aveva infatti passato quella candidatura alla Cina.  A differenza del Giappone, però, che si era temuto potesse spodestare gli Usa solo sul versante dell'egemonia economica, la Cina oggigiorno rappresenta per gli Usa addirittura una nuova URSS, perchè la sua minaccia al primato americano si estende anche sul piano militare e politico.
Venendo ora all'Italia, parli come se i giapponesi, solo perchè furono nostri alleati, siano stati percepiti nel tempo come degli "eroi di guerra" o delle vittime, ma non è assolutamente vero secondo me, al massimo qualche nostalgico fascistoide pu? condividere questa idea...Il punto di vista prevalente nelle masse riguardo alla seconda guerra mondiale è quello che ci fu imposto dalla cinematografia americana, in cui i giapponesi sono i nemici da sconfiggere; di conseguenza, in generale gli italiani vedono tedeschi e giapponesi come i cattivoni della seconda guerra mondiale, mentre riguardo all'opinione che hanno di se stessi, probabilmente preferiscono dimenticarsi di essere stati parte dell'Asse e  ricordarsi come eroici partigiani.
La cultura nipponica è stata sempre percepita con grande diffidenza, così come tutta la cultura orientale in generale, prova ne sia il trattamento che fu riservato all'animazione giapponese: i cartoni animati giapponesi che invasero la tv italiana a partire dagli anni 70 suscitarono l'indignazione in massa dei genitori, al punto che furono bannati dalla Rai. Erano visti come essere tutti "brutti, diseducativi e violenti", dimenticandosi che pure Heidi era giapponese; in molti casi sarebbe bastato fare lo sforzo di comprendere che quei prodotti ritenuti inadatti per i bambini italiani erano tali non in quanto giapponesi, ma perchè pensati per un pubblico più grandicello, ma era più facile etichettarli in toto come spazzatura solo in base alla loro nazionalità, mentre i cartoni belli ed educativi erano quelli europei e americani, anche quando si trattava delle Tartarughe ninja, che a dispetto del nome, sono americanissime.
Le emittenti private (Mediaset in primis) continuarono nonostante tutto ad acquistare e trasmettere cartoni giapponesi per il loro basso costo, ma per farlo provvidero spessissimo ad operare su di essi una pesante censura, anche di tipo culturale, sostituendo i nomi originali dei personaggi con nomi inglesi ed italiani, e censurando tutti i riferimenti al Giappone, ideogrammi compresi.
Ci sono voluti anni perchè in Italia si iniziasse a sdoganare l'animazione giapponese, ovvero il tempo che i bambini degli anni 80 cresciuti con pane e Mazinga, diventassero trentenni.
Ma si sa che i pregiudizi sono duri a morire, per cui è facilissimo incappare ancora in articoli come questo http://www.ilgiornale.it/interni/la_tri ... comments=1
in cui il giornalista definisce tutta l'animazione giapponese "ciarpame deforme" (come se si dicesse che tutto il cinema italiano è scadente), ignorando paradossalmente il fatto che alla Pixar sono grandi estimatori di Hayao Miyazaki, e difatti proprio in Up hanno omaggiato il Castello Errante di Howl.
Per l'italiano medio poi, confermo quanto già detto in precedenza: l'Oriente è tutto la stessa cosa, per cui gli stereotipi che investono la Cina, ricadono anche sul Giappone, e viceversa...celebre è la scena in un film di Fantozzi al ristorante giapponese, in cui gli cucinano il cane della Silvani.
In ogni caso gli stereotipi e i pregiudizi chiaramente possono anche evolvere; per dire, oggi per molti italiani la tecnologia giapponese e coreana sono sinonimo di qualità, ma le prime volte in cui marche orientali ormai note si affacciarono sul mercato non godevano della stessa reputazione che hanno ora...la Cina farà sicuramente lo stesso percorso che hanno fatto gli altri due Paesi, anche se è vero che il suo regime è una variante specifica che potrebbe ostacolare l'abbattimento di certi pregiudizi.


giusta analisi
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

Gia_76

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« Risposta #95 il: 12 Maggio, 2010, 15:46:01 pm »
In un sondaggio di un sito cinese fatto a UOMINI cinesi su quali fossero le loro priorità tra : lavoro, famiglia, amore, sesso, soldi, hanno risposto tipo 8% soldi, 15% amore, 78% famiglia, zero sesso, zero lavoro!
Ho l'idea che qui da noi i risultati sarebbero un pelino diversi :-D
Ovviamente è solo un sondaggio, non certo super indicativo, cmq che Dio benedica la variabilità genetica!

Sul discorso del Giappone: è ben visto ora che è zero pericoloso per l'Occidente, negli anni 80 e nei primi 90 era tutta una paranoia. E il Giappone è democratico, e con basi USA. Se davvero la Cina diventerà potente tanto da eclissare il dominio USA o l'Occidente fa volontariamente un passo indietro, o la Cina si occidentalizza, o la vedo brutta.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Gia_76 »

destiny

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« Risposta #96 il: 12 Maggio, 2010, 18:15:46 pm »
Citazione da: "vascoexinhong"
Citazione da: "destiny"
Le persone corrette Cavallo

non mettono in bocca ad altri frasi che non hanno detto...

Leggi con attenzione!  

E non trarre conclusioni affrettate.

 :-D  :-D

 :-D  :-D  :-D  :-D  :-D  :-D
 :wink:  ;-)  :-D

Ah Ah Ah Ah

Posso anche pensare che alcuni uomini potrebbero sentirsi offessi circondati da 100 playmates pronte a tutto...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da destiny »

300

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Re: Cerco una ragazza italiana che bazzica in Sarpi con cine
« Risposta #97 il: 23 Maggio, 2010, 01:20:23 am »
Citazione da: "Zhang901"
sto cercando un ragazza italiana molto giovane che gira sempre in paolo sarpi, ho sentito che le piace cinesi


Zhang901 ti do un consiglio, lascia perdere le c****** che ti hanno scritto in 7 pagine di commenti, quella è gente con grossi problemi esistenziali, piuttosto facci sapere se sei riuscito ad incontrare la ragazza che ti interessava. Buona fortuna...e fatti valere!   :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da 300 »
Il mondo è un tiranno ma solo gli schiavi gli ubbidiscono