E la mafia gialla è già storia - page 1 - Disinformazione e luoghi comuni - Associna Forum

Autore Topic: E la mafia gialla è già storia  (Letto 4020 volte)

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libero

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E la mafia gialla è già storia
« il: 08 Agosto, 2010, 12:29:13 pm »
E la mafia gialla è già storia
½I cinesi hanno cominciato a investire i proventi di attività illecite (prostituzione, sfruttamento, manodopera clandestina ed estorsione) acquistando i negozi da commercianti romani che vendono allettati da buone somme in denaro pagato cash
http://www.iltempo.it/roma/2010/08/08/1 ... oria.shtml
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cavallo

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« Risposta #1 il: 08 Agosto, 2010, 13:06:51 pm »
articolo che mescola dati reali e infamie e menzogne (ad esempio i ristoranti cinesi all'Esquilino sono esattamente 27 e non 300!!!!!!!!!!!!!) e stereotipi già denunciati più volte da valentina pedone, marcowong, il sottoscritto e molti Associni seconde generazioni cinesi che lavorano o vivono all'Esquilino.

si è già detto più volte su questo Forum e in mille altre sedi come:
- i Cinesi ad Esquilino siano poche migliaia, meno degli Italiani residenti e dei Bangladeshi;
- confondere evasione fiscale, illeciti amministrativi, irregolarità nei permessi di soggiorno, autosfruttamento, lavoro in nero, ecc. con le "mafie gialle" sia tentativo razzista di criminalizzare una intera comunità (a prato come a roma come altrove);
- le attività illegali ed irregolari (inclusi contrabbando, contraffazione, sfruttamento della prostituzione, falsificazione documenti, commercio abusivo, ricettazione, più tardi spaccio, controllo mafioso dell'ambulantato alimentare, finti saldi, ecc.) sono una "tradizione" di Esquilino (rione presso la Stazione Termini, simile in questo a quartieri nella stessa posizione o presso i porti di altre città europee) dalla Seconda Guerra Mondiale (si veda anche il film "Ladri di biciclette"), esercitate da residenti Romani doc e immigrati italiani (da Basso Lazio, Campania e Abruzzo e Umbria...), ed hanno costituito DECENNI PRIMA che arrivasse il primo Cinese la base materiale di vasta parte del commercio di Esquilino e delle vendite immobiliari; ad esse si sono nel tempo aggiunte anche alcune attività illegali di alcuni Nigeriani, poi Bangladeshi e Cinesi esattamente come si aggiungevano attività legalissime o rese irregolari solo dalle assurde norme sul permesso di soggiorno ed altro dei migranti (cjhe sono esserui umani fra cui ci sono "pecore nere" come tutti), man mano che giungevano.....;
- attualmente esistono presenze ad Esquilino di investimenti di riciclaggio in sale-giochi da parte della 'ndrangheta, in attività commerciali da parte della camorra, in B&B, pensioni, ecc. da parte della mafia, tutte nade in Italy DOC ma di questo gli articoli dei giornali sinofobi non parlano mai, né la destra razzista cita questi casi a lei non congeniali....;
- non sono le dichiarazioni isolate di una docente e di un Ufficiale della Finanza (corpo ricco di persone serie, professionali ed oneste ma anche di  farabutti e corrotti scoperti da inchieste della magistratura fin nei suoi vertici massimi...) a poter provare false confusioni usate solo per criminalizzare una intera comunità a scopo politico;
- non vi é nulla di illegale, ma semmai di altamente innovativo (anche rispetto alla trita contrapposizione stile '800 tra "ingrosso" e "dettaglio" cara agli amministratori locali italici....) nella strutturazione cinese ad esquilino  dei negozi come showroom (studiata dal gruppo di antropologi di "Esquilino Plurale" già 6 anni fa... e presebntata ad un Convegno alla facoltà di Studi Orientali con il I Municipio all'epoca) di un mercato che é su scala nazionale ed europea (vengono clienti anche da Francia e Germania!): se l'Italia e Roma fossero luoghi civili tale innovazione verrebbe studiata, accompagnata, valorizzata, tutelata da infiltrazioni criminali e da attacchi diffamatori e fatta fruttare per TUTTA la città di Roma, per TUTTI i suoi cittadini, di qualsiasi etnia, come una occasione di sviluppo serio.
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kay_asuma

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« Risposta #2 il: 08 Agosto, 2010, 14:49:03 pm »
pura fantascienza  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kay_asuma »
Solo uno stupido non torna dove è stato felice l\'ultima volta.....

dorian

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« Risposta #3 il: 08 Agosto, 2010, 15:27:26 pm »
indovina indovinello:

il tempo che storia ha ?
chi sono stati i suoi editori ?
chi lo finanzia ora ?
che parte politica sostiene ?
chi sono i suoi giornalisti ?
chi e è stato il direttore...attualmente....la  "mente, il tessitore  dell'attuale governo ?
etc etc etc....

non bisogna stupirsi de il tempo !
 :-D  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da dorian »

vasco reds

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« Risposta #4 il: 08 Agosto, 2010, 16:40:02 pm »
dove si possono trovare gli studi del gruppo informale esquilino plurale? su internet non c'è molto se non su questo link dove dice che svolge attività dal 2005
http://esquilinoplurale.blogspot.com/

altri link sono solo citazioni
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

dorian

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« Risposta #5 il: 08 Agosto, 2010, 19:41:05 pm »
ah il tempo

mala tempora currunt !

da tempo...ormai...

 :-D  :-D  :-D
come altri si sa !
 :-D  :-D
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cavallo

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« Risposta #6 il: 08 Agosto, 2010, 20:13:47 pm »
sono stati presentati al Convegno a Studi Orientali nel 2005 e consegnati in CD  e in testo cartaceo a Municipio I del Comune di Roma, Associazioni dei Migranti di Esquilino, Università (Facoltà Studi Orientali), ecc..

naturalmente in versione originale e completa  NON sono a disposizione di provocatori e simili ma solo di chi ne sa fare buon uso, infatti in ogni caso sono anche contenuti parzialmente e riassuntivamente nel testo "Il vicino cinese" (presentato con la mia partecipazione anche a VERSORIENTE il 31.01.09:
http://www.versoriente.net/default.aspò ... nto&id=139
"Esquilino plurale (gruppo di tre antropologi Emilio Berrocal, Giulia Cortellesi, Silvio Marconi).Vendere la vendita: rappresentazioni e stereotipi sulla presenza cinese all’Esquilino. Attraverso una ricerca sul campo il gruppo Esquilino plurale mette a nudo una serie di cliches che riguardano il commercio cinese in Italia.)

a cura di Valentina Pedone che include appunto un contributo di 3 degli antropologi di tale gruppo (compreso il sottoscritto) e che evidentemente il povero vasco e il pennivendfolo del TEMPO non hanno mai letto (non mi stupisce).....

d'altronde da quando ogni studio, relazione, ecc. viene necessariamente scaricata su Internetò???????

altri dati sulla criminalizzazione e mafioizzazione della comunità cinese sono contenuti nella ricerca della stessa Valentina Pedine  (ovviamente altrettanto ignota al povero vasco) del 2007 citata in:
http://www.associna.com/modules.phpòfil ... ws&sid=538

per finire, naturalmente non é vero quanto afferma vasco sui materiali relativi ad ESQUILINO PLURALE su Internet; ci sono anche:
1) un articolo sulla homepage di ASSOCINA (huogo estrabneo al povero vasco...) di 2 anni prima che io mi iscrivessi (fonte Migra);
2) una recensione della ricerca di ESQUILINO PLURAKE a cura della Caritas di Roma
Esquilino dei mondi lontani  Formato file: PDF/Adobe Acrobat - Visualizzazione rapida
Informale Esquilino Plurale- e le interessanti chiavi di lettura che propone sul Rione e alla loro capacità di pensare delle attività semplici ma molto ...
www.caritasroma.it/...Esquilino
ecc.
http://www.associna.com/modules.phpònam ... le&sid=332
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

libero

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« Risposta #7 il: 08 Agosto, 2010, 21:54:27 pm »
Da Piazza Vittorio la fine dell'Esquilino
Il reportage nello storico quartiere romano. Il trasferimento del mercato un boomerang. Scampoli di tradizione con la gelateria Fassi.
http://www.iltempo.it/roma/2010/08/08/1 ... assi.shtml
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Dubbio

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« Risposta #8 il: 09 Agosto, 2010, 00:18:48 am »
Citazione da: "cavallo"
anche rispetto alla trita contrapposizione stile '800 tra "ingrosso" e "dettaglio" cara agli amministratori locali italici

A quale teoria ottocentesca ti riferisci?

E di quale disciplina stai parlando?

Di quella relativa all'esercizio del commercio o dell'urbanistica?

Sai che in Italia la "contrapposizione" nasce nel 1998 con la legge Bersani che liberalizzando l'esercizio del commercio ha però introdotto l'incompatibilità tra esercizio del dettaglio e dell'ingrosso da parte della stessa impresa?

Sai che questa "contrapposizione" riguarda la gestione delle imprese e non ha alcun rapporto con la differenziazione urbanistica tra commercio all'ingrosso e commercio al dettaglio?

Sai che un insediamento commerciale di un tipo o dell'altro pu? essere legittimo sotto un profilo e contemporaneamente illegittimo sotto l'altro, o legittimo o illegittimo sotto entrambi i profili?

Se lo sai, la tua battuta sugli amministratori locali italici è fuori luogo e quindi aiuta la cattiva amministrazione, come tutte le critiche sbagliate fatte a chi in realtà ne meriterebbe di più serie ed efficienti.

Se non lo sai, hai perso una buona occasione per non fare il tuttologo a sproposito.

P.S.
Rispetto al tema del topic il mio commento è leggermente O.T. e me ne scuso, ma lasciar correre un inciso così rozzamente impreciso e aprioristicamente ironico sarebbe stato un cattivo servizio al forum.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cavallo

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« Risposta #9 il: 09 Agosto, 2010, 08:09:43 am »
mi riferisco al fatto che nel commercio la distinzione secca tra "ingrosso" e "dettaglio" (io non ho usato nel post precedente  i termini "teoria" e "disciplina",  trovali nel mio scritto, per favore, o riconosci che sei tu ad averli introdotti per incomprensione totale di quel che ho scritto.....) non é affatto nata nel 1998 con le norme di Bersani, dato che si tratta di concetti di origine tardo-medievale, rielaborati nella fase del mercantilismo e in quella della Riv.Industriale e su cui si basano concetti ripresi poi dalle norme asburgiche, papaline e sabaude sul commercio!

sto parlando di quel che si pu? trovare non nelle leggi urbanistiche degli anni '40 o '60 o nelle norme Bersani ma in ogni dizionario alle voci "ingrossso" e "dettaglio".... e nei più comuni testi di merceologia delle superiori

infatti il commercio all'ingrossso di tipo ottocentesco NON PREVEDE negozi-show rooms (che non esistevano in Italia fino alla loro creazione da parte dei Cinesi!) e scambiarli per negozi al dettaglio o per finti negozi al dettaglio che fanno ingrosso (ossia dove si svolge la vendita per grandi quantità  DENTRO AL NEGOZIO o nell'annesso retrobottega o magazzino collegato fisicamente) é un errore concettuale prima che giuridico che dipende in parte dalla profonda ignoranza di metodi di vendita innovativi (e collegati anche, di recente, materialmente e concettualmente all'e-commerce più che ai negozi preindustriali....) dove le merci in quantità da ingrosso tradizionale (ed anche assai superiori) NON VENGONO TRATTATE nel "negozio" ma ESPOSTE in esso in forma campionaria, come negli stands delle fiere, che per questo deve essere in posizione centrale nella città (meglio se vicino ad Air Terminal e stazioni ferroviarie....per la facile raggiungibilità da località distanti) e il bacino commerciale prescinde del tutto dai confini municipali, regionali e in parte perfino nazionali (i soli di cui tengano malamente conto certe normative di taglio ottocentesco...), per estendersi a scala continentale!

includere concettualmente (prima che con norme del tutto fuori-scala geografica e fuori-fenomeno, adatte alla distinzione dettaglio/ingrosso dell'epoca di Maria Teresa o di De Gasperi....e che prescindono ad esempio dall'aspetto informatico del fenomeno) questo sistema a show-rooms nell'"ingrosso" tradizionale é errore immenso (come credere che i centri commerciali siano solo supermercati più grandi definibili nel concetto di "grande superficie".... e non capirne il carattere di "non-luoghi" ben analizzato da sociologi ed antropologi stranieri) che non consente di capirlo, regolamentarlo, supportarne gli aspetti positivi, limitarne quelli negativi, combatterne quelli eventuali davvero illegali, ecc.!

questo NON AVVIENE in Paesi come GB e Francia, che conoscono meglio degli amministratori italioti le nuove tendenze commerciali (cinesi e non), che sanno affrontarle, che comprendono come l'evoluzione del commercio abbia a che fare con modelli differenziati anche grazie alla multiculturalità (ad esempio ad Esquilino la nostra ricerca ha contrapposto il modello "show-room" della maggioranzsa dei negozsi cinesi - non tutti -  a quello "bazaar" dei negozi pakistani e bangladeshi, cosa che corrisponde alla situazione londinese da 30 anni!!!!) e che non cavalcano la loro ignoranza per scopi sinofobi come avviene in Italia.

Se Valentina Pedone ha inserito nel suo "Il Vicino Cinese" un sunto dello studio che "Esquilino Plurale" ha realizzato in forme scientifiche  su questo tema é proprio perché IN ITALIA (e specificamente a Roma, situazione diversa da Prato e Milano e Palermo) non ne erano stati fatti (in tanti anni) da NESSUN SOGGETTO e promossi da NESSUN AMMINISTRATORE (di destra o di sinistra) dei tanti che cianciano, pontificano, sprecano soldi (invece il nostro studio, durato 1 anno, é stato realizzato GRATIS e il Municipio I del Comine di Roma ha solo finanziato le locandine e la stampa cartacea e riproduziobe in CD dei risultati!!!!), polemizzano, e quel che é peggio legiferano, criminalizzano, distorcono, ecc., credendo che il commercio sia fatto solo di negozi, coop, supermarket e magazzini all'ingrosso..... e non hanno mai visto un suq arabo, un centro commerciale bangladesho, uno show-room in Giappone, non sanno come si stanno trasformando le COIN e le RINASCENTE, non capiscono la stupidità di regolamentare con lo zoning municipale fenomeni a scala continentale, ecc....... e intanto si incartano da soli nelle loro stesse ignoranze concettuali prima che normative e (magari più guidati dall'opportunismo elettorale e dalle tangenti che da analisi serie) inseguono di volta in volta ipermercati da middle west e negozietti di vicinato tardo-ottocenteschi, bottegai veterocommerciali e shopping-ways turistiche stile Cannareggio.......

Dubbio, se non conosci la Storia delle attività economiche (magari rileggiti almeno  Colajanni....) negli ultimi 3 secoli in Occidente, né le analisi di marketing più recenti su cui si basano studi sociologici ed antropologici a bizzeffe in altri Paesi,  forse sarebbe bene che fossi tu ad evitare "un inciso così rozzamente impreciso e aprioristicamente ironico"... che oltre a fare confusione con termini da me non usati nel mio post precedente,  mostra soltanto quanta coda di paglia ci sia in chi interviene essenzialmente solo in relazione a quel che gli sembra ricordare ii problemucci di Sarpi e dintorni, anche quando si sta parlando di una situazione come quella di Esquilino che é DEL TUTTO differente..... ed invoca impropriamente la Bersani che di questo oceano di ignoranza italico é semmai solo sintomo e figlia.....
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vasco reds

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« Risposta #10 il: 09 Agosto, 2010, 08:31:38 am »
sta di fatto che se è ingrosso non è dettaglio e se è dettaglio non è ingrosso, oppure pu? essere entrambe??
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

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« Risposta #11 il: 09 Agosto, 2010, 09:08:18 am »
ecco, quel che scrive vasco corrisponde esattamente alla povertà intellettuale sua e purtroppo di tanti amministratori italiani....

il problema é proprio che se parliamo di negozi e non di ditte,  NON ESISTONO solo le categorie del dettaglio (per capirci "vendita in piccole quantità, al cliente finale, DENTRO UN NEGOZIO O SUPERMERCATO") e dell'ingrosso ("vendita in grandi quantità a rivenditori al dettaglio dentro spazi commerciali e/o magazzini")  ma lui non  ha capito una cippa del mio post e lo dimostra.... come non esistono solo uccelli e pesci, ma pure insetti, mammiferi, ecc.

la distinzione fra queste due categorie tradizionali di "negozi" sta nella QUANTITA' di merce che si vende al singolo cliente e soprattutto nella caratteristica del cliente di essere o meno a sua volta rivenditore (il che cambia gli aspettin amministrativi: fatture, bolle di accompagno, ecc., ereditati dal medioevo occidentale....)

ci sono attualmente invece  almeno le seguenti tipologie commerciali (non tutte basate su begozi) non alimentari (tutte diverse fra loro), di cui le arretrate concettualizzazioni di troppi ignoranti non tengono conto:

- vendita locale al dettaglio in negozi;
- vendita ambulante al dettaglio;
- vendita al dettaglio in catene in franchising;
- vendita al dettaglio in outlet;
- vendita in qualsiasi quantità presso fabbriche dotate di show-room (non é né ingrosso né dettaglio)
- vendita tradizionale all'ingrosso (a rivenditori);
- vendita attraverso e-commerce propriamente detto (di QUALSIASI quantità, pu? essere 1 pezzo o 100.000 e non é né ingrosso né dettaglio);
- vendita porta a porta al dettaglio;
- vendita supportata da cataloghi internet ma non realizzabile via Internet ma con sistemi tradizionali (qualsiasi quantità ed a chiunque);
- supermercati ed ipermercati con vendita al dettaglio;
- centri commerciali con negozi e supermercati inclusi;
- vendita in grandi e piccole quantità (non é né ingrosso né dettaglio) attraverso esposizioni in fiere;
- vendita per posta in piccole e grandi quantità senza showroom (non é né ingrosso né dettaglio);
- vendita per posta con esposizione temporanea (idem);
- vendita in strade commerciali monotipo con intercambio delle merci fra i singoli venditori (sistema bazaar islamico);
- vendita in grandi quantità  a rivenditori con showroom campionario in negozio (é il sistema della maggior parte dei negozi cinesi di esquilino, ma anche di molti negozi cinesi in altri Paesi e non é né dettaglio né ingrosso).

lo showroom non é un catalogo, né elettronico né cartaceo, né uno stand temporaneo (lo usano in parte alcune ditte occidentali presso le rispettive fabbriche, ma NON nei centri urbani) ma una struttura "a negozio" dove però di ogni tipo di articolo é esposto solo 1 pezzo e NON CI SONO magazzini annessi (i magazzini sono assai lontani), al più un retrobottega con pochi pezzi per tipo, e la vendita é prevalentemente effettuata sulla base di: guardare, contrattare, scegliere, ordinare grandi quantità da far consegnare nel luogo X.

si crea in centro città e in genere vicino a Stazioni ferroviarie e Air Terminals ed é l'equivaklente di una FIERA PERMANENTE.

diversa é la situazione di quei negozi cinesi (ad esempio di borse) che hanno il magazzino (magari non l'unico né il principale) annesso e vendono in quantità medie a rivenditori ambulanti...quello é ancora ingrosso tradizionale, l'altro NO.

se parliamo di NEGOZI, non di DITTE, l'ingrosso definito da concetti, testi merceologici, norme occidentali é tutt'altra cosa ed il dettaglio pure......

in ogni caso, analizzando l'articolo che apre il thread, focalizzare l'attenzione SOLO sulla questione del presunto ingrosso é già MISTIFICARE e l'articolo de "Il Tempo" contiene tali menzogne (300 ristoranti cinesi non esistono all'esquilino ma neppure IN TUTTA ROMA!!! i negozi cinesi all'esquilino sono 440 in tutto e non 700, ecc.....) da renderlo solo un interessante esempio di "fantascienza" (come dice kay), certo, ma dal carattere evidentemente sinofobo e infame, nel solco di chi inventa, mistifica, falsifica, confonde per non far capire nulla e criminalizzare i "cattivisssimi" Cinesi
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« Risposta #12 il: 09 Agosto, 2010, 17:50:03 pm »
veramente non ho mai parlato di negozi o ditte ma di ingrosso o dettaglio

ribaltare quello che uno scrive utente cavallo corrisponde esattamente alla povertà intellettuale sua e purtroppo di tanti amministratori italiani....
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« Risposta #13 il: 09 Agosto, 2010, 18:09:33 pm »
povero vasco, so che non riesci proprio neppure volendo (ammesso che ru lo voglia...) a riferirti al topic del thread, ma ti faccio notare che la tua frase pseudoironica:

"sta di fatto che se è ingrosso non è dettaglio e se è dettaglio non è ingrosso, oppure pu? essere entrambe??"

sta dentro un thraead che parte da un penoso articolo mistificatore de "Il Tempo" riferito non as una realtà generica di negozi/non negozi ma ad ESQUILINO ed ai suoi NEGOZI cinesi e che la discussione si é incentrata su uno (e purtropèpo o volutamente su UNO SOLO) dei falsi contenuti in quell'articolo ossia la questione dei NEGOZI IUNGROSSO/DETTAGLIO DI ESQUILINO.

dunque, prova se ci riesci a rileggere e vedrai che si parla di negozi, povero vasco, di "esercizi commerciali" e non di dettaglio/ingrosso su marte, esercitato in altre forme.

ed é proprio qui che casca l'asino, perché quella distinzione ottocenteasca NON E' APPLICABILE afli showrooms cinesi dell'Esquilino...
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Dubbio

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« Risposta #14 il: 09 Agosto, 2010, 20:45:32 pm »
Citazione da: "cavallo"
Dubbio, se non conosci la Storia delle attività economiche (magari rileggiti almeno  Colajanni....) negli ultimi 3 secoli in Occidente, né le analisi di marketing più recenti su cui si basano studi sociologici ed antropologici a bizzeffe in altri Paesi,  forse sarebbe bene che fossi tu ad evitare "un inciso così rozzamente impreciso e aprioristicamente ironico"... che oltre a fare confusione con termini da me non usati nel mio post precedente,  mostra soltanto quanta coda di paglia ci sia in chi interviene essenzialmente solo in relazione a quel che gli sembra ricordare ii problemucci di Sarpi e dintorni, anche quando si sta parlando di una situazione come quella di Esquilino che é DEL TUTTO differente..... ed invoca impropriamente la Bersani che di questo oceano di ignoranza italico é semmai solo sintomo e figlia.....

Uff, che peso...

Il tuo commento sulla contrapposizione ingrosso-dettaglio da parte degli amministratori italici non era ovviamente limitato agli amministratori romani ma era generalizzato, e per questo l'ho contestato.

Inoltre, poiché si parla di amministratori, si presuppone che ci si riferisca alle tematiche ingrosso-dettaglio che essi devono governare, e quindi alle relative discipline.

Ho ben capito che non conosci né le normative italiane che regolano il commercio né quelle che regolano l'uso del territorio per il commercio ma non te ne faccio una colpa, né ritengo che questo renda meno plausibili le tue opinioni sugli show rooms ecc....

Però rende piuttosto azzardate le critiche agli amministratori italici e dà un sapore un po' patetico alle liste dei tipi di commercio che credi di avere individuato come acuto studioso e che figurano abbondantemente in numerose legislazioni regionali italiane per non parlare del testo unico statale.

Quanto a Sarpi, probabile che sia altra cosa da Esquilino.

Conosco bene il primo, non altrettanto il secondo.

In Sarpi parliamo probabilmente di ingrosso tradizionale, non c'è traccia della brillante invenzione degli show rooms.

A meno che il pieno di furgoni di dettaglianti che assedia il quartiere per caricare merce dai grossisti a tutte le ore della giornata si interessi solo a modelli unici di campionario.....
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