peccato che ci siano una infinità di studi ed esperienze (naturalmente minimizzate dai signori della guerra del packaging, del gadgeting, del conservatorismo liberista-commerciale e..da chi non sa neppure di cosa si stia parlando....) su:
- ritorno alla vendita di prodotti SFUSI (alimentari, detersivi, ecc.) a packaging zero;
- packaging totalmente riciclabile a rifiuti zero;
- apparecchiature anche complesse i cui elementi sono al 100% recuperabili in caso di cessazione del funzionamento, a rifiuti zero;
- riuso da parte anche di cooperative di solidarieetà sociale dei presunti "scarti" (mobili "rotti", biciclette "rotte", ecc.) a rifiuti zero;
- riduzione sistematica dell'iperconsumo e del continuo inseguire i modelli, che riduce anche del 70% su base annua la produzione di rifiuti;
- baratto e circuitazione di oggetti, libri (book-crossing) ed abiti usati, che riducono ovviamente i rifiuti;
- sostituzione di buste di plastica usa e getta con borse a lungo uso 8e non necessariamente di plastica), reticelle, sacche di tessuto, con un'ilteriore riduzione dei rifiuti...;
- car-sharing, rifiuto dell'uso dell'auto e dei cellulari, ecc., che comporta ulteriori significative riduzioni dei rifiuti....
se invece di avvolgersi nella ignoranza, nella pigrizia, nella piaggeria malcelata verso i signori delle plastiche, del ciclo dei rifiuti (spesso le ecomafie....), e dei guru dell'iperconsumismo compulsivo si prendesse coscienza di queste esperienze (in atto da Bolzano a Lille, da Dacca a Siena, da Salvador de Bahia a Los Angeles, da Brema alla stessa Cina....)
e ci si battesse per renderle non episodiche, non sottovalutate, ma anzi assistite, propagandate, supportate, mediatizzate, si otterrebbero 2 bellissimi risultati:
- meno rifiutti in giro nell'ambiente;
- meno posts spazzatura, figli di ignoranza e/o malafede, su Associna