é divertente vedere che:
1) si confonde l'"obiettivo ultimo" del movimento "comunista" (ossia la società "senza classi" e peraltro anche senza Stato, la cui descrizione in Marx comunque NON còE'....) con le fasi intermedie della lotta di classe, che i vari leader delle diverse (e spesso contrapposte) correnti marxiane (autodefinitesi "marxiste) hanno copncepito in modo del tutto DIFFERENTI e spesso OPPOSTI! basti pensare alla "dittatura del proletariato" ma anche al suo opposto (la NEP) al tempo del medesimo Lenin, alle concezioni del mai degli anni '30 e di quello degli anni '60 (radicalmente diverse da quelle di Lenin e fra loro...), alle concezioni di Tito in Yugoslavia, ecc. nonché al piccolo particolare (che sfugge a tanti) che nella RPC al potere resta il PCC ancjhe nelle fasi Deng e post-Deng...;
2) chiunque abbia letto anche solo un riassuntuno di Marx sa bene che egli ipotizza che per costruire il SOCIALISMO (fase intermedia verso il COMUNISMO e che NON PREVEDE ANCORA AFFATTO L?ABOLIZIONE DELLE CLASSI...) sia necessario aver sviluppato AL MASSIMO il sistema di produzione CAPITALISTA e che questa fase NON PUO' ESSERE SALTATA nei paesi che si trovavano all'epoca sua in una faswe paleo-industriale (esattamente come la Cina e l'India); si pu? quindi notare che la costruzione di un capitalismo "guidato" dalla pianificazione del PCC (e come tale col cavolo che si tratta di vero e purop capitalismo....) rientri perfettamente nell'ipotesi di Marx;
3) chiunque abbia letto anche l'ABC dei testi di economia e sociologia sa che é ERRATO chiamare "capitalismo" ogni sistema che preveda (come nella attuale RPC):
* la pianificazione statale e il governo politico delle scelte economiche;
* il partito unico (tanto più di radice marxista);
* l'impossibilità per quanto si sia ricchi di esercitare potere politico, mediatico, formativo, ecc.;
4) quelle che vengono chiamate "classi" nellò'articolo NON LO SONO AFFATTO, ma sui tratta di CETI (che é altra cosa), posto che la definizione di classe NON DERIVA semplicemente dal reddito ma dal tipo di rapporto che si ha coi mezzi di produzione (per capirci, una straricca star del cinema NOPN E' per questo un capitalista mentre un proprietario di una fabbrichetta sull'orlo del fallimento E' UN CAPITALISTA!!!!); se si compara la descrizione dei 7 CETI di shanghaio con quella della stessa xcittà prima della Rivoluzione del 1949 (o di altre città asiatiche ODIERNE come Sacca, manila, Djakharta, ecc.) e lo si fa senza inùgnorare del tutto le caratteristiche delle economie asiatiche POSTCOLONIALI, si scopòre che la realtà di Shanghai non ha AFFATTO più ceti di quelle delle altre città, ma solo una diversa distribuzione di redditi e consumi (non peggiore, peraltro....); ma per fare questo serve naturalmente una cultura socioeconomica di base...
5) quanto sia "fiorente" il CAPITALISMO VERO (quello che non si appoggia sulle elemosine di Stato stile FIAT, che é capace di espandere indefinitamente propduzioni e consumi nel Pianeta, che risulta egemone sui Paesi ex-coloniali) lo vedono tutti, guardando come va l'economia dei "grandi paesi capitalisti", come quella della Cina (che a tale "capèitalismo puro" non appartiene) e quella di paesi ex-dipendenti come il Brasile e l'India; che il capitalismo puri (senza elemosine statali alla Obama) abbia un futuro radioso non lo credono più neppure il FMI, gli economisti occidentali, ma solo gli ignoranti di Storia e di socioeconomia
l'es'erimento cinese sta al "capitalismo classico" (che semmai inglòoba ed usa) come la millenaria cultura STATOCENTRICA cinese sta al feudalesimo medievale occidentale, ossia non ci azzecca assolutamente nulla, se non nelle forme esteriori a cui si limita chi per ignoranza confonde un PROCESSO STORICO (che TENDE all'abolizione FUTURA delle classi e xche in passato aveva commesso l'errore di credere si potessero "saltare" alcune fasi....) con una REALTA' ATTUALE!!!