concordo con Ener, ma con una precisazione.
Ci sono 2 tipi di crisi: quelle "di botto" ("crolli") e quelle graduali. Se uno de Paesi che ENER identifica giustamente come "forti" crollasse "di botto", avverrebbe esattamente quel che lui dice e coinvolgerebbe tutto il Mondo.
Ma il fatto é che la società USA (e quelle occidentali in misura minore) ha vissuto per decenni sopra le sue reali possibilità di consumo, indebitandosi allegramente con l'estero senza doverne rispondere e gestendo i prezzo delle materie prime e dei cereali nella sicurezza del proprio dominio illimitato e dell'inesistenza di poli alternativi credibili. Questa epoca sta gradualmente finendo in ogni ssenso:
- gli USA faticano perfino a tenere aperti 2 frionti militari (Afghanistan e Iraq) contro nemici straccioni, il Pentagono ammette che non hanno le risorse neppure per aprire un terzo fronte equivalente, ecc.: altro che "grande potenza egemone";
- mentre una volta gli USA avevano la forza di difendere i regimi-lacché e di scacciare a suon di golpes quelli fastidiosi, oggi devono mollare i loro maggiordomi (alla Ben Ali e Mubarak) e l'ultimo tentativo di golpe da loro pilotato (Venezuela) é fallito miseramente;
- India, Brasile e soprattutto Cina sono diventati "competitors" in tema di uso delle risorse, dell'energia, della produzione e in particolare con la Cina gli USA non hanno strumenti di ricatto come avveniva in passato con tutti i Paesi "emergenti" (Giappone e SudCorea compresi);
- la Cina sta scavalcando gli USA perfino nell'istruzione superiore e nell'innovazione, il che renderà entro 20 anni gli USA non-trainanti tecnologicamente;
- interi continenti (America Latina e Africa) sfuggono ormai alle logiche di dipendenza e rapina USA e semmai stanno diventando terreno di caccia cinese...;
- l'incremento globale dei consumi di metalli, energia, ecc. dovuto alla impetuosa crescita cinese (e brasiliana, indiana, ecc.) alla lunga (10-20 anni...) rende non sostenibile il modello di sviluppo che gli USA hanno esteso planetariamente perché, come ho detto tante volte, non ci sono sul Pianeta le risorse per le produzioni ed i consumi di Cinesi, Indiani , Brasiliani, ecc. se essi si collocano al livello assurdo degli USA e non esiste più un potere occidentale in grado di riservare a sé quei livelli di consumo escludendone i 4/5 degli abitanti del pianeta.
basterebbe l'ultimo punto (ma é accompagnato dai precedenti), analizzato da economisti, ambientalisti, ecc. fin dal Rapporto Bruntland degli anni '80 e da quello del Club di Roma addirittura negli anni '70, per confermare che la crisi degli USA è irreversibile, graduale ma crescente, drammatica, totale.
essendo graduale, se non vi saranno sconvolgimenti tremendi (come una guerra civile in Cina, una guerra tra Cina e India, una guerra civile negli USA, ecc.) le economie cinese ed indiana potranno governare questa crisi (la Cina più dell'India per numerosi fattori), quella USA NO.
essendo graduale, altrettanto sarà (ed é) il dismpegno cinese dagli USA in termini di export, investimenti, ecc. (già ora si sta diversificando, si cerca di sostituire gradualmente il ruolo del dollaro, si punta di più sui consumi interni, si rifiutano i diktat USA sullo yuan, ecc.) e la tendenza é la costruzione di reti Sud-Sud, fra Cina, India, Brasile, Adrica, Sud-America che in caso di crisi profonda USA possano attutire l'impatto su chi le egemonizza (in particolare la Cina).
del resto, proprio l'impatto della crisi (che ha incluso il crollo dei redditi di tanti statunitensi) del 2008 sulla Cina é stato minimo e questo prova che se la crisi USA non é un crollo improvviso ma, appunto, un declino permette alla Cina di governarla, agli USA NO.
per finire, gli USA si sono congifurati (come sostiene anche il reazionario Luttwack) come un "potere imperiale" sul modello romano e stanno semplicemente facendo la fine dell'Impero Romno....; ci? comporterà conseguenze anche drammatiche (ad esempio, ripeto, non sarà possibile mantenere i consumi al livello attuale, neppure dei "non ricchi", in Occidente....) ma non é affatto detto che quel declino sia nefasto: anche dopo la fine dell'Impero Romano (che all'epoca esercitava un dominio globalizzatore con influenze su un'area rilevante anche se non sul Pianeta intero, ovviamente) vi sono stati secoli di netta regressione (ma la tecnologia era tale che rendeva la Storia assai più lenta di oggi....), ma senza quella crisi di un modello di rapina e sclerotizzato, di esclusione dalla torta di centinaia di popoli e di parassitismo, non si sarebbero prodotti l'età comunale, il Rinascimento, ecc., secoli dopo e non sarebbe nata la civiltà islamica che ha avuto un ruolo propulsore scientifico, artistico, culturale in genere ed economico e di ponte fra Estremo Oriente e Mediterraneo per secoli!!!!
non sappiamo cosa avverrà (e in larga parte non lo vivremo) dopo il compimento del declino USA (e occidentale in genere, con le sole eccezioni delle genti che sapranno rimettere in discussione il ruolo dell'"Occidente" contrapposto agli "altri"): quel che é certo é che quel declino é oggettivamente in atto e non sarà più invertito esattamente come avviene a qualsiasi gang di rapinatori se si sottrae loro gradualmente il controllo del territorio e delle sue risorse (ed é l'Occidente, nel XIX secolo, ad essersi costituito sulle logiche di una gang di rapinatori, per cui ora ne paga le conseguenze , salvo chi ne fuoriesce in tempo...), anche se il loro declino mette in crisi guardie del corpo, agenti prezzolati, barman, pushers, procacciatori di droga e di escort., e tutto il sottobosco che prospera attorno a loro.....
altri modelli sono declinati (talòora sono crollati, talora ci fa credere ad un crollo solo una storiografia semplificata e banalizzata a colpi di date-chiave....) in passato, ad esempio quello romano (mediterraneo), quello feudal-aristocratico (di matrice francogermanica), ecc., e hanno prodotto effetti drammatici col loro declino, ma nuovi soggetti hanno acquisito l'egemonia e costruito modelli differenti, sempre; succederà anche col "modello occidentale" fattosi USAcentrico, anzi sta già succedendo.