credo che le foto postate da vasco possano esserti utili per capire come non é assolutamente possibile (come io avevo già sottolineato) mescolare a fini analitico-progettuali forme d'uso di spazi pubblici definite come genericamente "in Cina" proprie di villaggi, città, metropoli, regioni diverse, strutture urbanistiche differenti (tradizionali, maoiste e post-maoiste), ecc., tanto più in rapporto con la realtà di Novellara (che non é grande metropoli ed ha una storia urbanistica del tutto diversa da quella cinese, marocchina o pakistana) e con la con-presenza di migranti cinesi (di dove? probabilmente soprattutto dello Zhejiang), pakistani (di dove?), marocchini (di dove?) e di altre realtà geografiche.
ad esempio, l'uso della Piazza Tien An Men a Beijing (terzultima foto), spazio monumentale inventato e concepito secondo i canoni dell'edilizia maoista e luogo di "turismo" sia interno che internazionale, o quello degli spazi attorno allo stadio "Nido d'Uccello" e alla piscina "Cubo d'Acqua" (ultima e penultima foto), nati nella stessa Capitale cinese per le Olimpiadi del 2008 con tutt'altri riferimenti ideologico-architettonici, é del tutto diverso ovviamente e incomparabile da quello rappresentato nella quarta foto della serie.
per questo, per evitare grossolani errori analitico-progettuali é indispensabile (anche nell'uso eventuale di immagini relative ai Paesi d'origine dei migranti e delle famiglie delle seconde generazioni) soprattutto differenziare e contestualizzare , per età, origine, ecc. le forme d'uso "care" ai migranti stessi, come del resto agli abitanti autoctoni della stessa Novellara.
ed inoltre ci sono 3 altre difficoltà:
1) il panorama degli "usi tradizionali" versus "usi moderni" di spazi pubblici (anch'essi "tradizionali" versus "moderni"!) di migranti di provenienza cinese, pakistana, marocchina (solo per considerare le tre origini prioritarie da te indicate) permette o no di compatibilizzare i risultati o l'analisi rischia di basarsi su elementi troppo diversi e frammentari per poterne tenere efficacemente conto?
2) le seconde generazioni quali riferimenti "tradizionali" (ossia relativi al luogo di origine dei genitori e nonni, dove al più tornano in vacanza e di cui non hanno mai vissuto le trasformazioni urbanistiche passate e spesso ignorano il senso remoto) hanno? credo assai pochi...;
3) gli stessi "autoctoni" di Novellara, in termini generazionali, sono caratterizzati maggiormente da continuità o da profonde differenze nelle forme di uso degli spazi ("tradizionali" versus "moderni") e tali spazi, figli oggi dello stratificarsi su ambiti storici di scelte di architetti ed amministratori, sono oggi ancora riferibili a forme specifiche di uso "autoctone" o piuttosto sono in misura crescente riflesso di uno "stile moderno" indifferenziato?
infine, un conto é se parliamo di spazi intesi globalmente (ad esempio Piazza Unità d'Italia a Novellara, nel suo insieme e nei suoi affacci), che assai difficilmente possono essere riprogettati complessivamente tenendo conto di forme d'uso differentissime di settori specifici della popolazione residente, un altro é se invece si parla di soluzioni parziali all'interno di realtà urbane globalmente poco mutabili, come angoli di giardino attrezzato, elementi simbolico-paesaggistici, spazi per l'ambulantato, arredi urbani (sedili, tavoli, gazebo fissi/padiglioni, ecc.), spazi per ginnastiche dolci o free-basket, spazi autorizzati ed attrezzati per degustazioni di cibi, ecc., il che invece é assai più progettabile e(avendone la volontà amministrativa e le risorse) realizzabile.....