default USA:...un modello moribondo - page 2 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: default USA:...un modello moribondo  (Letto 13899 volte)

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destiny

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« Risposta #15 il: 16 Luglio, 2011, 16:30:34 pm »
Citazione
Il problema è che non reggi l'errore, eppure tutti sbagliamo, non farne un dramma.


Sante parole! Sante parole!  

 :roll:  :roll:  :roll:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da destiny »

destiny

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« Risposta #16 il: 16 Luglio, 2011, 17:07:56 pm »
Anche Grillo ammette la caduta degli USA.

 ;-)
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vasco reds

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« Risposta #17 il: 16 Luglio, 2011, 18:37:43 pm »
Citazione da: "destiny"
Anche Grillo ammette la caduta degli USA.

 ;-)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

destiny

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« Risposta #18 il: 16 Luglio, 2011, 18:43:02 pm »
Speriamo che gli states vadano in default........

Questa estate in TV non c'è niente di interessante..

 ;-)  ;-)
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cavallo

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« Risposta #19 il: 16 Luglio, 2011, 19:15:16 pm »
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Alex80

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« Risposta #20 il: 17 Luglio, 2011, 15:04:05 pm »
Di sicuro il default non ci sarà (almeno non a breve), perchè repubblicani e democratici troveranno un accordo in extremis. Questi giochetti politici avranno un loro perchè, anche se mi sfugge, ma entrambe le parti sanno già come andrà a finire, imho. Questo ovviamente non sminuisce i problemi strutturali dell'economia americana.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »

destiny

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« Risposta #21 il: 17 Luglio, 2011, 15:41:48 pm »
Ci sarà eccome........

Europa e America cadranno rovinosamente, e poi li seguirà la Cina.

Essa non sarà capace di gestire il tutto da sola!

Sarà un domino senza precedenti.....

il 1929 sembrerà un gioco fra bambini, paragonato a quello che sta per arrivarci sulla tesa.

 :-D  :-D
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Dubbio

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« Risposta #22 il: 17 Luglio, 2011, 16:46:01 pm »
Citazione da: "destiny"
Europa e America cadranno rovinosamente, e poi li seguirà la Cina.

Ora ho capito l'originalità del tuo pensiero.

E' l'Australia il tuo modello!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

vasco reds

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« Risposta #23 il: 17 Luglio, 2011, 16:55:20 pm »
in australia c'è ancora tanto posto.... anche se la crisi si sente anche li... eccome!

p.s.
comunque per entrare ci vogliono i soldini, altrimenti niente permesso di soggiorno :roll:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

destiny

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« Risposta #24 il: 17 Luglio, 2011, 18:55:02 pm »
evidentemente Grillo fa il verso a Cavallo..........strane coincidenze!

http://www.tzetze.it/tzetze_news.phpòur ... llaro.html

 :roll:  :roll:  :roll:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da destiny »

vasco reds

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« Risposta #25 il: 17 Luglio, 2011, 23:31:23 pm »
Citazione da: "destiny"
evidentemente Grillo fa il verso a Cavallo..........strane coincidenze!

http://www.tzetze.it/tzetze_news.phpòur ... llaro.html

 :roll:  :roll:  :roll:


vuoi dire che non fa più cri cri ma hii hii hii?  8O
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vasco reds

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« Risposta #26 il: 17 Luglio, 2011, 23:44:16 pm »
una classifica dei paesi a rischio:

1. Grecia: la doppia leadership spiega la gravità fiscale della situazione di Atene, pari a quella di un invalido di guerra. Sulle sponde dell'Egeo si è verificata una micidiale combinazione di crescita lenta, ingente spesa pubblica, evasione fiscale e incapacità politica nel capirci qualcosa. Il default, malgrado il sostegno della Bce e del Fmi, sembra dietro l'angolo.

2. Hong Kong: tra aprile e giugno del 2011 c'è stata molta attività sul Credit Default Swap. Tradotto: si sono stipulate molte assicurazioni sulla possibilità di un fallimento (in soldoni, questo è il CDS). Il debito dell'ex colonia britannica è il nono al mondo per solidità, il che mette tranquilli tutti. Ma la crescita economica della Cina ha fatto salire gli spread dei titoli pubblici del 40%. E, come abbiamo spiegato qui, lo spread che sale è un brutto segno.

3. Slovenia: nel piccolo Stato ex jugoslavo la situazione sembra quella di Hong Kong, con gli spread al 40%. Il debito è solido, ma non migliorerà nel 2011 rispetto ai due anni precedenti. E ci? desta preoccuazione.

4. Portogallo: anch'esso è doppia presenza, e dopo la Grecia è il Paese con il maggior rischio di default. Le cause sono le stesse della malattia di Atene.

5. Slovacchia: se sta male, è colpa di Grecia e Portogallo. Nel corso della ripresa economica, infatti, i paesi dell'Europa occidentale e centrale si sono mossi bene. Purtroppo, l'esposizione del debito della cosiddetta "periferia" (Atene, Lisbona e anche Dublino) si fa sentire anche su quegli Stati, come la Slovacchia, che in condizioni normali attrarrebbero gli investitori.

6. Malaysia: Stato prevalentemente esportatore, visse agli inizi del decennio un pauroso aumento del proprio deficit di bilancio. Poi riprese a crescere, ma così di corsa da far schizzare alle stelle l'inflazione. Se ci? aggiungiamo un calo dell'export, il risultato è uno spread del CDS al 31%.

7. Finlandia: sotto i ghiacci artici non ribolle il magma. Helsinki sfoggia infatti il terzo spread più basso del proprio CDS. Il problema sono le banche, pesantemente colpite dalla situazione delle solite Grecia, Portogallo e Irlanda. Il citato spread, negli ultimi tre mesi, è cresciuto di un terzo.

8. Italia: eccoci! Di noi abbiamo già detto molto. Qui possiamo aggiungere che siamo tra i cosiddetti PIIGS (un gioco di parole per darci dei "maiali" mettendo insieme le iniziali di Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), e che se Atene fallisce il nostro debito (119% del Prodotto Interno Lordo) potrebbe zavorrarci per un viaggetto nel baratro. Ma la manovra del governo potrebbe essere la nostra sicurezza.

9. Usa: e chi l'avrebbe mai detto? Invece, a Washington non se la passano bene, soprattutto dopo che il presidente Obama ha perso la pazienza con i Repubblicani nel discutere l'innalzamento del tetto del debito. Il termine è il 2 agosto: se il tetto si alza, tutto a posto; se no, le agenzie di rating declassano il debito dalla Tripla A a una D. E' come passare, a scuola, da un 10 e lode a un 4. Gli spread aumenterebbero, gli Usa non riuscirebbero a mettere sul mercato titoli pubblici, il loro debito non si rifinanzia. E' la strada verso il default.

10. Tailandia: la crisi del debito del 1997 è lontana, e da allora la situazione fiscale si è stabilizzata. Ma alle ultime elezioni ha trionfato il partito Puea, che ha promesso accanirsi con le tasse sulla classe media. Ci? potrebbe significare un ritorno a quattordici anni fa.

http://it.finance.yahoo.com/news/Rischi ... 5.htmlòx=0
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

300

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« Risposta #27 il: 18 Luglio, 2011, 01:51:57 am »
Citazione da: "Dubbio"
Citazione da: "cavallo"
]a me va bene così....il muro e lo schianto si avvicinano per  l'Occidente ed il moribondo modello costruito 200 anni fa sulla ormai (finalmente) insostenibile rapina del resto del Mondo da parte dell'Occidente stesso e più li si nega invece di affrettarsi a tirare il freno, e più saranno duri......

il conto alla rovescia sta per concludersi.....
Frena, non vorrai mica avere un orgasmo sul forumò


Questa è da incorniciare  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da 300 »
Il mondo è un tiranno ma solo gli schiavi gli ubbidiscono

Gia_76

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« Risposta #28 il: 18 Luglio, 2011, 17:42:18 pm »
Un accordo di qualche tipo, magari pochi mesi dopo la scadenza, lo trovano, il problema dell' indebitamento resta cmq: la questione è che non solo con Greenspan negli ultimi 30 anni, ma molto prima, negli anni 30, nel boom bellico del 37-45, nella recessione petrolifera degli anni 70, la ricetta economica proposta alle recessioni in USA, incluse quelle da eccessivo indebitamento, non è mai stata l'austerity o la riduzione di questi debiti ma al contrario è sempre stata il fornire "stimoli" all' economia, cioè altri debiti. Tale politica è condivisa più o meno dalla totalità degli economisti, non solo da quelli della scuola Greenspan.  

Tale politica alla lunga porta alla bancarotta totale del sistema, ma i tempi sono molto lunghi, ci? avverrà solo quando gli USA entreraranno in una crisi con il debito già alle stelle rispetto al PIL, un po' come se avessero iniziato la crisi del '29 col debito del '45. Ci? potrebbe/dovrebbe accadere nel 2016-18 con debito/PIL del 160%-170% ovvero 120% di debito netto (che è quello che conta), dopo l'ennesima finta crisi del 2013-14, paventata da alcuni, a cui tanto risponderanno appunto indebitandosi ancora di più e portando il debito dall' attuale 100% del PIL (e 70-80% netto) al 150-160%.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Gia_76 »

cavallo

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« Risposta #29 il: 19 Luglio, 2011, 10:33:10 am »
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)