I soldati morti a Nassyria sono caduti durante lo svolgimento del proprio compito per conto dello stato italiano. Si pu? condividere o meno l'intervento in Iraq da parte delle nostre forze armate (ed io personalmente non lo condivido, come non condivido l'impiego della forza in nessun campo: una guerra porta sempre dolore e distruzione, qualunque sia il suo esito...certo, poi magari ci si riprende e le cose possono andar meglio dopo: ma andatelo a dire a chi questo "meglio" non pu? vederelo perchè resta vittima della guerra...)
Mi sentirei più di dire che ci sono lavori più rischiosi di altri (o meglio, che i rischi sono diversi a seconda dei lavori), per cui va tutta la mia ammirazione a chi, come i soldati, i poliziotti, i pompieri etc. possono incorrere in rischi letali nel corso dello svolgimento del proprio lavoro e nonostante la consapevolezza di ci?, SCELGONO comunque il loro lavoro.
Recentemente il titolo di eroe viene elargito a chiunque cada al servizio della patria. Da questo punto di vista, i caduti in Iraq sono eroi, perchè caduti al servizio della nazione, appunto.
Si pu? discutere sulla figura dell'eroe, allora. Per me, l'eroe è un'altra persona. E lo si pu? trovare sui libri di storia. L'eroe è uno che deliberatamente per il bene dei più, va contro i propri interessi, contro la legge naturale dell'istinto di sopravvivenza (che dovrebbe spingerci a preservare la nostra stessa esistenza a scapito di tutto il resto) e si sacrifica (quando potrebbe non farlo) per il bene comune.
Il primo che mi è venuto in mente, che riguarda la storia italiana era un mio concittadino, Salvo D'acquisto. Se non conoscete la sua storia, leggete qui:
http://www.cronologia.it/storia/a1943za.htmCon questo, non voglio assolutamente mancare di rispetto ai caduti a Nassyria, perchè ripeto, da professionisti eccellenti, sono caduti per servire la mia nazione. Ma "eroe" resta per me una figura mitologica e rara. L'eroe, va oltre lo svolgimento del proprio lavoro.
Spero di non aver urtato la suscettibilità di nessuno. Son sempre argomenti delicati questi, in quanto si parla di persone defunte, di dolore ancora vivo addosso ai parenti delle stesse, per cui negare a questi professionisti il titolo di eroe sembrerebbe quasi come spogliarli del loro valore, che comunque rimane (come per qualsiasi professionista che svolga con dedizione il proprio lavoro).