come fatto rilevare da vari utenti nel thread sull'utilità di studiare il cinese (che in Occidente si rivela crescente, specie in Paesi con meno provincialismo e ritardi dell'Italia), la questione é duplice:
- quella di tendenza, che dipende appunto dalla velocità con cui ogni Paese si adegua alla necessità di intensificare i rapporti con la (e la conoscenza della) RPC, e che in Italia é minore che altrove ma in atto e che produce a medio termine una crescente utilità di conoscere il cinese (come provano anche le iniziative di ASSOCINA descritte in homepage);
- quella immediata, che deve tener conto delle difficoltà a cui ho fatto cenno nel mio precedente post.
in quel thread si é anche ribadito che imparare il Cinese (come molto altro) é utile se e solo se lo si abbina ad altre competenze che hanno a che fare sia con le necessità attuali che con quelle di tendenza delle relazioni con l'universo cinese (migranti, aziende, turismo, ecc.): tendenze che non rendonon utile il Cinese "ancora", ma semmai "sempre di più", come confermato da tutte le strategie istituzionali che in Francia, GB, USA, ecc. si stanno sviluppando assai più che in Italia (dove comunque già 130 scuole vedono corsi di Cinese) finalizzate a promuovere lo studio di quella lingua.
tale abbinamento può avvenire in una singola persona (se ne ha le opportunità, non diffusissime), attraverso pluriesperienze e pluricompetenze, ma può perfettamente avvenire anche in 2-3 persone (italiane e/o 2G di origine cinese) che integrano competenze fra loro diverse.
quel che conta é individuare "nicchie" oggi inesplorate o carenti (ce ne sono eccome) e trovare quali competenze servono e con chi associarsi per dispiegarle a costo il più basso possibile, non perseguendo strade impraticabili se non per poche unità al decennio, che invece talora le Università fanno balenare (tipo "archeologia in Cina", "cattedra di Cinese", ecc.).
ti assicuro che, anche sulla base di recenti esperienze a Roma con Marco Meccarelli ed altri di VERSORIENTE, capita eccome che serva chi sappia davvero l'Italiano e il Cinese (ma deve saperlo davvero, essere capace di parlarlo, scriverlo, leggerlo, tradurlo almeno per affrontare le esigenze di un corso di marketing, di un intervento di mediazione culturale, di un corso per bambini, di una collaborazione con una Istituzione, della stesura di bdepliants e opuscoli, di un servizio ai turisti, di una agenzia di supporto ai commercianti cinesi, ecc.) e non lo si trovi facilmente; basta che vedi gli annunci su questo stesso Forum nella parte relativa al lavoro.....
il fatto é che si tratta quasi sempre di impegni episodici, brevi, mentre se si vuole legittimamente trovare qualcosa di meno precario occorre, ripeto, "fare rete" in 2-3 persone e creare una microstruttura di servizio stabile che intrecci competenze differenti (ad esempio chi sa promuovere il valore dei prodotti e non sa il cinese e chi non sa promuovere il valore dei prodotti e sa il cinese, ovvero chi sa il cinese e non si intende di offerta turistica e chi non sa il cinese e se ne intende: sono 2 esempi fra i molti possibili)
e questo non é in contraddizione con il fatto che la tua passione principale sia per la cultura e non per l'economia: dato che giustamente parli di lavoro, deve essere per te possibile coniugare dimensioni culturali e produzione di reddito; ad esempio, aiutare i commercianti cinesi a Roma a promuovere il valore immateriale di alcuni dei loro prodotti e diversificare le loro offerte é un fatto culturale, che ha a che vedere con la cultura e la Storia cinese (sono quelli i "valori immateriali" da promuovere, del té, delle scarpe "lunga marcia", della porcellana, di certa bigiotteria, delle pantofoline ricamate, del ginseng, di certa gastronomia, dei prodotti erboristici, ecc.) ma ha necessariamente ricadute economiche per i commercianti e per chi si riesca a porre al loro servizio, il che implica (dato che quasi nessuno di loro parla Italiano...) necessariamente persone che sappiano il Cinese.