falsissimo che l'80% degli Italiani emigrati negli USA siano rientrati (dato che non trova alcun riscontro in alcuna fonte...) ed anche gli altri gruppi di provenienza non sono quasi mai rientrati nei Paesi di origine
falsissimo che si possa parlare di "assimilazione" in una società come quella USA che é stata creata da persone provenienti da Inghilterra, Irlanda, Olanda, Scandinavia, poi Polonia, Italia, Russia, Germania, e solo successivamente a queste prime 2 fasi, Cina, America Centrale, ecc., ecc. e (caso del tutto a parte viste le sue drammatiche condizioni di partenza) dai discendenti dei Neri ivi deportati (durante e dopo lo sterminio pressoché completo degli autoctoni) e quindi, ovviamente, ha costruito i suoi "valori" (in negativo ed in positivo) proprio attraverso le concezioni giustamente citate da marco, che con l'assimilazione (ad esempio alla francese) non hanno nulla a che fare...
si può parlare di egemonia WASP (white, anglosaxon, protestant) ma anche questa é già figlia di mescolanze e diversità e non si é mai tradotta in assimilazione se non (parzialmente) a livello linguistico, nel senso in cui essa si intende appunto ad esempio in Francia (dove la si persegue nonostante i palesi fallimenti), dove si negano non solo le diversità culturali dei migranti ma anche quelle degli autoctoni (Bretoni, Corsi, ecc.) in nome appunto della presunta unicità del modello a cui assimilarsi...; basta vedere le differenze di modello fra Bostoniani, californiani, texani, e il miscuglio esistente in città come NY, LA, ecc. per capuire che non c'é alcuna vera !"assimilazione"
Una cosa deve essere chiara : sono gli italiani a decidere come se "gli Italiani" fossero un concetto millenario ed immutabile, come se fino a 150 anni fa non ci fossero leggi, tradizioni, istituzioni, gastronomie, poesie, teatro diversi fra Torino e Napoli, fra Roma e Venezia, come se "gli Italiani" non includessero già da secoli e millenni apporti di immigrazioni e di culture balcaniche, germaniche, greche, arabe, spagnole, danubiane, catalane, nordafricane, ecc., come se un concetto come "Italiani" potesse essere considerato altrettanto monolitico e immutabile di una roccia e "gli altri" si dovessero adattare assimilandosi, ecc.
anche senza andare, come sarebbe giusto, alle grandi IMMIGRAZIONI avvenute nei secoli nella Penisola detta "italica", basta pensare alla migrazione dal Sud al Nord dell'Italia nel dopoguerra, a quella verso Roma appena diventata capitale nel 1870-1890 per capire che identità, linguaggi, cucine, regole, usi e costumi, morale familiare degli "Italiani" sono variati perfino grazie alle migrazioni interne, e continueranno a cambiare grazie ai migranti da oltre i confini, come avviene OVUNQUE, piaccia o non piaccia a chi, magari, nasconde dietro questo fastidio perfino un cognome che ne denota avi greci, tedeschi, albanesi, slavi, austriaci, turchi, berberi.......
ed inoltre, nella loro Storia recente, gli "Italiani" si sono dotati nei diversi periodi di norme del tutto opposte fra loro sulle questioni del rapporto con gli stranieri, della cittadinanza, ecc.: basti pensare alle norme che "italianizzarono" di colpo i Sudtirolesi dopo il 1918 (e quelle ancor più radicali in epoca fascista), alle infami leggi razziali del 1938 che "de-italianizzarono" i cittadini italiani di religione ebraica, a quelle che nel dopoguerrab cancellarono tale infamia, alle norme sui "profughi" che fino agli anni '70 (specificamente al golpe cileno del 1973 ed alla vicenda dei boat people vietnamiti del 1976-77) erano modulate SOLO sul caso dei rifugiati dai Paesi dell'est, ecc.
tutto é sempre cambiato, tutto cambia, tutto cambierà, compreso il concetto stesso e la realtà (demografica, culturale, religiosa, ecc.) di "Italiani", anche grazie alla lotta comune di tanti Italiani, 2G e migranti e all'azione di associazioni come, fra le altre, ASSOCINA