mai negato il valore di questya rubrica e concordo pienamente con la prima parte del tuo discorso
quanto alla seconda parte, la questione é che se si guarda ad una realtà in cui si vive (mica solo la Cina per uno straniero..., anche casa propria) lo si fa sempre a partire dalle proprie concezioni, aperture/chiusure mentali, ideologie (esplicite o implicite), cognizioni, livello culturale, innamoramenti/pregiudizi....
salvo eccezioni, l'intera Storia delle presenze di Occidentali in Asia, Africa, ecc. (a decine, centinaia di migliaia ci hanno lavorato e vissuto per decenni, talora peer l'intera esistenza, spesso anche con una buona base culturale di partenza....) dimostra come la quasi totalità di essi non sia stata affatto capace (o non abbia voluto farlo) di liberarsi di stereotipi che ne hanno offuscato al punto la visione da impedire loro:
- di capire davvero i costumi locali ed il loro senso;
- di evitare generalizzazioni su interi popoli a partire dalle proprie risicate esperienze personali (condizionate anche dal fatto che ovviamente chiunque si comporta in modo diverso con gli stranieri....);
- di considerare Paesi-continente omogenei come se fossero la Provincia di Sassari, ignorandone specificità, storie, culture, ecc.;
- di rendersi conto di quel che stava avvenendo attorno a loro, facendosi trovare largamente impreparati ad esempio dinanzi a sommovimenti, rivoluzioni, cacciate a pedate (sacrosante), ecc. come pure a mutamenti di modello, ecc.;
- di evitare interpretazioni del tutto occidentocentriche di concezioni non occidentali (relative all'arte, alla solidarietà/individualismo, al senso della Storia, al restauro, ai conflitti, all'originalità/copiatura, al binomio innovazione/conservazione;
per un Matteo Ricci, ci sono stati, insomma, diecimila casi opposti (basta leggere le balle galattiche scritte da viaggiatori, ufficiali coloniali, funzionari, traffichini, imprenditori, commercianti, missionari con pochissime eccezioni!)..... e Salgari (senza mai recarsi in quei luoghi) ha descritto in modo più obiettivo di chi ci ha vissuto il rapporto fra colonialisti britannici e popolazxioni autoctone di certe regioni asiatiche!
quindi mentre non ritengo affatto inutili (specie se compiute da chi nei suoi scritti non dà continua dimostrazione di occidentocentrismo....) le ossservazioni di viaggiatori ed espatriati, ritengo del tutto assurdo l'atteggiamento di chi non solo afferma di poter trarre (e c'é chi lo fa sistematicamente anche in qusto Forum, altri lo fanno addirittura sui media!) indicazioni sulla macroeconomia, le tendenze generali, la Storia, la cultura, l'evoluzione istituzionale di un Paese (che tu giustamente sottolinei necessitano di uno studio di dati ed elementi totalmente inaccessibili allo sguardo diretto: concordo) a partire da quel che dice il tassista, il collega, che vende il negozietto all'angolo, che mugugna il proprio "boss" locale, che si sperimenta al mercato, ecc.
la cosa divertente é che nessuno si sognerebbe, in Occidente, di fare altrettanto a Parigi, Roma, New York....chissà perché, eh? ce lo vedi un economista straniero che basa le sue analisi sull'Italia o la GB sul suo viverci qualche anno e dialogare al bar, in metropolitana e con il barbiere?
te la metto in modo diverso per essere più chiaro: perché se vuoi capire il diritto, l'arte, la religione, la musica, le relazioni sociali dei Paesi occidentali sei obbligato a seguire corsi specialistici (Legge, Storia dell'Arte, Teologia, Musicologia, Sociologia) e invece nel sistema occidentale si presume che un Etnologo, un Antropologo, magari anche solo un giornalista o un impiegatuccio di ditte all'estero possa capire tutte quelle questioni assieme di non solo una ma dieci società non-occidentali? sai che esistono cattedre di "Arte Orientale" o "Storia dell'Estremo Oriente" mentre ovviamente nessuno farebbe mai la bestialità di raggruppare assieme la storia delle arti greca, russa, danese, iberica, celtica, sassone, fiamminga, lombarda, ecc.?
sai che a fronte di intere facoltà di teologia, esistono cattedre universitarie di Lettere infamemente chiamate "Religioni dei popoli primitivi" in Italia? perché?
la risposta la dà uno dei grandissimi dell'Antropologia occidentale: Levi-Strauss (in "Tristi Tropici"): perché gli Occidentali (salvo poche eccezioni) non riconoscono la stessa complessità e ricchezza e impossibilità di essere analizzate senza basi specialistiche adeguate alle società non-occidentali rispetto a quelle occidentali! e Levi Strauss lo chiama col suo nome: razzismo!
ecco perché mentre rispetto tutte le ossservazionio che non pretendono di farsi base di analisi macro (e che non denigrano come si fa invece da parte di alcuni quegli studi teorici sulla dimensione macro che tu giustamente citi), sottolineo l'esplicito occidentocentrismo (razzista) di chi crede di poter capire i fenomeni, le tendenze e la Storia macro ad esempio della Cina perché "ci vive"......, esattamente come mi sono sempre battuto in ambito antropologico, culturale, della cooperazione allo sviluppo contro coloro che affermavano falsamente di poter capire millenni di Storia, decine di intrecci culturali, centinaia di specificità socioeconomiche, interazioni complessissime di popoli extraeuropei solo perché loro lavoravano e vivevano lì, quasi sempre (le eccezioni ci sono ma contano poco statisticamente...) col loro bel bagaglio di pregiudizi occidentocentrici figli di scuola, fumetti, tv, università, faliglie, parrocchie, partiti, films, libri, chiaccjiere da bar, "testimonianze" di viaggiatori, ecc......
e resta poi, a monte anche di tale considerazione, la questione che ho già posto tante volte: se bastasse vivere in un luogo per capirne i meccanismi macro, allora tutti i Romani, i Milanesi, i Palermitani , capirebbero almeno quelli della città in cui sono nati....e invece basta guardare come vanno le cose per rendersi conto che non é affatto così: cosa siano la camorra, il fascismo, la collusione crimine-politica, l'inflazione, la speculazione finanziaria, il fanatismo religioso, il machismo, i sistemi di costruzione del consenso, il ruolo dei media, le leggi ad personam, il marketing, i diritti sociali, le mode, i sistemi fiscali, le tradizioni ed il loro rapporto con l'innovazione non si capiscono affatto soltanto "vivendo", ma studiando, analizzando, leggendo, ricercando, sperimentando, e rimettendo in discussione su quelle basi tantissimo di quel che ci é stato raccontato, insegnato, fatto credere, altrimenti non si é osservatori ma gregge di orbi pronti a credere ad ogni TG4 e ad ogni discorso dal balcone.....
quindi osservare, certo, fare esperienza diretta, certo, ma il risultato dipende assai più da quel che abbiamo appreso, studiato, letto e rimesso in discussione che da quel che vediamo e sentiamo....