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Miracolo giallo a Milano: mister Hu sorpassa il sciur Brambilla
La sorpresa nella classifica dei cognomi. La replica dei lombardi: «Loro continuano a fare figli, noi no». Ma in testa resta sempre il signor Rossi Miracolo giallo a Milano: mister Hu sorpassa il sciur Brambilla MILANO - Sulla vecchia Balilla s' avanza, la famiglia Brambilla in vacanza... Se dopo settant' anni ve la ricordate ancora, la canzoncina del maestro Casiroli, aggiornatevi. Il remake 2001 suona più o meno così: i Brambilla non van più, li sorpassa mister Hu. Ci vogliono un giorno di ricerche e una telefonata all' assessore ai Servizi civici, Giancarlo Martella, per certificare una svolta epocale nei cognomi di Milano. Le cinesissime famiglie Hu, 1.134 solo in città, per la prima volta sono più delle milanesissime famiglie Brambilla (837). Segno dei tempi, direbbe il sociologo: l' indimenticato sciur - discendente di quei bergamaschi che il 6 gennaio 1443 calarono in massa dalla val Brembilla, pur di non sottomettersi alla Serenissima, e furono accolti da Filippo Maria Visconti con un diploma di benemerenza e cent' anni d' esenzione fiscale - il sciur Brambilla già soppiantato negli anni Settanta dal più meridionale Russo (1.274), ora fa strada all' extracomunitario Hu. La notizia getterà forse nello sconforto i Bossi, cognome al settantesimo posto e già assediato dai cinesi Zhou (386) e Chen (328). Intanto, strappa un affranto «som metì be' !» (siamo messi bene) al bergamasco sindaco di Brembilla, Carlo Salvi, ma non sorprende troppo Marco Brambilla, fondatore e segretario dell' Associazione dei Brambilla d' Italia, che ogni lustro organizza il raduno degli omonimi: «Per forza! C' era da aspettarselo! I cinesi fanno figli, i Brambilla no. Gli Hu abitano tutti nella Chinatown di via Sarpi, i Brambilla vanno a vivere in Brianza...». Nel 1989, a Milano c' erano 628 famiglie Brambilla più di oggi. E fra i cento cognomi comuni, non ce n' era neanche uno straniero. Ora, i milanesi si chiamano sempre e ovviamente Rossi (2.290, primo posto), e ancora Ferrari (1.920), Colombo (1.892), Bianchi (1.490). Ma dietro gli Hu fanno la fila i Villa, i Sala, i Cattaneo, i Galli, i Monti. E in coda agli Zhou ci stanno i Perego, i Motta, i Milani. Se la Cina è vicina, però, dove sono gli altri immigrati? Clandestini, soprattutto: solo nell' elenco dei nomi di battesimo, posto numero 68, spuntano 2.030 Mohamed. Gli altri, sono i solidissimi Giuseppe (22.447), Francesco (16.823), Maria (58.557), Anna (23.132), qua e là intervallati da qualche straniero vero (Xing, Adoracion, Faruk, Luzmila) e da pochi stranieri finti (alzi la mano chi ha battezzato Lovely la figlia). Sconfitti dalla cronaca, i Brambilla possono ancora consolarsi nella storia. Che è poi fatta, pure quella, d' illustri emigrati: Giovanni Alessandro Brambilla, protochirurgo a Vienna di Sua altezza imperiale Maria Teresa d' Austria; Ferdinando Brambilla, pittore settecentesco spedito dalla Corte di Madrid nelle Americhe a ritrarre i possedimenti ispanici. L' Associazione dei Brambilla non dimentica di segnalare la cantante lirica Teresina Brambilla, andata sposa ad Amilcare Ponchielli. O venendo alle glorie brambillesche d' oggidì, l' Andrea Brambilla in arte Zuzzurro che a teatro recita in questi giorni La cena dei cretini, «dove si dimostra - dice - che la genìa dei cretini è assai più prolifica di quella degli Hu. Il maestro Casiroli dedicò a mio padre La famiglia Brambilla in vacanza, ho ancora un vecchio disco in vinile con la dedica. Sta in soffitta, come questo cognome ormai. Lo porto con orgoglio, perché me l' ha lasciato papà. Ma non ne ho mai avuto il mito. I tempi cambiano, avanti col sciur Hu». Cognome che crea qualche problema, come sanno i questurini di via Fatebenefratelli. Nel 1992, zona Canonica, scoprirono un racket di «schiavi» coperto da pelletterie e ristoranti-paravento. Arrestarono ventotto cinesi. Ma ce n' erano dieci che si chiamavano tutti Hu, Hu e basta: si fecero le nottate, a identificarli uno per uno (da allora, non si sa con quale profitto, ai corsi di mandarino della Civica scuola di lingue orientali sono stati spediti anche due poliziotti e un carabiniere). Cognome che, poi, non è nemmeno un cognome. «Hu è solo una traslitterazione fonetica», tenta di spiegare Pina Merchionne, insegnante di cinese in Porta Volta, che ha tre scolari di nome Hu e per distinguerli li chiama "giovane Hu", "piccolo Hu" e "grande Hu": «E' la trascrizione nel nostro alfabeto di un segno, d' un simbolo. Quell' ideogramma è stato "tradotto" per iscritto Hu, sul passaporto, ma lo si può leggere in mille modi e, a seconda di come lo si legga nei vari dialetti cinesi, significa "fiume", "tigre", "disordine", "lago"... Se un cinese dice a un altro cinese di chiamarsi Hu, è come se non dicesse niente: deve specificare che tipo di Hu sia, se di lago o di tigre». Distinzioni del genere, chiaro, non impensieriscono gl' impiegati dell' anagrafe. Che semplificando tutti i cognomi in un grande, unico Hu, hanno finito per farne i Brambilla del Duemila. Il sciur Hu, come il resto dei cinesi di Milano, viene in genere dallo Zhejiang, la regione costiera del Sud-Est. E da una delle più belle città, Hangzhou. Sanno d' essere tanti, gli Hu, per l' esasperazione dei commercianti che vivono nella Chinatown meneghina e nei mesi scorsi sono sfilati contro l' invasione gialla. Il sciur Hu (al contrario degli altri immigrati, «aiutati» dal francese o dall' inglese) spesso non parla altro che il cinese. E pochi milanesi, duecento iscritti ai corsi, si sforzano d' imparare il mandarino. Ma è un muro destinato a crollare. Il 24 gennaio, per la prima volta, a Milano si festeggerà il Capodanno di Pechino fuori dal solito «ghetto» di via Sarpi: sfileranno coi carri anche i bambini italiani d' una cinquantina di scuole milanesi, migliaia di pasti cinesi saranno offerti nelle mense d' elementari e medie. «Sulla nuova Daewoo va in vacanza mister Hu - canticchia "Zuzzurro" Brambilla -. Va bene, siamo pronti anche al cinese. Ma Brambilla sono e Brambilla resto: prima di cucinare la cotoletta al vapore o la cassoeula come un involtino primavera, devono passare sul mio cadavere». Francesco Battistini LA SCHEDA I COGNOMI PIU' DIFFUSI Cambia l' anagrafe delle città italiane. A Milano il cognome più diffuso resta Rossi (2.290 famiglie), ma un classico meneghino come Brambilla (837), all' ottavo posto, per la prima volta è superato dal cinese Hu (1.134, in sesta posizione), mentre Zhou e Chen «battono» Bossi e Perego I NOMI PIU' COMUNI Resistono a Milano i tradizionali Giuseppe, Francesco, Giovanni, Maria, Anna e Francesca. I manzoniani Renzo (5.243) e Lucia (7.024) sono al 30° e al 14° posto. Fra gli stranieri, il più diffuso è Mohammed I NOMI PIU' STRANI Tra gli italiani residenti a Milano, ci sono Lovely, Loana, Adorna, Annunzio, Emerenciana, Gioietta, Idilia, Ioanna, Otilia, Purissima, Selvaggia, Tita, Ultima, Urania. Fra gli stranieri, sono quasi impronunciabili i cingalesi Mihindukulasooriya e Warnakulasooriya
Battistini Francesco
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(5 gennaio 2001) - Corriere della Sera
Notizie vecchie come dicevo . Tra 10 anni il Corriere si ripeterà . Il giornalismo è l'arte di ripetere cose che tutti sanno all'infinito .