enteromorfa, per l'ultima volta ti spiego che considero il valore della mia vita, di quello dei miei cari, dei miei connazionali, della tua esattamente uguale a quello della vita di Cinesi, Tedeschi, Bangladeshi, Turchi, Olandesi, Indiani, Svizzeri, Brasiliani, Maltesi, Palestinesi, Francesi, ecc.
soffro per le sofferenze mie, delle persone della mia famiglia, della mia città, del paese in cui sono nato esattamente come per quelle dei Bangladeshi delle baraccopoli di Dacca, degli Etiopi, dei Nicaraguensi, dei profughi palestinesi in Giordania, dei bambini di strada del Benin, ecc. (alcuni dei Paesi in cui ho lavorato) e per quelle di chi ancora oggi in Francia, Serbia, Spagna, USA, GB, Grecia, ma anche Cina, India, Brasile, Indonesia, Vietnam, Sudafrica, ecc. (Paesi in cui non ho lavorato) soffre, é sfruttato, ecc. ma anche di chi lo é stato in quei Paesi non-occidentali sotto le baionette, le cannonate, la frusta, gli affamamenti, gli embarghi, le guerre occidentali contro i popoli non-occidentali nella Storia recente e moderna.....
non c'é parentela, vicinanza, cittadinanza, che faccia diventare per me meno importanti individui, comunità, popoli e i loro problemi, come d'altra parte che faccia diventare al contrario meno gravi colpe, responsabilità, infamie: ho ribrezzo e combatto mafie e fascismi, negazionismi e razzismi, infamie coloniali e postcoloniali e loro difensori, minimizzatori, ecc., indipendentemente se sono parenti, concittadini o no: se avessi un parente mafioso o nazi lo denuncerei con gioia, se ho concittadini mafiosi o razzisti li combatto con gioia, perché non segue logiche omertose tribali ("io contro la mia famiglia, la mia famiglia contro il mio villaggio, il mio villaggio contro il mio Paese, il mio paese conttro gli altri...")...
e "chi rompe paga, i cocci sono suoi"...