Hong Kong ha sempre la stessa meravigliosa atmosfera di sempre. Confermo che per i miei gusti personali è la città più bella del mondo. Solo quegli odori tutt'attorno, quell'accento curiosissimo che siamo abituati a sentire nei film di John Woo e Johnnie To, quei vicoli pieni di bancarelle che vendono ogni cosa possibile e immaginabile, il porto e lo skyline meravigliosi, ti entrano nel cuore e lo avviluppano in un vortice inestricabile di emozioni e ricordi che non sai.
Ma naturalmente dopo il primo impatto poetico ecco arrivare le varie considerazioni da turista che poi fra qualche giorno deve tornare in Cina...
Prima di tutto, il visto per la Cina: abbiamo trovato subito vicino all'hotel un'ottima agenzia che in 10 minuti che ha fatto fare tutta la burocrazia necessaria, prenderà circa 80€ per un visto per multipli ingressi valido 6 mesi. È pronto venerdì mattina. Ottimo.
Poi, l'hotel: ne abbiamo trovato uno di recentissima costruzione su Connaught Road, a 10 minuti dalla metro. Abbiamo deciso così perché siccome fortunatamente conosco abbastanza bene il posto e mi so muovere con gli autobus e i minibus, e il posto è ufficialmente fuori mano (quindi molto a buon mercato) ma in realtà abbastanza vicino a ogni punto importante della città, possiamo goderci un inedito lusso per poche decine di euro a testa.
I prezzi: come avevo letto, frutta e verdura costano molto e da due anni a oggi direi che sono quasi raddoppiati, se non di più. Costano mediamente come a Ferrara da me in realtà, ma vedere qua questi prezzi fa capire che qualcosa è davvero cambiato. Sempre invece tantissimi e con gli stessi prezzi stracciati i ristorantini per locali, con roba buonissima a prezzi stracciati. È un piacere entrare in questi rumorosissimi e piccolissimi negozietti con le anatre appese, i tavolini di formica, la luce al neon spesso non proprio funzionante, i menu scritti in cinese tradizionale a pennarello sui muri rigorosamente senza alcun carattere occidentale (nemmeno i numeri), cameriere scontrosissime che parlano rigorosamente solo cantonese e ti portano piatti gustosi a base di noodles, manzo, uova, pollo eccetera a roba tipo 20 KH$ al piatto (un po' più di 2 euro). Davvero pochissimo se si pensa che sono praticamente piatti unici che valgono tranquillamente tutto il pranzo.
Come primo viaggetto abbiamo fatto il classico tour attorno ai vari isolati che circondano l'hotel (dalle parti del Western Market). Ho scelto un hotel in quel posto anche perché tra De Veux Road e Connaught Road è pienissimo di negozietti e piccoli bazaar di ogni tipo per locali, e so che a Xian piacciono moltissimo queste cose. Infatti l'idea è stata ottima, ci siamo persi per ore tra negozietti fantastici, tra vendita di pesce secco (tutto rigorosamente dall'isola di Lamma), tè tradizionale cantonese, ammennicoli sul feng shui che è sì una superstizione (con qualche banale elemento di buonsenso) ma da un punto di vista estetico è meravigliosa e trasuda storia, vestiario di ogni tipo, curiosità, cibo da mangiare camminando di forme e colori incredibili, e così via.
Il tempo purtroppo non è clemente e una terribile perturbazione resterà sul sud della Cina per almeno due settimane, quindi ci dobbiamo abituare alla pioggia continua e battente. Ma qui cade acqua calda, ci sono comunque 35 gradi e il 90% di umidità, si respira il sale del mare tutt'attorno, si sta tranquillamente in ciabatte anche se ci si bagna i piedi, è bello lo stesso, e soprattutto l'importante è portarsi una felpina o uno scialletto per quando si entra bagnati fradici nei ristoranti e nei negozi che hanno l'aria condizionata a 17 gradi con vento impetuoso (sono degli assassini).
Altro giro: Mongkok. Appena arrivati, prima ancora di arrivare sui viali pedonali così famosi, i genitori di Xian hanno perso moltissimo tempo entrando in catene di gioiellerie o occhiali alla moda, comprando roba costosissima e secondo noi inutile, tra l'altro nel posto più sbagliato della Terra per queste cose, tanto che ormai carichi di roba sono tornati in albergo senza aver nemmeno capito che la gita doveva ancora cominciare... Un atteggiamento che Xian ha definito "da mainlander" con grande disapprovazione :-) E così il giro vero e proprio a Mong Kok ce lo siamo fatti da soli: elettronica, DVD, fashion moooolto giovane, giocattoli strambi, cosplay e parrucche, accessori di ogni tipo per macchine fotografiche e cellulari, il tutto contornati dal tipico odore del luogo, ossia l'acerrimo tanfo di "tau fu puzzolente" che in realtà è una prelibatezza di cui sono ghiotto, e da frotte numerosissime di giovani tra i 15 e i 30 anni che hanno eletto questo quartiere immenso a tempio mondiale della moda a buon prezzo per i giovani asiatici. C'è la vecchietta che canta l'opera cinese sulla strada in cambio di qualche centesimo, dietro di lei c'è un negozio che vende solo VPN per bucare la censura cinese per chi vuole andare a fare un salto nella mainland, davanti le passano tre ragazzine con uniforme da scolaretta giapponese e la parrucca coi capelli rosa, in alto si staglia un grattacielo i cui primi dieci piani sono una palestra coi vetri trasparenti pieni di giovani che fanno esercizio evidentemente fieri di farsi vedere dalla gente che passa, due occidentali carichi di sacchetti pieni di obiettivi Canon trattano il prezzo del succo di mango dalla vecchina col baracchino di tau fu puzzolente agli angoli di ogni raccordo tra una strada e l'altra, qualche operaio in pausa per le continue costruzioni e manutenzioni si sgranocchia uno spiedino di anelli di intestino di manzo ripieni di salsa di verdure e glassati nella salsa rossa piccante, e urla all'operaio dall'altra parte della strada qualcosa che sembra aggressivo ma l'altro ride, molte coppiette di ogni foggia si stringono per mano e passano da una vetrina all'altra o discutono col cellulare su quale sia il punto in cui incontrarsi, eccetera.
Come ristorante abbiamo ritrovato un barbecue coreano e sashimi tutto a buffet, all you can eat, per una decina di euro a testa. Spettacolare.
Poi le strade fitte di bancarelle in diagonale, tipiche di Hong Kong, in cui ti devi insinuare per vedere la merce. Chilometri e chilometri di bancarelle, pienissime di merce e pienissime di gente che compra, impossibili da visionare tutte. Abbiamo comprato un paio di modelli di camionette cinese coi militari con tanto di stella rossa, fatti con l'imitazione cinese dei LEGO (Wange). Gli incastri non sono perfetti e le istruzioni sono lacunose, ma per costare un decimo dei Lego ne è valsa la pena.
Oggi non so ancora dove andremo. E stasera dopo le 22 abbiamo un appuntamento coi miei amici di Hong Kong per il classico giro a Lan Kwai Fong tra un cocktail e un bar con il narghilè.
Stay tuned :-)