Coppia cinese vuole partorire in Italia - page 1 - Richieste di Aiuto - Associna Forum

Autore Topic: Coppia cinese vuole partorire in Italia  (Letto 25793 volte)

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Fxyz4ever

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Coppia cinese vuole partorire in Italia
« il: 23 Luglio, 2012, 17:51:28 pm »
Salve a tutti.

Una coppia di nazionalità cinese (e residente in Cina) di mia conoscenza vorrebbe far nascere il bebè in Italia. Si può fare?

Ci sono procedure particolari per partorire in un ospedale italiano? Cosa bisogna fare?

Grazie.

jie

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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #1 il: 23 Luglio, 2012, 18:19:48 pm »
booooo. secondo me il problema più grande è arrivare. non capisco perchè vogliano far nasciere il figlio in italia visto che al max evitano il problema della limitazione delle nascitè in cina, ma la nascità in italiano non garantisce ne diritto di residenze ne di cittadinanza. molti vanno in america dove danno la cittadinanza al neonato o a hong kong dove danno il diritto di residenza.
in italia, non so le strutture private, ma le strutture pubbliche chiedono la tessera sanitaria per le visite preparto, ai clandestino molti rifiutano di fare le visite(con la scusa che hanno una lista d'ttesa lunga). per il parto, se vai al proto soccorso ti soccorrono anche senza documenti.
« Ultima modifica: 23 Luglio, 2012, 18:23:48 pm da jie »

Fxyz4ever

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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #2 il: 23 Luglio, 2012, 18:24:40 pm »
No, loro non vogliono né la cittadinanza italiana né la residenza. Infatti dopo che sarà nato il figlio, torneranno in Cina.
Vogliono partorire in Italia solo per avere il parto naturale, mentre in Cina con gli ospedali corrotti che pensano solo al denaro fanno fare il parto cesareo sempre e comunque per fare soldi; e anche perché pensano che in Italia ci siano condizioni sanitarie migliori, ambiente migliore, ecc.
« Ultima modifica: 23 Luglio, 2012, 18:26:30 pm da Fxyz4ever »

Fxyz4ever

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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #3 il: 23 Luglio, 2012, 18:39:20 pm »
Grazie per la risposta!

Qui la questione non riguarda tanto i clandestini, suppongo che loro vogliano venire in Italia con visto. Quindi riformulando, la domanda è: i turisti stranieri possono partorire in Italia?

vasco reds

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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #4 il: 23 Luglio, 2012, 21:53:32 pm »
in italia il parto è assolutamente garantito ed eventualmente per casi particolari anche anonimo con possibilità di non riconoscere il figlio nato (spero che non sia un escamotage per un'eventuale figlia femmina non voluta) per il resto devono fare un visto lunghino se dalla cina vogliono venire qui a partorire  (e le motivazioni la dicono lunga sulla sanità cinese che è molto diversa dalle città a statuto speciale che ci ha fatto conoscere sebee) anche perchè i bimbi non nascono a comando ma decidono loro quando è il momento e quindi può anche ritardare, inoltre un viaggio dalla cina all'italia per una gestante a fine gestazione è faticosissimo il rischio è che si trovi a partorire in aereo.
la cosa si può assolutamente fare col massimo della legalità ma i tempi e i modi vanno appurati con cura, anche perchè poi per un mese mamma e bimbo non possono muoversi quindi il visto "turistico" deve essere di almeno un paio di mesi se non di più

enteromorfa

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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #5 il: 24 Luglio, 2012, 16:35:31 pm »
credo francamente che difficilmente l'ambasciata italia concederà il visto se vengono a sapere che la coppia aspetta un bambino.. quella usa poi a una coppia penso proprio non lo dia e basta, sono molto più restrittivi. Non sarebbe più semplice in un paese magari più vicino?appunto hongkong (anche se c'è una polemica che non finisce mai anche li per i mainlander che vanno a portorire e quindi credo avranno difficoltà)..o magari shenzhen se è come dice sanbee.
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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #6 il: 25 Luglio, 2012, 02:37:41 am »
La mia ragazza dice: "sono leggende che girano su internet, sia che in Cina sia tutto corruzione il cesareo sia che in Italia sia un paradiso per le partorienti. Conosco molti studenti di medicina che mi confermano che il cesareo ultimamente si fa di più in Cina soltanto perché i nuovi ricchi mangiano troppo e partoriscono bambini di 5, 7 chili per cui il cesareo è essenziale". Aggiungo io: l'Italia è famosa per fare troppi cesarei.
Aggiunge Xian: "quando ho fatto il visto per l'Italia, ho visto una coppia mista, lui italiano lei cinese incinta, che volevano andare in Italia. Il visto non le è stato concesso, proprio perché incinta. La cosa mi ha riempito di rabbia, e quindi occhio perché le autorità sono cattivissime con chi vuole partorire all'estero. I miei parenti hanno tutti partorito anche molto di recente in ospedalini piccoli qui al nord e tutto si è svolto perfettamente, niente cesareo, tutto pulito e tutti gentilissimi. Quella di partorire nelle grandi città è una moda. La solita mania cinese di seguire solo le voci (derivata dal fatto che le fonti ufficiali non sono mai attendibili, certo, ma i dati scientifici si possono trovare in rete: non fidarsi del governo è un bene ma fidarsi dei rumors è peggio!) Sicuramente ci saranno zone corrotte, ma non nella mia esperienza, certamente non qui al nord ChangChun e al sud a ShenZhen. Se proprio non si fidano, il consiglio è di partire appunto a ShenZhen dove gli standard sono più che europei. Però tentar non nuoce: provino ad andare all'Ambasciata italiana e a chiedere. Sono curiosa di sapere cosa diranno loro".
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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #7 il: 25 Luglio, 2012, 03:02:27 am »
beh dai ora che sia possibile che di media i cinesi partoriscono neonati di 5-7 kg non c'è verso, sono eccezioni e anche il cibo credo c'entri limitatamente.Per il resto è normale che non gli diano il visto se una vuole venire a partorire in italia.. il parto è praticamente gratuito, è chiaro che non possono permettere alla gente di venire così e gravare sul sistema sanitario nazionale. Quindi normale che non abbiano concesso il visto, tra l'altro immagino che la coppia mista non fosse sposata, c'è poco da arrabbiarsi a mio avviso.
Quanto al giudizio della tua ragazza sul sistema sanitario cinese è in contrasto netto con quanto ho sentito dire da tutti gli altri cinesi, io grazie al cielo non ne ho mai avuto bisogno quindi non posso esprimere pareri. Sono andato una volta in sala di attesa per aspettare un amico e un'altra volta al parto della moglie del cugino, del bla bla bla.. (dopo il parto eh, non durante) e in entrambi i casi mi pareva che gli ospedali non fossero granchè, esattamente come in italia, nè più nè meno..
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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #8 il: 25 Luglio, 2012, 03:21:37 am »
Sì, la mia ragazza conosce Italia e Cina, e anche lei conferma che non ci trova tutta questa differenza (in Italia fa volontariato negli ospedali come mediatrice culturale). Certamente la differenza c'è nelle grandi metropoli cinesi, dove appunto consiglia di andare a partorire. Tra l'altro i problemi burocratici saranno certamente enormi, se riescono ad avere il visto gli andranno via almeno 10.000€ tra biglietto tasse eccetera. Poi quando tornano ci saranno molti problemi in Cina per avere il 户口 per il bimbo. Se poi lo fanno per avere un secondo figlio è inutile: al ritorno in Cina pagheranno le stesse multe e tasse che pegherebbero se il figlio l'avessero in Cina.

Aggiungo io: la coppia non era sposata, certo, ma per gli altri paesi europei il visto lo danno. L'Italia è l'unica a non riconoscere le coppie di fatto ed è uno scandalo inconcepibile.
« Ultima modifica: 25 Luglio, 2012, 03:24:56 am da Senbee »
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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #9 il: 25 Luglio, 2012, 03:28:51 am »
Correggo: per un errore di traduzione ho tradotto 5-7 chili mentre era 5-7 mezzi chili (come ben sapete qui l'unità di misura è in mezzi chili).
Effettivamente secondo me 3 chili è troppo poco per un cesareo, e mi sa che effettivamente allora è vero che qui si abusa della cosa... Indago. Alla fine mi sa che è uguale che in Italia: si tende per prassi a fare il cesareo dai 3,5 chili in su col primo figlio, cosa che invece negli altri paesi si preferisce fare con l'epidurale.
Io se fossi una donna sceglierei l'epidurale...
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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #10 il: 25 Luglio, 2012, 03:40:17 am »
anchio voterei l'epidurale. Qui in italia si dice sia ostracizzato per via della mentalità cattolica del "parto con dolore".. poi boh. Conoscendo un anestesista mi aveva accennato al fatto che in italia ci si trascina un po' dietro la mentalità del "dolore salvifico"..
Per il fatto che in altri paesi europei concedano il visto in quelle condizioni, francamente non saprei.. I paesi europei sono tutti più o meno rigidi alla stessa maniera sui visti (comunque mi pare meno rigidi degli usa, se una cosa del genere la chiedesse a loro non la farebbero nemmeno entrare a fare il colloquio).. Le coppie di fatto credo c'entrino poco per casi del genere. Comunque una volta avuto un visto per un paese europeo si può andare ovunque in europa, il che rende queste differenze irrilevanti.
« Ultima modifica: 25 Luglio, 2012, 05:46:17 am da enteromorfa »
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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #11 il: 25 Luglio, 2012, 08:05:13 am »
avete dimenticato un dato fondamentale: il costo del parto in cina, a parte naturalmente a ShenZhen dove immagino che sia gratis :smiley_grin:

per il resto si capisce che non avete figli :smiley_wink:

il cesareo è in aumento anche in italia su richiesta delle partorienti che appunto non vogliono "soffrire" e per rimanere coscienti durante l'operazione si fa l'epudurale che comunque non è una passeggiata visto che è una puntura nella spina dorsale.
da parte medica il cesareo in italia è consigliato solo quando il neonato\a è podalico o ci sono rischi per neonato\a o madre.

fare comunque un cesareo è un danno relativo anche per il neonato, durante il parto naturale si scatenano determinate situazioni che fanno rendere conto al bambino\a di stare nascendo scatenando tutti quei riflessi immediati che "tirandolo fuori dal sacchetto" arrivano molto più tardi come lo stimolo a nutrirsi dal seno e relativa montata alla madre.... ecc.ecc.

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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #12 il: 25 Luglio, 2012, 08:09:34 am »
dimenticavo 2,5 kg o 3,5kg sono bambini normalissimi da parto naturale, anzi 2,5kg è anche piccolino....

i bimbi "giganti" in cina non sono dovuti all'ecessiva alimentazione delle madri ma all'ecssivo uso di ormoni negli allevamenti un po' come accadeva da noi 40\50 anni fa il che poi porta a maschi con seni pronunciati o femmine con ciclo mestruale anticipato

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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #13 il: 25 Luglio, 2012, 10:37:38 am »
le solite balle del solito noto per difendere un altro primato-schifezza italico:
il cesareo è in aumento anche in italia su richiesta delle partorienti che appunto non vogliono "soffrire" e per rimanere coscienti durante l'operazione si fa l'epudurale che comunque non è una passeggiata visto che è una puntura nella spina dorsale.
da parte medica il cesareo in italia è consigliato solo quando il neonato\a è podalico o ci sono rischi per neonato\a o madre



in realtà:
http://www.donnamoderna.com/mamme/Gravidanza/parto-cesareo

 
In Italia, il ricorso al parto cesareo è nettamente superiore alle raccomandazioni dell’OMS.

Le statistiche parlano di un eccesso di ricorso al parto cesareo in Italia, soprattutto al Sud che, negli ultimi anni ha raggiunto quota 38% di tutti i parti, superando i valori degli altri paesi europei che si attestano intorno al 20-25% .

L’ Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda di eseguire solo un parto su sette con taglio cesareo, ovvero il 15% dei parti: è stato riconosciuto che questa è la soglia di garanzia del massimo beneficio per la salute di mamma e bambino.  Oltre, il beneficio si riduce e il rischio aumenta.

In linea generale, Secondo le indicazioni dell’OMS il parto cesareo è raccomandato solo quando ricorrono alcuni presupposti - che devono essere valutati di volta in volta dal medico - come, ad esempio, alcuni casi (non tutti) di presentazione podalica  del feto, alcuni casi (non tutti) di gravidanza gemellare, di malattie trasmissibili al feto come l’ HIV, l’Herpes o l’epatite A, B, o C, o ancora di nascita pretermine o placenta previa ed alcune situazioni di emergenza. Insomma, in circostanze bene circoscritte.   
Invece, il ricorso eccessivo al parto con taglio cesareo pare sia dovuto a ragioni di vario tipo ma tutte indipendenti dalle condizioni di necessità clinica.

Si tratterebbe, secondo i dati dell’ Istituto Superiore di Sanità,  nella maggioranza dei casi di carenze strutturali e organizzative, di una difficoltà del personale sanitario nel gestire il parto fisiologico, per cui il parto cesareo è visto quasi come una pratica difensiva da parte del medico. Non solo, un’altra ragione è che c’è una tendenza tra le persone ad assimilare il parto cesareo ad una modalità “normale” e ordinaria di nascita. Si dimentica spesso, invece,  che il parto cesareo è un vero e proprio intervento chirurgico e non è privo di rischi.  Spesso viene praticato senza che sia effettivamente necessario.
Eppure, il parto cesareo dovrebbe essere una scelta consapevole di ogni mamma. Non una scelta subita.


http://www.ingenere.it/articoli/parto-cesareo-il-dramma-italiano
E tu donna, partorirai…a tuo rischio e pericolo. Sembrerebbe questa la sintesi della Relazione sui punti nascita della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali (1).

I lavori della Commissione si riferiscono a un arco temporale di quasi due anni e la relazione racconta una situazione di grandi difformità regionali, una tendenza all’aumento di parti cesarei, casi di presunta malpractice e relative procedure per lesioni e omicidi colposi. Si partorisce e si nasce certamente peggio al sud rispetto al centro e al nord, come avviene con la generalità dei servizi erogati dal Servizio Sanitario.

Nel periodo che va da gennaio 2009 ad agosto 2010, quasi un parto su due è avvenuto con taglio cesareo (44% dei casi trattati nei piccoli ospedali e 33% dei casi trattati in ospedali grandi e dotati delle più sofisticate attrezzature e tecnologie). Questo è il dato sicuramente più drammatico e che si presta a una riflessione. Cos’è successo alle donne che partoriscono in Italia? Dove cercare plausibili cause di un fenomeno così grosso e così improvviso? Mutazioni genetiche, età più avanzata, condizioni ambientali sfavorevoli, stili di vita dannosi? Verosimilmente niente di tutto ciò, se si considera che ancora oggi, come sottolinea la Commissione, il parto è un evento fisiologico e solo nel 10 per cento dei casi si presenta in condizioni patologiche. La Commissione non trae conclusioni riguardo alle cause del fenomeno, tuttavia delinea percorsi di ragionamento tesi a verificare in quali inefficienze/malfunzionamenti del servizio sanitario si possano trovare le spiegazioni di tale fenomeno. Inoltre la Commissione sottolinea che i punti nascita degli ospedali più piccoli e periferici - dove avviene ben il 72% delle nascite - sono più carenti di tecnologia, competenze, servizi integrati ecc., e che è più frequente l’assenza della doppia guardia ostetrica e ginecologia. Elementi che però spiegano più i rischi sanitari che non la maggior frequenza di parti cesarei. Questo atteggiamento analitico, verosimilmente, porta a concludere che sarebbe saggio accorpare e ridurre i piccoli punti nascita, quindi operare per aumentare l’efficienza del sistema.

Non sarà politically correct né di immediata condivisione ma una chiave di lettura alternativa potrebbe essere quella secondo cui alla base dell’eccessivo numero di parti cesarei c’è la stessa spiegazione valida in generale per tutti gli interventi e le prestazioni sanitarie in eccesso. Una prestazione “in più”, “in eccesso” è di per sé una prestazione inappropriata. La base materiale di questo fenomeno è, in sostanza, il sistema di finanziamento degli ospedali. Gli ospedali vengono finanziati con il corrispettivo in denaro della somma delle prestazioni, moltiplicato il prezzo di quella determinata prestazione (che, se ospedaliera si classifica con il criterio del Drg – Diagnosis Related Groups -, se ambulatoriale, secondo il tariffario delle prestazioni ambulatoriali).

Un grande ospedale (ogni struttura ha un suo peso specifico) riceve per un parto vaginale non complicato 1.295 €, per un parto vaginale complicato 2.717 €, per un parto cesareo non complicato 2.906 €, per un parto cesareo complicato 4.293 €.

Non c’è bisogno di immaginare schiere di medici e amministrativi “menzogneri-che-mentono-sapendo-di-mentire” tutte le volte che prendono una singola decisione medica. L’intero processo del cosiddetto medical decision making viene permeato dalla logica del costo della prestazione così come la medicina difensiva diventa pratica medica, modus operandi, pensiero. Il meccanismo del rimborso a prestazione è così stringente da far sì che il sistema operi come un corpo solo. Il singolo operatore difficilmente potrà agire, senza sembrare donchisciottesco a sé e agli altri, appellandosi alla sola “appropriatezza”, parola magica evocata per abbellire le premesse dei vari piani sanitari regionali, ma appunto solo evocabile di fronte alla “forza economica” del Drg che giustifica la sopravvivenza di ospedali e operatori allo stesso tempo.

Se a ciò aggiungiamo la forza e gli automatismi che la medicina difensiva può dispiegare, si chiariscono molte cose. Come sempre, ciò che avviene sulla pelle delle donne ci spiega meglio e prima ciò che tutti rischiano di pagare poi.

Il trend in aumento di cesarei, rischio clinico, malpractice sarà inarrestabile, entro questa logica del Drg. Logica che fu importata dagli Usa nel 1995, direttamente mutuata dal sistema delle assicurazioni, un sistema apparentemente moderno, caratterizzato da cose moderne come manager, budget, quality management. Che ironia: esperti statunitensi erano venuti in Italia a studiare il nostro Servizio sanitario nazionale, quando era diverso dal loro, come disegnato dalla legge di riforma 833 del 1978.La Commissione invita ad aprire una riflessione che coinvolga opinione pubblica e istituzioni per capire “come si nasce in Italia”. Forse per far nascere meglio sarebbe il caso di adoprarsi per una “restitutio ad integrum” di quella grande riforma che fu quella sanitaria del 1978?
(1) Relazione punti nascita, approvata il 14 dicembre 2011 dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali. Parte 1; Parte 2


http://www.osteopatiableve.it/articoli/4-articoli/37-abuso-dei-parti-cesarei.html
Al via i controlli dei carabinieri del Nas nelle strutture pubbliche e nelle cliniche private italiane per accertare un eventuale eccesso di parti cesarei in corsia. A lanciare l'allarme, venerdì scorso, il ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi, il quale ha disposto che i carabinieri svolgeranno azioni di controllo a campione, acquisendo fotocopia della cartella clinica e della documentazione ecografica della paziente.

Nell'occhio del ciclone, Puglia, insieme a Campania e Sicilia: le regioni italiane con il più alto tasso di ricorso al taglio cesareo. Scorrendo i dati dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali è lampante il solito divario tra nord e sud: si va dal 23 per cento del Friuli al 28 per cento del Veneto. Il record è della Campania con il 62 per cento, seguita da Sicilia (53 per cento) e Puglia dove,  solo nel 2007, si è registrato il 49,2 per cento di tagli cesarei (fonte OER Puglia), dato in crescita negli anni a seguire.
Se pensiamo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità fissa la 15 per cento il tetto massimo di parti cesarei, si comprende il perché di questa disposizione ministeriale che invia i Nas direttamente nei reparti di ostetricia delle strutture sanitarie di ricovero e cura pubbliche e private accreditate con il Servizio sanitario nazionale.

Perché si abusa con i cesarei
La ragione è economica: un taglio cesareo viene rimborsato all'ospedale dal sistema sanitario come un'operazione chirurgica, in media da 1600 a 2700 euro a seconda delle Regioni, mentre per uno naturale si va da 1200 a 2000 euro. Inoltre quasi la metà dei punti nascita effettua meno di 500 parti all'anno, il che implicherebbe una maggiore propensione dei medici meno esperti a utilizzare il cesareo, per evitare possibili contenziosi
(fonte: Repubblica.it).


altro che motivazioni dovute alle propensioni delle mamme....
vergogna a chi difende i medici-cani e le logiche di profitto e l'effetto sulla gente (che troppo spesso si lascia convincere...) delle loro balle!
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

vasco reds

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Re:Coppia cinese vuole partorire in Italia
« Risposta #14 il: 25 Luglio, 2012, 11:08:26 am »
(fonte: Repubblica.it). la dice tutta senza bisogno di ulteriori commenti, il fognale è ampiamente conosciuto su associna per la sua sinofobia e faziosità, dovresti solo ringraziare la redazione che ti permette di postarlo in altri siti dove sei stato cacciato non lo permetterebebro

fa comunque piacere che un tuttologo del genere sia esperto dell'argomento dall'alto della sua innumerevole prole

e pensare che si può persino partorire in casa..... e lo si fa dalla notte dei tempi....
ma abbiamo degli esperti....
magari sono medci laureati in igegneria che poi hanno cambiato idea e vocazione avendo una tale confusione in testa che s sono portati dietro negli anni