in tutti i fenomeni di massa ci sono motivazioni individuali differenti che si agglutinano: idealismo, opportunismo, protagonismo, convinzioni, noia, rabbia, memoria storica, frustrazioni per altri motivi, partecipazione cosciente, gonfiatura mediatica, emulazione, amicizie, spirito solidaristico, violenza, ecc.
si tratta tipicamente di situazioni in cui i casi individuali (che sono del tutto diversi ed opposti fra loro) non contano una cippa e dove certamente pretendere coerenza individuale e collettiva é non capire nulla dei macrofenomeni....
occorre guardare dietro, nella Storia, per capire (e la Storia bisogna studiarla, non farsela raccontare in strada o al bar...)
molti popoli, per tradizione, per continuità della loro entitàù statuale, per motivazioni ideologico-religiose, per sistema scolastico e dei media, per strategie governative, o altro (non necessariamente tutti gli elementi assieme) hanno una memoria storica assai maggiore che gli Italiani
in GB, l'anniversario della fine della 1 GM é celebrato con grande commozione dalle famiglie tuttora, in Russia si fa altrettanto per quello della 2 GM, mentre gli sposi mettono fiori perfino al monumento a Pietro il Grande..., i Palestinesi nella "prima intifada" (senza terrorismo e senza armi...) scendevano in piazza e si facevano ammazzare nell'anniversario della...distruzione di Baghdad da parte dei Tartari (vista come l'inizio della crisi del Califfato....), negli USA la memoria di Pearl Harbour o quella della Rivoluzione Americana é costantemente evocata, in Francia Vandeani e Parigini sono ancora contrapposti emotivamente dal giudizio sugli eventi svoltisi alla fine del XVIII secolo in quella regione e il 14 Juillet parigino é una sentitissima festa di popolo (oltre che una parata...), i Mongoli esaltano a scuola e nei monumenti Gengis Khan, ad Istanbul i giovani portano spontaneamente fiori sulle tombe dei grandi ammiragli ottomani del secolo XV-XVI, ecc., i Viennesi piangono di commozione a sentire la Radetsky March del XIX secolo (che la parte idiota dei Milanesi adora, scordandosi a chi era dedicata e perché...), ecc.
solo chi é profondamente ignorante, si abbevera a fumetti-trash di altri paesi, censura la sua Storia e a maggior ragione quella di altri, ha un indice di lettura tra i più bassi d'Europa, odia i libri, approva i tagli alla cultura, vive di gossip via web o via taxisti ubriachi, come purtroppo avviene in Italia più che altrove, non sa e non può sapere che grande forza sia la memoria storica, come possa certo essere strumentalizzata nazionalisticamente, sciovinisticamente, commercialmente (come ogni cosa), ma possa anche costituire un grande elemento di analisi e di trasformazione della realtà, che travalica interessi personali senza per questo cancellarli (siano legittimi, come al posto di lavoro, siano illegittimi, come al saccheggio....)
i Cinesi non dimenticano le aggressioni ed i crimini di un Giappone che ancora adesso:
- non ha mai processato i suoi criminali di guerra;
- non ha mai chiuso le contese territoriali con Cina, Filippine, Russia, Corea, ecc.;
- non ha mai smesso di onorare i suoi criminali di guerra;
- non ha mai smesso di farsi forte dello scudo USA per mantenere il sistema imperiale corresponsabile di quelle aggressioni e di quei crimini;
- non ha mai smesso di partecipare, in cambio, alla cintura di accerchiamento anticinese madeinUSA
- non ha mai smesso di negare il debito culturale verso la Cina, violentando perfino parole e dati, come i seri yamatologi sanno bene (e come hanno più volte spiegato ad esempio ad iniziative a VERSORIENTE, non teleguidate dal PCC...);
che il Governo cinese strumentalizzi questa memoria e che ciò avvenga anche in rapporto a scontri di linea precongressuali nel niente affatto monolitico sistema istituzionale cinese é naturale, ma ciò avviene non a partire da balle storiche come l'esistenza della "Padania", certe missioni nazi in Tibet camuffate da qualcuno da imprese alpinistiche o certe sconcezze ultranazionaliste croate che estirpano nomi "non croati" dalla Storia, ma a partire da una storia din relazioni tra Cina e Giappone che negli ultimi secoli ha visto sempre il secondo aggredire la prima (in pieno accordo, é bene non scordarlo, con potenze occidentali e sulla base di dottrine, ideologie, tecnologie mutuate dall'Occidente....) e non viceversa