secondo me potresti:
- diversificare lo spazio (e le iniziative, date incluse, nonché i materiali pubblicitari) relative alla cucina cinese e a quella giapponese (mescolare le 2 cose rende difficile la valorizzazione auspicata);
- usare sempre la focalizzazione sui "prodotti-testimonials";
- distinguere quel che riguarda prodotti (anche e soprattutto fra i "testimonials") direttamente consumabili (ad esempio il té) che "trascinano" oggettistica (ad esempio teiere, tazze, stuoiette, ecc.) da quel che invece riguarda prodotti che necessitano di preparazione (attraverso cottura o meno), come i ravioli cinesi, il sushi giapponese, ecc. che "trascinano" anche e soprattutto ingredienti, salse, etc., tenendo conto che in questo secondo caso non sono tantissime le persone che prediligono (e sanno) prepararseli a casa invece che andare in un ristorante a consumarli (si tratta di una nicchia della nicchia...) e che occorre una promozione anche delle forme di preparazione più semplici (attraverso depliant esplicativi, ricettari, degustazioni e/o offrendo libri in Italiano sulle relative ricette), mentre nel primo caso ciò non serve;
per gli "angoli", evita l'esperienza triste degli "angoli di prodotti etnici" di tanti minimarket italici che non sono che pezzi di scaffali uguali agli altri, al più con qualche penosa bandierina....e rendili il più caratterizzati possibile anche sfruttando gli "oggetti trascinati" dai "testimonials" come ...decorazione (ad esempio se esponi té, mettici vicino le teiere e le tazze superando la classica distinzione food/nofood e mettici accanto un tavolinetto con un servizio da té, e decora la parete con una stampa cinese, ecc.) e rimanda il tutto in vetrina (componendo anche lì prodotti testimonial + oggetti, elementi artistici, fiori artificiali, ecc.), specie ma non solo nel caso di iniziative promozionali, degustazioni, ecc.