Non credo che tu abbia "usato in malo modo" il termine "etnia", semplicemente ce ne sono concezioni diverse in Occidente (e si tratta comunque sempre di un termine relativo ad entità che nel 90% dei casi sono inventate nel corso della Storia e non "naturali") e ancor più fra Occidente e Cina (del passato ed attuale), spesso del tutto inconciliabili!
comunque, come ho già detto, anche assumendo i concetti usati in RPC (che peraltro derivano dalle concezioni sovietiche....), le 56 etnie minoritarie rispetto alla cosiddetta "etnia Han" (che per i concetti di "etnia" più accettati in Occidente "etnia" non é affatto, come dimostra fra l'altro il testo di Cammelli da me citato) ed in particolare una ventina di esse non sono presenti solo in aree geografiche marginali ed a statuto speciale ma anche nelle grandi concentrazioni urbane a forte immigrazione (ad esempio anche Nanjing che tu citi), non solo a causa dei processi di sviluppo economico degli ultimi decenni ma di processi plurisecolari e tra l'altro (ti ho fatto l'esempio dei Hmong/Miao) fanno anche parte della stessa cosiddetta "etnia Han" da secoli e ne hanno influenzato gastronomie, artigianato, ecc.
Se la tua futura andata in Cina non episodica si orienta (per studio o addirittura poi per lavoro) verso grandi aree urbane, porsi la questione delle caratteristiche "etniche" e perfino (in parte, ripeto in parte)delle differenze regionali di costumi, abitudini, ecc. non mi pare essenziale dato che appunto le aree metropolitane sono multiculturali e multietniche ed inoltre, come dimostrato da numerosi studi (ad esempio quelli di Cavalli Sforza) non esiste alcun comportamento collettivo (tipo "avarizia" attribuita a liguri e scozzesi, "rigidità attribuita a tedeschi, ecc.) che effettivamente sia corrispondente ad un gruppo etnoculturale specifico, mentre certamente esistono differenze din tradizione gastronomica, linguistica, artistica, talora ideologica, ecc.
inoltre ribadisco che in una realtà immensa come la Cina, le differenze maggiori (come del resto in altre realtà anche diverse dalla RPC per molte ragioni) sono fra grandi metropoli (e fra metropoli che sono/sono state capitali e le altre e fra metropoli polo di sviluppo come Shanghai, Chongqing, ecc. e le altre), medie città, piccole città, aree rurali anche a distanza di poche decine di km e nell'ambito della stessa regione e "zona etnica" nonché fra aree costiere e differenti tipi di aree dell'interno anche in rapporto a quei bacini fluviali che sono stati gli assi di fioritura della civiltà cinese.
Credo però che la caratterizzazione etnoculturale non rappresenti il criterio essenziale per capire se un luogo é più adatto alle proprie esigenze, mentre contano di più le opportunità che offre in termini di studio, lavoro, espressività e semmai ciò avviene di più proprio laddove maggiore é la pluralità di etnie, di culture, di tradizioni, di abitudini che é sempre (non solo in Cina) una ricchezza e un'occasione ad esempio di stimolo ad attività creative (artistiche, mediatiche, commerciali, turistiche, letterarie, museali, di promozione dei valori immateriali di oggetti e prodotti, musicali, gastronomiche, ecc.)
hai ragione tu: Ci sono tante variabili da valutare, clima, inquinamento, tenore di vita, frenesia della città, unico fuso orario, sanità ecc. ecc e appunto credo che il fattore etnoculturale (se non si decide di andare appunto nelle "regioni a statuto speciale" per specifici interessi verso una delle culture in esse presenti significativamente) sia il meno importante rispetto a quelli che giustamente citi
Certo, ad esempio, Nanjing ha i vantaggi della grande metropoli e delle sue Università, centri culturali, musei, centri di produzione mediatica, ecc. e in più essendo stata capitale ha una pluralità di stimoli storico-culturali (ed etnoculturali) dovuti a tale fattore, ma molto dipende da quale finalità operativa vuoi dare al tuo master, verso cosa vuoi indirizzarti dopo di esso in termini professionali, cosa che può entrarci e può non entrarci con la dimensione etnoculturale a seconda, appunto, di quel che intendi fare (e non mi riferisco solo a impegni etnoantropologici, ma anche a cose come la gastronomia, l'export di oggetti dal valore immateriale etnoculturale, la ricerca, la musealità, la produzione mediatica, la moda, la bigiotteria, ecc., ecc., ecc.), cosa che non vale solo per la Cina