ho visto una parte del documentario e forse faro l avvocato del diavolo ma a parte gli ovvi complimenti per come e' stato montato, complimenti ancora per il lavoro!... permettimi qualche critica senza polemica.
Grazie, e sai bene che le critiche costruttive sono quelle che preferisco.
Secondo me, Hong Kong facevi meglio non includerla visto che e' cinese per modo di dire. A quel punto potevi pure includere Taiwan, Singapore e la Malesia data l alta percentuale di persone di origine cinese. Mi spiego meglio:
Hk cosi come Taiwan ha vissuto nel periodo che ha trasformato indelebilmente la cina un indipendenza completa, lo si vede sia nel piano urbanistico della citta che dal comportamento delle persone e da molto altro. Poco se non per niente rappresentativa della Repubblica Popolare Cinese.
Con HK inclusa mi sembra un documentario stile turisti per caso che fa l occhiolino a cctv.
In quei tre mesi ho visitato quei luoghi. Avevo quel materiale, e ho montato quel materiale. Fossi partito da Taiwan o da Singapore, avrei messo quelli. Anzi mi dispiace di non aver avuto tempo di andare a Macao. Non mi sono nemmeno chiesto cosa includere o meno. Lo scopo del documentario era proprio quello di Turisti per Caso: una cronaca delle mie vacanze, con qualche spunto molto superficiale per un paio di agganci a temi un po' più seri.
Oltretutto, Hong Kong è ufficialmente in Cina e l'ho messo apposta all'inizio (ci sono stato ben quattro volte in tre mesi, per il visto e per l'aereo, anche se nel film sembra che ci sia stato solo all'inizio, ma è un montaggio...) così che si notasse di più lo iato fra i due mondi mentre parlo delle due dogane, della lingua e della moneta diverse, e via dicendo. Di Hong Kong poi ho mostrato pochissimo del centro e molto di zone sconosciute a chi ha informazioni dai soliti documentari: quindi pochi grattacieli e moltissimi mercatini notturni e isolette di pescatori, feste taoiste, insomma la Hong Kong più cinese.
Poi, dopo 20 minuti di Hong Kong, ho pensato che fosse simpatico far vedere una Cina molto diversa da Hong Kong per poi concludere con ShenZhen che per certi versi invece rassomiglia molto all'ex colonia britannica (o almeno vorrebbe).
Ho poi anche visto molti documentari di viaggio di CCTV e quello che non mi ha convinto è il ritmo. Ben fatti ma troppo didascalici, non ho preso loro come modello. Ho prediletto un montaggio frenetico a metà tra il videoclip (ho sincronizzato moltissime parti al ritmo della colonna sonora) e il dogma, scelta obbligata a causa della grande quantità di riprese con telecamera a spalla.
Mi interessava insomma narrare la vacanza per come l'avevo vissuta, raccontare una Cina metà turistica e metà di vita quotidiana con aspetti che i soliti non frequentatori in Italia ignorano totalmente. Infatti poi i commenti che mi sono piaciuti di più sono stati quelli in cui mi si ringraziava per aver fatto vedere una Cina completamente ribaltata rispetto a quella che filtra dai media italiani.