"Un'invasione islamica nelle scuole italiane? Si tratta di una leggenda che non trova riscontro nella realtà. Anzi, in Italia la presenza di alunni stranieri, anche se in crescita, è comunque molto inferiore a quella registrata nei principali Paesi europei. E' quanto emerge dai dati forniti dal ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni. A suo avviso, comunque, non si deve avere paura del fenomeno, perché "questa è la società del domani".
''Non c'è nessuna invasione islamica nelle scuole italiane''. Giuseppe Fioroni esclude categoricamente la tesi sostenuta da alcuni giornali negli ultimi giorni. Per avvalorare la sua posizione, il ministro rende nota una serie di dati sulla presenza di ragazzi di nazionalità straniera.
Nel 2005-'06 gli alunni non italiani erano 430mila, quest'anno saranno intorno ai 500mila, circa il 4,8% del totale degli studenti. Anche se il loro numero è in aumento, in ben sette Paesi europei, le percentuali sono di gran lunga superiori: tra questi, al primo posto c'è la Svizzera (23,6%), seguita dall'Inghilterra (15%), dai Paesi Bassi (16%) e dalla Germania (10%).
Straniero, inoltre, non significa islamico. Sui banchi delle nostre scuole ci sono ragazzi provenienti da 191 Paesi. Quelli musulmani sono circa 140mila, e cioè più o meno un terzo del totale.
Dal punto di vista numerico, gli alunni non italiani vengono soprattutto dall'Albania (69.374), dal Marocco (59.489) e dalla Romania (52.821). La crescita maggiore nelle presenze si è avuta soprattutto alle scuole superiori, con 80mila alunni figli di immigrati iscritti in particolare negli istituti tecnici e professionali.
La distribuzione degli studenti stranieri non è omogenea sul territorio nazionale. In Emilia-Romagna si registra una percentuale del 9,5% e in Lombardia, Veneto e Marche dell'8%. In Campania e Sicilia, invece, sono solo l'1%.
Il ministro della Pubblica Istruzione non vede comunque il fenomeno come un rischio. "Non bisogna avere paura ma investire perché questa è la società del domani - spiega - Nella scuola si gioca la scommessa su un modello italiano di integrazione: noi non seguiamo né quello dell'assimilazione francese né il multiculturalismo all'inglese". L'obiettivo, secondo Fioroni, deve essere un modello "realmente interculturale" che permetta la formazione di un "meticciato fecondo". La scuola, conclude, "deve assumersi il rischio educativo di formare la cittadinanza italiana ed europea"
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni ... -dati.html