Giorgio,
uno dei motivi per cui è molto difficile far politica per bene è che non troverai al mondo mai due persone che la pensino alla stessa maniera su tutto. E' questo è si un ostacolo alla realizzazione di un qualsivoglia programma di governo, ma è anche una ricchezza inestimabile. Perchè la divergenza di opinioni "costringe" al confronto, al dialogo (certo, pu? portare anche allo "scontro fisico", ma in un contesto di civiltà questo non accade - o meglio, non dovrebbe accadere: vedansi le vergognose risse scatenate dai nostri parlamentari un giorno si e l'altro pure....-) ed il confronto ci pone di fronte a nuovi interrogativi, ostacoli, cose che prima non vedevamo. Ed è allora che ci poniamo il problema di come risolverli, come superare l'ostacolo (non abbatterlo, non aggirarlo) nella maniera migliore possibile.E questo è un momento di cambiamento ed in qualche modo, di crescita.
Questa è la democrazia. Certo, sarebbe più sbrigativo avere un unico leader che impone quello che è il sio programma: si otterrebbe la realizzazione completa ed immediata dello stesso. Ma chi pu? garantirci che questi sia un "illuminato", un essere infallibile. In quanto essere umano, questo fantomatico monarca/dittatore è fallace: e la sua fallibilità potrebbe rispecchiarsi nella fallibilità del suo programma e trascinare la nazione che guida al fallimento (la reiterazione del termine "fallimento" è voluta).
Nelle relazioni sociali chiaramente accade lo stesso, e qui vengo al punto.
Apprezzo moltissimo questa comunità, che a mio avviso NON HA FALLITO. E ti inviterei a non voltarle le spalle. Non posso definirmene un assiduo frequentatore, ma da quando mi ci sono iscritto, ho sempre trovato spunti interessanti per ampliare quello che è il mio modo di vedere le cose. E per avvicinarmi ad una cultura diversa dalla mia e che tanto mi affascina. Ma ho anche trovato molti punti di contatto ed altri aspetti che mi hanno aiutato a capire (o meglio ad immaginare: per capire veramente una situazione, sono dell'avviso che bisogni trovarcisi in quella situazione) quali possano essere le sensazioni di chi nel nostro paese si trova a viverci, senza esserci nato. Oppure ci è nato, ma ha genitori che sono profondamente radicati ad una cultura che è diversa da quella del paese in cui questi ragazzi sono cresciuti (le seconde generazioni, appunto).
Capisco che tu sia rimasto deluso ed offeso dal topic su Napoli e soprattutto dagli interventi di Aron, ma il suo altro non è che uno dei tanti modi di pensare. Che ha diritto di esistere e che va, dunque, rispettato (anche se non necessariamente condivisi). E, credimi, non te ne parlo da persona non toccata dai fatti e che quindi non pu? capire.
Io sono nato a Napoli. Ho vissuto in quella città fino a 18 anni. AMO la mia città. E forse, permettimi, più di te soffro nel prendere atto di quello che altri pensano del posto in cui sono nato, cresciuto e formato (i primi 18 anni di vita non sono pochi e sono molto importanti nel processo formativo).
La questione meridionale non è un problema di semplice soluzione: come dice lo stesso Aron, il problema più grosso da risolvere è quello della mentalità dei meridionali (ma voglio parlare dei napoletani perchè non ritengo opportino sconfinare in campi che non conosco). Se Aron ha fatto un errore è solo quello dell'estrema leggerezza con cui ha voluto affrontare il discorso (dopotutto ha aperto lui il tread): devi nascerci e viverci a Napoli, per poter parlare dei sui REALI (perchè i problemi ci sono e sono GROSSI) problemi.
Mio padre lavora in un ospedale del quartiere Sanità, e chi è di Napoli sa che è secondo solo ai Quartieri Spagnoli quanto a "tristezza" di fama. Quindici anni fa, uscendo dal posto di lavoro si è beccato una pistolettata non destinata a lui. Per fortuna, il colpo non lese organi vitali e tutt'oggi lavora li e gode di buona salute. Ma io non dimentico...non dimentico la paura, l'ansia. Perchè quella sera non tornò a casa. Perchè mamma piangeva, ma non ci diceva niente e diceva di non preoccuparci, chè era tutto a posto. Perchè fummo spediti da mia nonna senza spiegazioni. Quando poi tutto si è sistemato, e mi hanno spiegato...ho sentito l'odio crescere in me. La voglia di vendetta. La voglia di prendere una pistola e "restituire il favore". Ma non è stato così. Perchè sono cresciuto in una famiglia che ha saputo darmi dei valori, che mi ha insegnato che la violenza è la voce di chi non vale nulla, perchè non sa esprimersi, non sa affermarsi con il valore delle proprie idee, con il PROPRIO valore.
Oggi sono sereno riguardo a quell'episodio. Mio padre lavora ancora lì, è amato è sempre disponibile ad aiutare il prossimo. Napoli (o meglio, quest'aspetto) l'ha deluso, ma l'ama ancora (come si pu? amare chi ti ha messo al mondo; perchè è questo il vincolo che noi abbiamo con la nostra terra) ma non si arrende. E non lo farà mai.
Dopo quell'esperienza io ho partecipato al progetto Napoli Porte Aperte: i ragazzi dei licei napoletani si metevano a disposizione per progetti culturali a favore della città (guida per i turisti laboratori culturali...). Io scelsi un laboratorio teatrale nei quartieri (spagnoli). Ricordo le facce dei ragazzi che venivano: facce ammirate. La passione, la novità che si leggeva nei loro occhi mi colpì. Forse per loro era una porta di uscita, pensai. Ma usciti dal teatro il loro punto di riferimento, il loro modello, ritornava ad essere il guappo che sopra alla sua moto controllava il vicariello. Guardato con ammirazione da ragazzi e ragazze. <<Da grande voglio essere come lui>>, dicevano.
Convincere qualcuno che crede fermamente in questi "dis-valori", che non è con la forza, con la prevaricazione sull'altro, con la furbizia a tutti i costi che ci si fa strada nella vita, non è facile. Se nasci e cresci con un modello, se ti formi sapendo che se "sgarri" te la faranno pagare, cercherai di uniformarti alla cultura dominante nell'ambiente in cui vieni su. E chi non lo fa, o è schiacciato, o è emarginato. E quindi non gli resta che cambiare ambiente. Ma ci? che si lascia alle spalle, il vico, il quartiere, continua immutato nella sua storia...
Non è facile cambiare Napoli: soldi, esercito o "BOMBE ATOMICHE" CHE siano...Ed è facile parlare di secessione, di "lasciamoli lì" di "pulizia etnica". Questo è ignorare il problema; aggirare l'ostacolo. E la voglia di confrontarsi con il problema? Ed i cittadini onesti?(che sono la maggioranza).
Queste cose le abbiamo già viste, e anche se si parla tanto di "non dimenticare" evidentemente non è mai abbastanza.
Ma non è nemmeno giusto fare spalluccie, chiudere un occhio e lasciare le cose al caso. Perchè sennò non cambierà nulla.
Per concludere, sono molto contento che si sia comunque affrontato l'argomento in questo forum. Sono molto contento di avere l'opportunità di sapere cosa anche i non italiani pensino di questa faccenda, della mia città. Di leggere che c'è chi ha paura di Napoli; di sapere che c'è chi la cancellerebbe dalla faccia della terra. Si ha sempre paura di ci? che non si conosce, soprattutto se il suo biglietto da visita (leggasi articoli di giornali, lavoro dei media) non ci dice nulla di buono.
Probabilmente, se non fossi nato a Napoli ne avrei avuto paura anch'io. E non nascondo che, da napoletano, sono profondamente deluso da ci? che accade continuamente nella mia città...e non biasimo chi la teme e la evita. Chi annulla viaggi per timore di beccarsi una pallottola.
Ma vorrei che non ci si dimenticasse di chi al mattino si alza ancora tutti i giorni per svolgere con professionalità il proprio lavoro, di chi -forse avvertendo questa situazione come ulteriore sprono- cerca di dare il 200% in ogni situazione. Perchè non si associ Napoli solo a quanto di immondo sta accadendo (ed è accaduto) in questi giorni (che ripeto, esiste e non è da sottovalutare).
Ma anche a quanto di buono tanti ITALIANI che li vivono fanno (ed hanno fatto) giorno dopo giorno. Regalando tanto all'arte, alla cultura, alla gastronomia (e penso a Totò, Troisi, De Filippo, la canzone napoletana, la bontà e la ricchezza della cucina e tanti altri aspetti che fanno di questa città un tassello del mosaico che compone la mia nazione)
Spero che punti di scambio d'opinione su argomenti così delicati ed intimi della nostra nazione possano ripetersi ancora. Per capirci meglio. Per spiegarci meglio. Per continuare a crescere.
Aspetto di leggere ancora tuoi interventi sparsi qui e li per il forum, Giorgio
Un saluto a tutti, da un cittadino italiano.