eutanasia - page 1 - Generale - Associna Forum

Autore Topic: eutanasia  (Letto 4842 volte)

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-WenEmma-

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eutanasia
« il: 14 Dicembre, 2006, 15:16:32 pm »
in qst giorni nn si fa altro ke parlare di EUTANASIA in tv e nn solo. ma io volevo sapere un pò dei pareri dei cinesi, siete pro o contro con l'eutanasia?
x qnt riguarda il caso welby, secondo me, staccare la spina sarebbe la cosa migliore xkè in fondo è da anni ke kiede lui stesso con insistenza mandando lettere al presidente e al suo medico.... (vive in qst stato qsi vegetativo da + di 40anni)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da -WenEmma- »

Feichow

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« Risposta #1 il: 14 Dicembre, 2006, 17:05:52 pm »
Sono per il libero arbitrio personale...

Nessuno pu? decidere la mia morte o il mio vivere(in quelle condizioni poi...). Se IO decido di finirla, posso accettare consigli, ma decido io cosa fare.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Feichow »

Ayumi

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« Risposta #2 il: 14 Dicembre, 2006, 17:55:01 pm »
ma staimo parlando solo del caso welby o dell eutanasia in generale?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Ayumi »

thun88

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« Risposta #3 il: 14 Dicembre, 2006, 22:30:47 pm »
Vi riporto qui sotto un mio articolo personale, che ho pubblicato il 20 Ottobre, quindi scusatemi subito se ci sono degli errori cronologici, ma i fatti di cronaca raccontati risalgono a più di un mese fa, ma credo che possa essere comunque interessante.
Consiglio la lettura solo a chi se la sente, l'argomento è assolutamento arduo e difficile, e questo articolo non propone soluzioni, ma cerca in un qualche modo di dare un'ottica chiara visione della questione.

Citazione
Eutanasia
Diritto di morire o Omicidio colposo

Fin da subito, ammetto che l’argomento che sto per toccare è alquanto critico quanto insoluto, di difficile comprensione, sospeso tra etica e religione, tra individuo e legge dello Stato: nonostante tutto ci?, mi sembrava lecito dedicargli un articolo del tutto personale e sicuramente criticabile, proprio perché un argomento del genere non pu? passare inosservato, cosa che il Parlamento e i media invece attuano da sempre.
Prima di leggere quello che segue, ricordatevi: ôNon esiste La risposta Giusta, ma esistono Compromessiö. Con questa affermazione non cerco soluzioni, ma pongo quesiti, perché è il dubbio a far da padrona al testo che segue.

La recente lettera del signor Piergiorgio Welby (co-presidente dell’associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica) ha colpito le coscienze di molti, compresa la mia, non tanto per il contenuto drammatico e lucido di uomo sul letto di morte da più di 20 anni per colpa della distrofia muscolare, ma quanto per la risposta del Presidente Giorgio Napolitano che, fuori da ogni schieramento politico, si è rivolto al signor Welby con tanta umanità e profondo rispetto, nei confronti di un uomo che chiedeva una fine dignitosa, per suggellare la fine di un’esistenza senza futuro e placare il dolore di una famiglia che lo ha assistito per tutti questi anni e lo ha visto soffrire, sia fisicamente che emotivamente.
Non voglio richiamare tutte le dichiarazioni dei vari esponenti politici e religiosi, ma cercherò di riassumere quali possono essere gli argomenti per attuare un disegno di legge, che l’Italia deve discutere in Parlamento, riempiendo così un indegno buco legislativo, che equipara l’eutanasia come un omicidio colposo, frutto di sporchi interessi politici e di campagne elettorali che bandiscono questioni scomode, come i PACS o la fecondazione assistita.
L’eutanasia, conosciuta anche come ôbuona morteö o ômorte non dolorosaö, poggia su altri tre argomenti ôcaldiö ad essa attinenti: l’accanimento terapeutico, il testamento biologico e il consenso informativo.
L’iter percorso da un ipotetico malato terminale comincia ben prima delle cure coi medicinali ritardanti, in un’età che pu? essere compresa tra i 25 e i 50 anni, dove qualunque persona assiste almeno una volta alla morte di un proprio caro, formulando tra a sé e sé riflessioni profonde sulla propria vita, così da sollecitarlo a scrivere un testamento ônormaleö, per le eredità economiche, e uno ôbiologicoö, dove l’individuo afferma lucidamente e consenzientemente la volontà o meno di ricevere terapie intensive in casi estremamente gravi, dove appunto il diretto interessato pu? cadere in uno stato vegetativo grave, dove l’attività celebrale cessa di esistere, mantenuto in vita solo con l’aiuto dei respiratori artificiali. ? con queste ultime volontà che numerose coppie americane ed europee suggellano il proprio amore l’un per l’altro, affinché il coniuge possa in questi casi poter esaudire il volere dell’altro, in uno dei momenti più tristi della vita.
Credo che il testamento biologico debba essere scritto come vero e proprio atto d’amore verso i propri cari, in previsione di un tragico evento, che pare non possa succedere mai, eppure gli incubi possono purtroppo realizzarsi: nei casi più tragici, dove la vita di una persona è attacca al filo di una o più macchine, i famigliari si trovano sempre in una situazione estremamente difficile, nell’increscioso dubbio di proseguire o meno le cure. Credo che sia fondamentale scrivere le proprie volontà biologiche in un periodo della nostra vita relativamente calmo, dove possiamo porci una serie di riflessioni interiori e profonde con assoluta lucidità e fermezza, affinché possiamo esprimere e decidere appienamente se la nostra vita possa essere ridotta ad un coma vegetativo, senza alcuna minima possibilità di risvegliarci. Ritengo un grande gesto d’amore quello di levare ai nostri cari l’ingrato compito di decidere della nostra vita, giocando appunto d’anticipo, ed attenuare quel gran dolore che incombe con la nostra morte. Le donne che decidono di abortire conservano dentro sé un enorme e profondo senso di colpa, figuriamoci quale dilemma pu? vivere un padre o una madre che debba decidere le sorti del proprio figlio in stato terminale. Non dobbiamo assolutamente demonizzare la morte, perché essa è parte integrante della nostra società, e va affrontata per ci? che è, semplicemente la fine della vita. Non serve nulla averne paura, l’unico modo per superare queste angosce è di discuterne a testa alta, esprimendo i propri dubbi, come faccio io ora con questo articolo.

Il consenso informativo è una dei pochi diritti esercitabili dal cittadino italiano nei nostri ospedali, dove i medici incaricati devono, per legge, esplicare con chiarezza tutti i vantaggi e gli svantaggi che un’operazione chirurgica o una terapia di farmaci possano conseguire in futuro. Le norme sono chiare, ma poche volte il dottore è esaustivo nella sua tesi, e chi firma le carte per il consenso non sempre è sereno prima dell’anestesia in sala operatoria, dopo aver letto sui giornali di morti misteriose nello stesso ospedale.
Io stesso non ho fiducia nelle istituzioni mediche, è ho i miei buoni motivi: tre anni fa mia madre è morta improvvisamente all’interno del Sant’Orsola, e non per la trombosi per cui fu ricoverata, bensì per una grave metastasi al fegato. Ora, quale fiducia posso affidare a quei dottori che hanno monitorato le sue cure, operando svariati esami e Tacs nel corso di un mese senza diagnosticare un tumore in stato avanzato, scoperto solo a data postuma? Anche solo averlo scoperto una settimana prima sarebbe stato utile, questo perché io e la mia famiglia avremmo sicuramente scelto di attenuare in qualsiasi modo i suoi continui dolori, forse addirittura con l’eutanasia, visto che era già tecnicamente una malata terminale. Non una risposta dai medici denunciati, e in mano ora ho solo il referto di un’autopsia e un processo ancora da iniziare.
Come è possibile consentire una ôbuona morteö se non ci garantiscono cure adeguate nelle strutture bolognesi? Possibile che i dottori considerino i pazienti solo come carne da macello, così da potersi liberare da ogni senso di colpa ogni volta che ritornano a casa, perché tanto hanno ammazzato solo un inutile essere umano? Ammetto l’esistenza di gente seria nel settore, ma mi sento lo stesso insultato, perché si sono sbagliati nelle diagnosi per ben tre volte nei confronti di mia madre. Il mio dubbio è che i corsi di medicina stiano sempre più peggiorando, o peggio ancora, che vendino le lauree, pur di accaparrarsi un buon stipendio da dottore incompetente. L’unico mio consiglio è quello di avere un buon dottore per amico, così che quest’ultimo possa farti evitare le cattive compagnie di certi ospedalià

Dopo questo lungo cammino sul filo della vita, l’eutanasia risulta una delle ultime opzioni, una tra quelle meno consigliate, perché usata solo nelle situazioni più sofferte: saltuariamente torna sulle bocche di tutti casi di persone in coma da più di 5-10 anni, ormai sfacciate per qualsiasi medico col buon senso, che attesta in 2 mesi la possibilità di un risveglio . Purtroppo, la legge italiana impone di continuare le cure a questi corpi che vivono solo con una spesa che si aggira dai 5.000 ai 10.000 $ al mese: oltre alle macchine per la respirazione, il malato necessita di varie flebo per reintegrare le sostanze nutrienti come sali minerali o zuccheri, deve essere pulito, riceve trattamenti anti-decomposizione per evitare la tumefazione della pelle, e svariati necessari controlli per accertare che la situazione del paziente è grave ma stazionaria.
Personalmente ritengo che queste persone siano morte dal giorno in cui vengono intubate, considerate ormai come cavie umane per ricerche specifiche commissionate da potenti case farmaceutiche, intente a giocare con i sentimenti dei familiari dei malati per trovare ôla famosa medicina del risveglioö, in grado di resuscitare anche i morti. Ecco perché ritengo tanto barbara la pratica dell’accanimento terapeutico (neanche la Chiesa del Vaticano accetta questa pratica), dove il paziente diventa oggetto d’attenzioni di vari farmaci sperimentali, concedendo ancora vane speranze ai poveri famigliari, costretti ad assistere un malato terminale imbottito di flebo spesso a lui dannosi, oltre ad arrecargli inutili dolori.
L’accanimento terapeutico è una delle ultime opzioni per chi non rinuncia alla vita: sono spesso persone dalla profonda coscienza religiosa ad affidarsi a queste intense cure, proprio perché ripongono grande fiducia nel destino che li attende. Ma questo argomento è già stato oggetto di discussione del Vaticano, dove papa Wojtyla condannò apertamente questa pratica, perché essa modifica il naturale decorso di una malattia, ovvero si commette un atto contro natura. Oltre che eticamente sbagliato, anche sotto l’aspetto religioso l’accanimento terapeutico è una vera e propria violenza contro l’individuo.
Ritengo che l’eutanasia debba essere una delle ultime opzioni a cui un uomo possa aggrapparsi, con l’intento di eliminare ogni sorta di inutile dolore. Certamente non si tratta di un ôsuicidio legalizzatoö, questo perché la legge deve esigere severe condizioni per esercitare questo diritto, dove il medico curante deve documentare lo stato clinico del soggetto ed accertarsi dell’inesistenza di cure adeguate alla malattia.
Sfatiamo anche un luogo comune, dove l’eutanasia viene sempre ricollegato a un gesto violento e cruento, chiamata appunto eutanasia attiva, in cui si provoca attivamente la morte del malato, per esempio attraverso la somministrazione di sostanze tossiche; esistono altre due soluzioni meno aggressive, quale è l'eutanasia passiva, in cui si procura la morte del malato indirettamente, sospendendo le cure, o il suicidio assistito, in cui al malato vengono forniti i mezzi per suicidarsi in modo non doloroso.


Dobbiamo, a volte, metterci nei loro panni: quali speranze pu? ancora avere il signor Welby, che lentamente sente i suoi muscoli atrofizzarsi, fino a quando anche il cuore verrà fermato da questo male ingiusto? E quali possibilità concrete ha il signor Welby di riprendere una vita normale e dignitosa, come poteva essere fino a pochi anni fa? Il futuro non è più un tempo per vivere e per esaudire i nostri sogni, bensì è un lungo ed estenuante ritardo della morte, che verrà prima o poi, ma che ci fa attendere, con angoscia, dolore, depressione, disperazioneà è con questo stato emotivo che probabilmente il signor Welby avanza inesorabilmente verso una fine imminente.



Concludo ripetendo lo stesso concetto che ho scritto all’inizio di questo articolo: se esistesse la risposta giusta e perfetta a questo tipo di problema, l’avremmo subito adottata, senza troppi ripensamenti! Ma, siccome questa è la dura e a volte illogica realtà, dobbiamo sempre cercare un punto d’incontro tra le due o più parti, per non arrecar torto a nessuno.
Ritengo quindi fondamentale regolamentare l’eutanasia con una legge liberale, che consenta a tutti di decidere se continuare a vivere perché convinti dalla propria fede religiosa, o di ribellarsi a una malattia infame e ladra di speranza; sogno una legge in grado anche di tutelare gli individui, limitando e concedendo la morte artificiale ai casi scientificamente più gravi e irrisolti, in modo che l’eutanasia non sia semplicemente un semplice ôSuicidio Assistitoö, bensì una dignitosa possibilità a chi vuole ritirarsi da questo mondo crudele, che non ha più niente di bello da regalare, evitando di diventare le cavie di turno per gli esperimenti del primario di neurochirurgia.

Thun
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da thun88 »
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Levin

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« Risposta #4 il: 15 Dicembre, 2006, 02:51:47 am »
Ognuno decide della propria vita se uno vuole morire, che cosi' sia. Ogni legge a riguardo sarebbe ASSURDA, nessuno puo' decidere della mia via oltre a me.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Levin »

kirby1974

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« Risposta #5 il: 15 Dicembre, 2006, 09:37:04 am »
dal mio punto di vista, un medico che lavora ora in un reparto di geriatria, sono d'accordo di eutanasia.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kirby1974 »
Dr. Guo Tantan
Medico di Medicina Generale
Medico di Emergenza
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-WenEmma-

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« Risposta #6 il: 16 Dicembre, 2006, 15:26:55 pm »
oggi il tribunale di roma ha deciso ke nn staccheranno la spina...(almeno così ha cap)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da -WenEmma- »

Levin

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« Risposta #7 il: 18 Dicembre, 2006, 14:46:13 pm »
Citazione da: "-WenEmma-"
oggi il tribunale di roma ha deciso ke nn staccheranno la spina...(almeno così ha cap)


Si e' uno scandalo secondo me, obblighi qualcuno contro la sua volonta' e il libero arbitrio.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Levin »

cinosuperior

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« Risposta #8 il: 18 Dicembre, 2006, 18:57:49 pm »
favorevole
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Ayumi

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« Risposta #9 il: 18 Dicembre, 2006, 21:16:04 pm »
penso che la soluzione migliore sia il testamento biologico, dove l individuo esprime il proprio volere.
diciamo tutti che siamo favorevoli, ma se c troviamo davanti a una situazione del genere(che nn auguro a nessuno) voi sapreste decidere per la cosa migliore?? favorevoli..e poi si dovrebbe vivere per il resto della vita con questo senso d colpa.

apparte questo...thun..adoro il tuo tema..anche se non condivido alcuni punti, adoro la forma!!!! >_<
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Ayumi »

kenny

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« Risposta #10 il: 18 Dicembre, 2006, 22:14:58 pm »
assolutamente favorevole.
se dopo un incidente..fossi paralizzato e costretto alla sedia a rotelle a vita..vorrei morire.
(so che e' una bruttissima cosa da dire..perche' ci son molte persone che si trovano in quelle condizioni e anche peggio...)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kenny »
\"Se questi cinesini vogliono polverizzare Taiwan entro l\'anno, farebbero\' meglio a darsi una mossa e tirare fuori i soldi\" - J.Nicholson \"The Departed\"

Alessandro

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« Risposta #11 il: 21 Dicembre, 2006, 21:19:41 pm »
Welby è morto.

Il medico che lo curava gli ha somministrato sedativo e poi ha staccato il respiratore....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alessandro »

thun88

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« Risposta #12 il: 21 Dicembre, 2006, 23:28:54 pm »
Finalmente possiamo mettere la parola fine.

Sicuramente il medico precedente poteva intervenire ben 1 mese prima, ma per fortuna la faccenda si è risolta abbastanza serenamente. Almeno il signor Welby non è stato vittima dei dolori della sua stessa malattia.

http://http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=143326
A quanto ho letto per ora, per motivi di legge, si è prima staccato il respiratore (questo perchè Welby ne ha fatto esplicita richiesta, il consenso informativo appunto). Il medico è intervenuto pochi istanti dopo per "placare il dolore" con un sedativo appunto, affinchè il paziente non ricevesse ulteriori complicazioni e inutili dolori. In questo modo si è praticata l'eutanasia passiva; il rischio era quello di praticare un vero e proprio omicidio del paziente, attuando solo l'iniezione del sedativo. Invece in questo modo il medico ha solo reso "più dolce" il tragitto verso la fine di questa vita.
Che Welby possa trovare finalmente la pace, ovunque esso sia.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da thun88 »
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cilex

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« Risposta #13 il: 24 Dicembre, 2006, 13:13:33 pm »
Citazione da: "Levin"
Ognuno decide della propria vita se uno vuole morire, che cosi' sia. Ogni legge a riguardo sarebbe ASSURDA, nessuno puo' decidere della mia via oltre a me.


non sono d'accordo..... e nessuno deve essere dato il dirittto di morire... in quanto la vita è una cosa ssacra....; questo mi hanno insegnato e  questo cerco di capire nellla mia crescita!!!
In ogni caso, penso sempre che quando si da la morte lo si deve dare il meno doloroso possibile, sia per la persona che per le persone che gli stanno vicino!!! :(
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cilex »
Non lasciatevi scoraggiare da coloro che delusi dalla vita, sono diventati sordi ai desideri più profondi ed autentici del loro Cuore!!!

Giovanni Paolo II 16.X.1978 - 2.IV.2005

onenemon

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« Risposta #14 il: 24 Dicembre, 2006, 13:56:33 pm »
Sono d'accordo che la morte non è un diritto....(perchè la vità non ci appartiene) sono convinto che la vità è un donno che è oltre nostro potere e reggione e quindi Nessuno ha diritto di dare o togliere....

da l'altra parte(credo che non sia in contrasto), il diritto di riffiutare le cure, dalla parte della persona interessata(che sia nella piena facolta di intendere e volere). le raggioni possono essere condivise o non, secondo me (nel caso Welby)lui hai diritto di scregliere la non cura, dopo una sofferenza prolungata ed senza nessuna speranza di guariggione! :!:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da onenemon »
Impari dal passato (esperienze), progetti per il futuro (speranze), vivi il presente (gioie della vita)