Condivido parte di ci? che è stato detto da stafilo. Ovvero che in generale, senza entrare solamente nella questione della doppia chiesa cristiana che c'è in cina, chi è al potere non vuole mai che venga messo in discussione la propria posizione, spesso anche in modo troppo cauto da ledere diritti sulla libertà d'espressione reprimendoli con strumenti sbagliati e sproporzionati.
Nel caso specifico della confessione cristiana, qui però c'è da segnalare una particolarità, ci sono in gioco due poteri contrastanti. Quello dello stato in cui si trovano i credenti, stato dichiarato laico, e quello del potere temporale del vaticano che in un certo senso vuole essere l'unico punto di riferimento del cristianesimo in tutto il mondo. Se ognuno è libero di credere in ci? che si vuole, pu? essere cristiano anche senza rispettare le gerarchie imposte da qualche vertice. La fede non si comanda. Quello che voglio dire è che la cina vuole dettare le sue regole di organizzazione del cristianesimo, e allo stesso tempo lo vuole fare anche il vaticano. Questa conflittualità è oggi risolto in modo sbagliato.
Per quanto riguarda l'intensità della fede dei credenti d'oggi, italiani, cinesi e di tutti gli altri paesi, da una parte si è vista calare in modo esponenziale, le sofferenze patite non giustificano l'esistenza di quanche divinità "utile", dall'altra parte, come contraposizione, si sono creati dei fanatismi stupidi, che non riescono a cogliere quel che di buono c'è nelle religioni, ma li esasperano facendoli diventare dei scusanti per esprimere le proprie frustrazioni.
So che potrei aver fatto delle affermazioni impopolari, ma era per aggiungere una sfumatura in più al discorso.