Diciamo che, vivendo in un mondo MATERIALE una vita CONCRETA, il fatto stesso di sognare ci espone al pericolo di farci male, impattando contro la realtà.
E' chiaro che il sognare ha i suoi vantaggi. E la lotta per realizzare i propri sogni è qualcosa che da un sapore più intenso alla nostra vita: le consente di abbandonare il piattume del concreto. Ci consente di ampliare i nostri orizzonti al di la del possibile, dell' "a portata di mano".
Ma più si sogna, più ci si stacca dal mondo concreto, più si vola in alto...più ci si fa male se il sogno s'infrange o non si concretizza, facendoci precipitare di colpo nuovamente sulla CONCRETA terra.
Allora il punto è: <<val sempre la pena di sognare?>>
DIPENDE DALLA FORMA DELLE TUE MANI...
Se sei una sognatrice, per esser te stessa devi sognare...La sognatrice sa che pu? andare incontro a molteplici episodi di autodistruzione (in quanto tale, è più solita rispetto ad altre tipologie di esseri umani a scontrarsi con la realtà...una persona concreta con la realtà non ci si scontra, perchè l'unico mondo con cui si confronta è quello reale, e vive secondo le regole di questo...)
In ogni cosa di questa nostra vita ci son dei rischi: puoi romperti i legamenti corciati sia giocando a calcio che sciando, fa parte del gioco.
Io ho paura di sciare, perchè temo di rompermi i crociati. E quindi ci rinuncio volentieri. Ma non ho paura di giocare a calcio e ci gioco ogni settimana.
Per il calcio, che esprime le mie passioni, che valorizza il mio modo di vivere, accetto il rischio: è il mio sport, mi piace.
Per lo sci, no.
Il sognatore sa che inseguire un sogno comporta tanti rischi (oltre alle soddisfazioni date dalla realizzazione del sogno stesso): ma sognare è il suo sport, è il suo modo di vivere questa vita. E' ci? che lo definisce come essere vivente.
E quindi, pur sapendo che "l'infortunio" è sempre dietro l'angolo, accetta il gioco.
Se non lo facesse, non sarebbe più quello che è.