Ciao, sono antropologo e credo che le identità siano SEMPRE multiple, in molti sensi. Per esempio un Romano che tifa visceralmente per la Roma ed uno che lo fa per la Lazio vi assicuro che pur essendo Romani si sentono distantissimi e basta vedere cosa succede nei quartieri a prevalenza romanista quando la Roma vince qualcosa di importante (c'era qualcuno di voi quando lnel 2001 la Roma vinse il Campionato di calcio? vi ricordate i palazzi imbandierati, le fintanelle dipinte giallorosse, le scritte sui negozi dei laziali, ecc.?), ma un Romanista che aaderisce ad un movimento neofascista ed uno che fa parte di un Centro Sociale di sinistra hanno poi un'appartenenza, un'identità politico-culturale ancora differenti, e così via. Io personalmente sono figlio di 2 persone nate a Roma, ma i loro genitori non erano affatto Romani (come avviene per la maggioranza dei Romani); quelli di mio padre erano di Orvieto (in Umbria), quelli di mia madre uno era siciliano, l'altra di Biella (in Piemonte). A casa mia ho imparato ad esempio a mangiare il risotto alla piemontese e la pasta con le sarde alla siciliana (entrambi piatti che mio padre non conosceva prima di sposarsi con mia madre) e la pizza dolce pasquale di Orvieto (che mia madre non conosceva prima di sposarsi).
Pensare, poi, agli "Italiani" come ad una realtà unitaria, con cui fare i conti come "altra" identità rispetto a quella cinese, é svagliatissimo. A Roma ci sono centinaia di migliaia di persone che ancora sentono di appartenere alla Sardegna, alla Calabria, agli Abruzzi, alla Campania, tanto che esistono potenti associazioni regionali abruzzesi, calabresi, sarde, ecc. che oganizzano anche feste e altre attività e numerosi ristoranti di cucina regionale e che ci sono pure concentrazioni specifiche di queste persone per origine (ad esempio i Sardi sono presentio soprattuto a Nuova Ostia ed a Magliana), che però nessuno si azzarda a chiamare "Sardegna Town", ad esempio.
Lo stesso vale in altre città, fra cui Milano, Torino, ecc., piene di Meridionali e loro discendenti, ed in molti casi si parlano ancora dialetti locali (o, nel caso del sardo, del Siciliano ed altri, vere lingue non-italiane), cosa che gli stessi Cinesi 2G sanno e vivono sulla loro pelle, dato che spesso parlano l'Italiano con cadenza dialetale milanese, romana, ecc. ed usano espressioni dialettali.
Se fra le diverse identità di ciascuno ve ne sono di discriminate, derise, censurate storicamente (magari perché i genitori si vergognano o vogliono che i figli si integrino totalmente o perché la scuola le nasconde, tanto che fino a pochi anni fa era proibito usare i dialetti a scuola in Italia e lo é tuttora in Francia!), possono succedere due cose apparentemente opposte ma in realtà simili. O chi ha un'identità multipla si sente male, sradicato, a disagio, e finisce per dimenticare l'identità non-dominante oppure reagice chiudendosi a riccio proprio in quella identità, magari in forme fanatiche.
Possono succedere queste cose e succedono, ma non é l'unica possibilità, erché chji ha un'identità multipla pu? anche capire che é una richezza, difficile da gestire, ma eccezionale anche peerché aiuta a capire che TUTTE le identità, anche quella "italiana!" e quella "cinese", sono multiple, sia peché ci sono stati nel tempo movimenti migratori e scambi materiali ed immateriali interni ad ogni Paese che hanno rimescolato le culture regionali (pensiamo al fatto che nell'antichità la Cina del Nord non produceva riso e quella del Sud non produceva miglio e che il Grande Canale Imperiale fu costruito proprio per favorire gli scambi di questi due cereali, esattamente come l'Italia del Nord non usava l'olio e quella del sud non usava il burro), sia perché ci sono state emigrazioni ed immigrazioni ed invasioni d'ogni tipo (pensiamo a quella mongola in Cina, a quele greca, arabo-berbera, francese, spagnola, austriaca-tedesca in Italia) che hanno anche esse mutato il panorama identitario, culturale e perfino etnico.
Dunque credo che dovremmo essere capaci tutti, Cinesi ed Italiani, di aiutarci meglio a capire (ed a far capire a chi non lo accetta) che LE IDENTITA' PURE NON ESISTONO (il grande antropologo Geertz, parlando delle identità, dice: "i frutti puri impazziscono") e che la "multiculturalità" e perfino la "multi-identità" non esistono solo quando un Cinese, un Italiano e un Tunisino vivono, lavorano, studiano, commerciano nello stesso luogo, ma SEMPRE, anche dentro ciascuno di noi, dove convivono fra l'altro apporti culturali di diversa origine, come il Buddhismo di matrice indiana e il Confucianesimo di matrice cinese, il mais di origine centroamericana e il riso di origine cinese, la birra di origine mesopotamica e la patata di origine sudamericana, il té di origine cinese e il tacchino nordamericano, le maschere del teatro greco di origine africana e gli scacchi di origine indiana, i fuochi artificiali di origine cinese e le figure degli angeli alati di origine persiana, la chitara di origine araba e la campana di origine cinese, ecc.